OPINIONI. L'abuso referendario

di NICOLA ZUCCARO - Schierati con il Sì ma perplessi e, come trapela dai tratti somatici, anche titubanti. Schierati con il No e ugualmente aperti alle riforme, ma al tempo stesso fermi su questa posizione - poichè - come rilevato dagli stessi, il testo raggruppante l'intero quesito referendario rispecchia una riforma "pasticciata".

Nei giorni che separano dal Referendum confermativo per la riforma del Senato della Repubblica e del Titolo V della Costituzione, la campagna referendaria rivela questo aspetto inedito e rappresentato da coloro i quali, per scriverla alla Montanelli-maniera, si tureranno il naso e voteranno per il Si o per il No. Inserire costoro nella consistente fetta degli indecisi sarebbe semplicistico.

Ma se ai votanti con riserva si aggiunge quella parte dell'elettorato attivo che, ammettendo di avere le idee confuse e contestando al tempo l'imposizione di questa riforma da un Parlamento nominato ma non eletto dal popolo - e quindi incostituzionale - il passo verso l'astensionismo potrà essere breve perchè alla fine, nella sostanza, non cambierà nulla.

E' questo il dato di fatto che sfugge alla moltitudine di quei bottegai della politica nazionale che, travestiti da costituzionalisti, popolano le piazze e/o le trasmissioni televisive, presentando la riforma e la contro-riforma come fosse un prodotto da acquistare anche al supermercato ma inconsapevoli del fatto che la nausea al voto affligge da qualche anno gli italiani, i quali si pongono e pongono a quei signori - presunti appartenenti alla casta - la seguente domanda: e voi che ci state a fare nel Parlamento, quando il vostro compito consiste nel fare le leggi, popolari o impopolari che siano?

In attesa di una risposta da parte di essi e in attesa delle cifre dei votanti effettivi ( si ricorda che non è previsto il quorum, perchè trattasi di un Referendum consultivo) se di Riforma della Costituzione si deve scrivere e si deve parlare, non si dovrebbe iniziare dalla revisione dell'istituto referendario e al quale un Parlamento italiano debole o inefficiente ne ha fatto troppo uso e consumo negli ultimi due decenni di vita repubblicana?

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