Ricordo di Vito Maurogiovanni a 8 anni dalla scomparsa

di VITTORIO POLITO – Ricorre oggi l’8° anniversario  della scomparsa di Vito Maurogiovanni (1924-2009), memoria storica di Bari. L’amabile giornalista e scrittore, commediografo e sceneggiatore ma, soprattutto, cantore di Bari e della Baresità.

Maurogiovanni, un galantuomo, esperto di cultura popolare, ha scritto, tra le tante cose, diverse farse in dialetto come “Aminueamare”, “Chidde dì” e ”U café antiche”, quest’ultimo, unico dramma in dialetto barese e prima opera teatrale dell’autore. C’è poi “Jarche vasce”, una ricostruzione dei cicli della vita e dell’anno secondo la cultura della tradizione. Per non parlare della famosa trasmissione radiofonica “La Caravella”, i cui testi li scriveva insieme ad altri autori. Vito era legato soprattutto a due volumi: ‘Cantata per una città’ (fatti, cose personaggi del Novecento), una vera romanza d’amore per la sua Bari, e ‘Come eravamo’ (entrambi eleganti edizioni della Levante Editori).

Mi piace ricordare da “Cantata per una città” il capitolo «Suonavano le fisarmoniche» (fatti, personaggi e cose viste di Via De Rossi), molto importante per Maurogiovanni dal momento che rappresenta, la strada in cui l’autore è nato e vissuto e che definisce “bella via mia”, ove era ubicato l’Antico Caffè, con il lampione rosso, i divani rossi, il quadro dei Mille di Garibaldi, tutti commossi e in camicia rossa. E un lampione bianco, luminoso, che s’accendeva nelle grandi occasioni, un bar, che ha rappresentato per Vito un po’ della sua vita, poiché dal 1860 al 1939 al civico 119 di Via De Rossi è stato ubicato quell’Antico Caffè.  La sua notevole produzione letteraria su teatro, dialetto, commedie, San Nicola, al quale era molto legato e non ha dimenticato neanche i ragazzi pubblicando ‘San Nicola a fumetti’ (Bracciodieta Editore), tutte opere che sopravvivranno sempre a se stesso, a testimonianza della sua immortalità.

Personalmente non posso non essere grato a Vito, considerando che, nonostante le sue precarie condizioni di salute, volle onorarmi della sua ultima prefazione ad una mia pubblicazione solo qualche mese prima della sua scomparsa.

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