25 luglio 1956, l'Andrea Doria affonda a largo degli Usa

(LIFE)
di NICOLA ZUCCARO — Il 25 luglio 1956, in allontanamento dalla costa di Nantuket e diretta a New York, l'Andrea Doria si scontrò con il mercantile svedese Stockholm della Swedish America Line. In quello che fu ritenuto uno dei più controversi disastri marittimi della storia, sebbene quasi tutti i passeggeri furono sopravvissuti (morirono 5 passeggeri della Stockholm e 46 dell'Andrea Doria, per la maggior parte erano alloggiati nelle cabine investite dalla prua della nave svedese) il transatlantico italiano (fu varato il 16 giugno 1951 ed entrò in servizio il 14 giugno 1953) con una murata completamente squarciata, si coricò di fianco e affondò dopo 11 ore, il mattino del 26 luglio 1956, davanti alle coste statunitensi.

L'inclinazione della nave rese inutilizzabili metà delle lance di salvataggio (collocate nel lato opposto) ma, in seguito al disastro del Titanic del 1912, erano state migliorate le procedure di comunicazioni d'urgenza e si potevano chiamare altre navi di soccorso. In virtù di questa procedura l'evacuazione fu più veloce ed efficiente.

Considerato che all'epoca per le rotte transatlantiche il trasporto aereo non era ancora maturo per garantire le lunghe attraversate, l'incidente ricevette per il ruolo vitale che rivestiva la navigazione marittima un considerevole spazio su tutti i mezzi di informazione.

A tutt'oggi il relitto giace posato sul fianco di dritta, ad una profondità di 75 metri a largo di New York, ma nessuna autorità navale, in primis degli Usa, si è preoccupata di procedere alla riemersione, consentendo a sommozzatori abusivi il recupero di materiale di pregio.