Dimmi che cognome hai e ti dirò chi sei

di Vittorio Polito - Come nasce un cognome? In tempi arcaici era presente il solo nome, ma negli ultimi secoli della Repubblica, presso i romani, era adottato l’uso dei tre nomi. Il primo corrispondeva al nome individuale, il secondo alla famiglia di appartenenza e il terzoera il vero e proprio cognome (o soprannome) per distinguere le omonimie.

Tradizionalmente la fissazione dei cognomi, successiva a quella dei nomi, è datata tra la fine del Medio Evo e l’età moderna e la scelta di una denominazione è ritenuta non legata a motivazioni individuali o familiari collegate con i diversi contenuti linguistici o etnici, ma a fattori sociali, cioè meccanismi della collettività.

In Italia, i cognomi sono prima appannaggio delle famiglie ricche, ma nel 1200 a Venezia e nel secolo seguente in altre aree, l’uso si estende agli strati meno abbienti della popolazione. Però, è solo con il Concilio di Trento, 1564, che si fa obbligo ai parroci di tenere un registro ordinato dei battesimi con nome e cognome, per evitare matrimoni tra consanguinei.

Da dove deriva un cognome? Da nomi di persona, vezzeggiativi, soprannomi, situazioni, nazionalità, provenienza, mestieri. E con tante di quelle varianti che traggono in inganno da costituire una lettura a volte spassosissima.

Il cognome concorre ad identificare un individuo dal punto di vista sociale, familiare e geografico ed è allo stesso tempo l’elemento che distingue una famiglia o una persona.

Mi capita fra le mani il “Dizionario dei cognomi italiani” pubblicato negli Oscar Mondadori, da Emidio De Felice, già ordinario di Glottologia nell’Università di Genova, nel lontano 1978,il quale risponde all’interesse individuale di conoscere l’origine, l’etimologia, la storia, la diffusione e la frequenza del proprio cognome.

Qualche esempio.
Calò: Diffuso nelle zone di lingua grica, o d’influsso neogreco, del Salento, della Calabria e della Sicilia. Calò dal neogrecoKalòs.
Canònico (Canònici, Canònaco): Cognome meridionale che continua il nome e soprannome medioevale formato, attraverso un originario nome di ufficio e di grado religioso, da canònico.
Cavalli (Cavallo): Largamente diffuso in tutta Italia, alla base nomi personali già comuni nell’alto Medio Evo che continuano soprannomi, nomi di mestiere, titoli e gradi, formati o derivati da cavallo.
Fèrri o Fèrro (Ferraiolo, Ferretti, ecc.): Diffuso e molto frequente in tutta l’Italia. Alla base sono nomi, da soprannomi e nomi di mestiere, formati o derivati da fèrro, o, con diverso etimo, di “mantello maschile di panno o di seta”, ampio e leggero, portato da ecclesiastici e, nel passato, da persone di elevata condizione.
Lóngo (Lónghi, Lungo, Luóngo): Diffuso con alta frequenza nelle forme base Longo e Longhi in tutta Italia. Alla base è il nome e originario soprannome (dato a persone alte e non grosse), formato da lungo (e dalle varianti lóngo, napoletana, slóng, feltrina).
Pòlito (Pòliti, Ippòlito): Diffuso nel Sud fino alle Marche e nel Napoletano. È la cognominizzazione del nome classico Ippòlito ripreso con traduzione dotta dal latino Hippólitus, adattamento del greco Hippólytos, formato da hippos (cavallo) e lýein (sciogliere), quindi “che scioglie i cavalli” (nella corsa).Altra versione del significato di Polito starebbe a significare, (dal greco polis), città e in molti casi la provenienza da Bisanzio, la Polis per eccellenza.
Rotóndo (Rotóndi, Rotundo e Rotunno: Sporadico nel Nord e nel Centro, comune nel Sud (molto frequente a Catanzaro). Può avere alla base sia un soprannome (grassezza, obesità), sia un toponimo derivante da Rotóndo, ecc.

Qualche curiosità

Tra i cognomi più diffusi in Italia (tra i primi cento), risultano:Rossi (oltre 45.000), seguito da Russo (31.300), Ferrari 26.200), Esposito (23.000), Bianchi (18.800), Romano (17.900). Ultimo in classifica, Negri con circa 6.000 famiglie, mentre il cognome Polito, in un’altra classifica è presente con 1.690 cognomi.

Oggi la legge è un po’ cambiata, nel senso che è caduto l’obbligo del cognome paterno. Per i figli c’è libertà di scelta. Infatti il Parlamento italiano, nel settembre 2014, ha approvato il testo unico che introduce il doppio cognome, adeguandolo alla sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo. In sostanza il nascituro d’ora in poi potrà avere il cognome del padre, della madre o di entrambi i genitori, se vi è accordo. In caso di disaccordo, al figlio saràdato il doppio cognome, ma in ordine alfabetico.

1 Commenti

  1. La legge NON è cambiata, NON è caduto l’obbligo del cognome paterno, infatti la norma non è stata approvata dal Parlamento ma solo dalla Camera dei deputati.

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