Sanità Taranto, stop Governo a 50 milioni. "Si mobiliti tutta la Puglia"

TARANTO - "Cinquanta milioni? Faccio osservare che il Governo ne ha finora messi sul risanamento di Taranto la bellezza di 1.600, dei quali 200 destinati all'ospedale San Cataldo". A dichiararlo in un'intervista a Radionorba, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti torna sulla polemica dei fondi per la sanità tarantina e parla di "inaccettabile strumentalizzazione".

Ma perché quell'emendamento è stato bocciato? "Perché - risponde - non chiariva l'utilizzo effettivo delle risorse e questo non si può proprio fare". 

"Ciò di cui c'è bisogno - prosegue l'esponente dell'esecutivo - va discusso nella sede propria che è il Tavolo istituzionale per Taranto. L'abbiamo convocato per il 12 dicembre e lì faremo il punto. Quel che serve verrà messo". Adesso che cosa succede? "Succede che se in sede di legge di Bilancio al Senato verifichiamo, alla luce dei lavori del Tavolo Istituzionale, che c'è bisogno di risorse, le troveremo e le metteremo. Perché siamo persone serie e non ci prestiamo a strumentalizzazioni".

GOVERNO: STOP A 50 MLN - Si registra in queste ore lo stop del Governo Renzi alla proposta avanzata dalla commissione Bilancio, con la firma del presidente Francesco Boccia e di tutti i capigruppo in commissione, di destinare 50 milioni per l'emergenza sanitaria di Taranto attraverso un emendamento alle tabelle della legge di Bilancio.
 
La proposta avanzata in comitato dei 9 dopo che non si è votato analogo emendamento in commissione, è stata fermata, secondo quanto si apprende, per un problema sulle coperture, perché le risorse sarebbero state sottratte a quelle per la stabilizzazione dei medici.

Il 12 novembre scorso il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, parlando a Bari con i giornalisti dell'argomento, aveva assicurato che il governo era "disposto ad aiutare la Puglia".

"Tutta la Puglia deve mobilitarsi al fianco dei tarantini per pretendere dal governo ciò che loro spetta. Da anni la città subisce un inquinamento di Stato che ha spaventosamente aumentato ogni sorta di malattie". Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all'indomani della bocciatura, da parte della commissione Bilancio della Camera, dell'emendamento alla Manovra finanziaria che avrebbe consentito alla Puglia di spendere 50 milioni di euro per fronteggiare le emergenze sanitarie causate dall'inquinamento a Taranto.

Per questo motivo, infatti, la Puglia aveva chiesto al governo una deroga al Decreto ministeriale 70, anche in ragione dei dati epidemiologici presentati dalla Regione in uno studio che dimostra come l'inquinamento provocato nel capoluogo ionico, in particolare dallo stabilimento siderurgico Ilva, colpisce soprattutto i bambini tarantini.
"Un’ennesima scelta sciagurata contro la città di Taranto. Parliamo del taglio di cinquanta milioni di euro che un emendamento includeva nella Legge di stabilità". Lo rende noto il Coordinamento di PeaceLink.

"A Taranto e provincia - prosegue la nota - ci si ammala di più e si muore di più. A Taranto vi è un +54% di bambini malati di cancro rispetto alla media regionale.

"NEGARE CURE E' RAZZISMO AMBIENTALE" - Taranto da anni è priva di servizi necessari a causa dell’emergenza sanitaria già conosciuta e del picco di tumori che gli epidemiologi paventano per gli anni a venire. A Taranto è difficile curarsi perché vi è un gap di posti letto in relazione ai residenti rispetto alle altre province pugliesi. La Regione è stata commissariata in materia di sanità ed è costretta a tagliare ospedali e spesa sanitaria. L’emendamento bocciato aveva lo scopo di riequilibrare l’offerta di servizi ospedalieri. Era in fondo un semplice atto di giustizia verso un territorio così martoriato. Cinquanta milioni di euro erano in fondo poca cosa rispetto a quanto servirebbe. Ma anche quello è stato negato".

"La giustificazione con cui è stato tolto di mezzo l’emendamento per migliorare la sanità a Taranto - spiega la nota - è che “non era stato autorizzato da Palazzo Chigi”. Quindi i tarantini non sono autorizzati da Palazzo Chigi a ricevere cure migliori nel ben mezzo di un disastro ambientale e sanitario. Tutto questo ha un nome e una definizione: razzismo ambientale. In un'altra città italiana non avrebbe osato tanto. Lo fa sapendo di avere di fronte una città in ginocchio. Il governo di copre di ignominia e di vergogna privando i suoi cittadini di cure adeguate. Negare le cure sanitarie significa negare un aiuto umanitario. Non viene neppure alleviato un danno creato da governi di vario orientamento in anni e anni di incuria se non addirittura di complicità. I tarantini da tempo non sono considerati cittadini ma sudditi privi di tutela. Devono tenersi l’inquinamento e in più non possono curarsi. E’ inaccettabile che l’emendamento a firma (si badi bene) di parlamentari Pd non abbia avuto il benestare del loro stesso governo. E’ possibile che il Senato corregga il tiro se ci sarà un’adeguata pressione popolare. Invitiamo i tarantini a far sentire la loro voce. Invitiamo i senatori a non ratificare un provvedimento punitivo. Infine ricordiamo che se non si elimina la fonte dell’inquinamento, non si tutela la salute dei tarantini. Urgono soluzioni rapide e definitive: la messa in sicurezza della falda, la chiusura dell’ILVA e un piano B di riconversione che parta dalle bonifiche dei terreni contaminati, conclude la nota di PeaceLink.

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