Il ritorno di Gomorra, metafora dei mali dell'Italia

di VINCENZO NICOLA CASULLI — Intrighi, malaffare, ritorni più o meno annunciati. Dopo il grande successo del 2014 con oltre 700mila spettatori di media a puntata, Gomorra fa il suo ritorno sul piccolo schermo a partire dal 10 maggio, sul canale Sky Atlantic. La nuova stagione si prospetta come la resa dei conti tra i personaggi principali; nessun perdono, né giustizia, né tantomeno riscatto.

Il regista Stefano Sollima, in merito alla nuova stagione, ha dichiarato che le riprese sono state effettuate quasi integralmente di notte per rispettare l’attitudine dei criminali ad agire con il favore delle tenebre.

Si faranno strada, tra gli ormai famosi protagonisti della serie, due nuove figure femminili , interpretate da Cristiana Dell’Anna e Cristina Donadio, che si caratterizzeranno per la loro efferata violenza, per nulla inferiore a quella degli uomini. La presentazione della seconda stagione, ispirata, come la prima, all’omonimo romanzo di Roberto Saviano, è stata un’opportunità per lo scrittore di ribadire l’insufficienza delle norme attuali atte a combattere la mafia, anche alla luce del ruolo marginale assunto dal Sud Italia, sia per l’inefficienza della classe politica sia per la carenza d’attenzione delle Istituzioni Europee.

Caratteristica fondamentale di Gomorra è che non ha come fine un giudizio etico-morale ma mira a raccontare degli eventi, a diffondere nel modo più obiettivo possibile delle notizie, delle consuetudini, dei modi di azione e di pensiero della camorra, per cercare di apprenderne i meccanismi alla base.

Se nella prima serie ci si era imbattuti nel sistema dei brogli elettorali, nella seconda stagione si metterà a nudo il meccanismo degli appalti truccati, verranno anche ripresi i fatti accaduti a Duisburg nel 2007, in cui vennero uccisi sei uomini in seguito ad un regolamento di conti. L’attesa sta per finire, non resta che godersi lo spettacolo.

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