Pd, Emiliano: Renzi? Passa momento durissimo

ROMA - "Io penso che una responsabilità di governo vada condivisa con chi c'è per combattere inefficienza e corruzione ma la qualità generale della classe dirigente di questo paese non è eccezionale". "Il leader si deve contornare di persone capaci non di persone fedeli fino alla morte che gli dicono sempre 'sì', ora sta passando un momento durissimo, ora bisogna dargli una mano, fare il tiro al bersaglio è troppo facile è una operazione raggelante". Lo dichiara il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante la trasmissione Omnibus, su La7: "La direzione del partito - ha continuato Emiliano - servirà per prendere atto se Renzi vuole cambiare completamente rotta come saggiamente gli consiglia Prodi oppure se non vuole farsi aiutare non c'è nulla da fare".

D'ALEMA: "SERVE FIGURA CHE SI OCCUPI A TEMPO PIENO DEL PD" - Anche l'ex premier Massimo D'Alema commenta in un'intervista al Corriere della Sera il brutto momento dei dem. "Serve una figura che si occupi del Pd a tempo pieno. E serve una direzione collegiale. Il partito è stato volutamente lasciato senza guida. Lo si ritiene non importante oppure si scarica su di esso la colpa quando le elezioni vanno male. È tutto puntato sul leader e il suo entourage, neanche collaboratori. Renzi non convoca la segreteria, che pure è un organo totalmente omogeneo. Si riunisce solo con un gruppo di suoi amici", ha dichiarato Massimo D'Alema al Corriere, dove torna a esprimere dubbi e disagi nei confronti del premier e segretario del Pd: "Ha mai seguito una direzione del Pd? Sono momenti di propaganda. Il capo fa lunghi discorsi, cui seguono brevi dichiarazioni di dissenso; poi parlano una cinquantina di persone che insultano quelli che hanno dissentito. Non c’è ascolto, non c’è confronto. Non esiste la possibilità di trovare convergenze o accordi. Renzi ha perso la sintonia con la base e con il Paese. Una parte molto grande dell’elettorato di sinistra non si riconosce nel Pd, non lo sente come proprio, non si mobilita. Ho fatto campagna elettorale, là dove mi hanno chiamato. Ho trovato anche qualcuno che diceva: non dovete disturbare Renzi, ma anche tanti con un sentimento di avversione. Lui non si è limitato a rottamare un gruppo dirigente; sta rottamando alcuni milioni di elettori. Renzi dovrebbe cambiare. Questo risultato mette in discussione sia il rapporto tra il Pd, il suo elettorato e la società italiana, sia la politica del governo. E mette in discussione il modo in cui Renzi esercita tutti e due i ruoli. Meriterebbe da parte sua riflessioni molto diverse da quelle, sconcertanti, che ha affidato al Corriere la notte del voto. Renzi, com’è noto, è convinto di essere il Blair italiano. Ma Blair si circondò del meglio del suo partito, non di un gruppetto di fedelissimi. Renzi è in grado di cambiare? La speranza è l’ultima a morire, ma non mi pare una persona orientata a tenere conto degli altri e neanche della realtà. Eppure sarebbe necessario un cambio di indirizzo nell’azione di governo, e anche un cambio di stile. Compreso il rispetto che dovrebbe essere dovuto a una classe dirigente che ha vinto le elezioni e ha fatto cose importanti per il Paese: l’euro, le grandi privatizzazioni, la legge elettorale maggioritaria uninominale; non quella robaccia che ci viene proposta adesso".

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