Inferno sul binario unico: 23 morti e 50 feriti. Pm: "Riduttivo dire solo errore umano"

BARI - Il treno partito da Andria che, dopo circa dieci minuti, si è scontrato con quello proveniente da Corato, non sarebbe dovuto partire. E a provocare lo scontro sarebbe stato un errore umano, ma sarà necessario capire da cosa sia stato determinato. E' quanto ritiene di aver accertato finora la procura di Trani che ha sottoposto a sequestro l'area dell'incidente.

I capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, saranno ascoltati come indagati nell'inchiesta della Procura di Trani sul disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio tra Corato ed Andria in cui sono morte 23 persone. Gli interrogatori saranno tenuti nei prossimi giorni. I due sono gli unici indagati e tra oggi e domani dovrebbero ricevere informazioni di garanzia in occasione delle autopsie.
   
C'è stato dunque l'"errore umano" ma al tempo stesso è"assolutamente riduttivo" fermarsi a questo. Il procuratore di Trani, Francesco Giannella, facendo un punto sulle indagini, lascia capire che c'è ancora bisogno di approfondire. 

Ad intervenire anche Raffaele Cantone: il disastro ferroviario in Puglia "evidenzia purtroppo un oggettivo collegamento con la corruzione", ha detto il presidente dell'Anticorruzione, sottolineando che l'incidente "è frutto probabilmente di un errore umano, ma anche conseguenza di un problema atavico del nostro Paese di mettere in campo infrastrutture adeguate ed una delle ragioni di ciò è da individuarsi nella corruzione".

Delrio alla Camera: blocco telefonico a rischio - "La sicurezza della tratta coinvolta dall'incidente è regolata tramite consenso telefonico che lascia interamente all'uomo la gestione ed è tra i sistemi meno evoluti e piu' a rischio di regolazione della circolazione ferroviaria", ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, nella sua informativa alla Camera sullo scontro tra treni in Puglia.


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