Altamura, mercato settimanale al bivio del trasferimento. Ma gli ambulanti non ci stanno. Forte irremovibile: "Il mercato si sposta in viale Chierico"

di ROBERTO BERLOCO - Altamura. Ancora una volta ad uno sbocco verosimilmente alle porte la questione dell’area mercatale di via Manzoni.

Insomma sembra di nuovo in procinto d’un finale liberatorio uno dei capitoli più controversi che la storia amministrativa di Altamura abbia mai patito.

Prima dell’Estate d’un anno fa il sindaco Giacinto Forte aveva proclamato Luglio scorso come termine ultimo per l’elaborazione d’un project financing da parte di privati investitori, finalizzato alla realizzazione d’un ambiente intra moenia capace d’ospitare il mercato finalmente a crisma di legge. Lo aveva fatto in occasione d’una pubblica conferenza in una sala del Comune, durante i primi d’Aprile, alla presenza anche di Angela Calia, riferimento di quel Comitato che, da diverso tempo, a nome d’una certa quantità di residenti, si batte perché il commercio ambulante cessi lungo il viale dedicato all’autore dei “Promessi Sposi”.

Il primo cittadino assicurò inoltre che, qualora non si fossero avverate le condizioni per quella progettualità entro la scadenza annunciata, la fiera sabatina avrebbe cambiato di posto. Senza che, poi, fosse emanato alcun bando per dar seguito al proposito, la stagione calda trascorse con l’arteria ancora occupata ogni fine di settimana. E così anche parte dell’Autunno fino a Novembre, quando venne ridata comunicazione d’un sicuro mutamento di domicilio.

In realtà a dar compimento di questo, oramai imminente stando a fonti accreditate di Palazzo di Città, non sarebbe stato né il premere delle rappresentanze di chi abita nei luoghi d’interesse, né la presentazione d’un progetto di finanza da parte di imprenditori. Una pianificazione auspicata con energia e convinzione dal professor Forte nel suo passato recente d’inquilino più importante del municipio ed anche presentemente, ma ancora senza il risvolto dell’avvio delle procedure imposte dal caso.

Una zona dell’area espropriata nei pressi stretti di via Manzoni. Fotografia: A. Chiaromonte
“Sono due” - svela difatti l’assessore alle Attività produttive Michele Locapo - “le ragioni oggettive che ci hanno determinato allo spostamento. La prima è da ricercarsi nelle operazioni che l’Anas ci ha annunciato al principio dell’intervallo estivo del 2016, dovute all’ampliamento in programma della Statale “96” per Bari costeggiante un arco periferico del nostro paese, per le quali sta per essere coinvolta la parte più in fondo di via Manzoni. La seconda, invece, attiene a necessità di salvaguardia per gli abitanti del segmento alberato che parte fin da quasi a monte di quella stessa, dove l’emersione delle radici ha divelto l’asfalto penetrando, per giunta, addirittura in certuni edifici che vi s’affacciano”.

Parzialmente già avviato, l’esordio delle manovre sul tragitto coinvolto della Statale comporterà a breve la sorgenza d’una cinta di cantiere interessante una delle estremità della principale parallela di via Foscolo, vale a dire la punta che, dalle prossimità del Palazzetto dello Sport “Luca Baldassarra”, s’estende fino al suo sbocco nella circonvallazione.

All’interno di questo perimetro saranno realizzate una rotatoria ed una complanare di servizio, ambedue comprese dalle manovre d’ingrandimento complessivo dell’alveo viario, sul modello di quanto già avvenuto per precedenti distanze, ad esempio vertendo nei pressi di Pescariello o più in qua di Palo del Colle.

L’angolo è particolarmente nevralgico perchè consente la prosecuzione dell’andamento per Gravina di Puglia, ma pure in quanto precede di poco, nel verso di chi provenga dal capoluogo pugliese, lo snodo dell’unico punto d’accesso della Statale “Barese” a quella per la Lucania, nel quale è da racchiudere, in seguito ad una deviazione, un breve passaggio terminale di via Matera, vale a dire da un tiro di schioppo prima che quest’ultima abbia culmine sino alla sua foce nella SS “99”.

Tramite l’esecuzione del piano il raccordo è destinato comunque a mutare di conformazione, sostanzialmente per quella partizione di SS “96” destinata a divenire la sua maggior traiettoria. La stessa che, sempre considerando il senso d’andata verso la regione confinante, virerà di filato in direzione della città dei Sassi, senza cioè più dover lambire il paese, intrufolandosi come succede ora, dopo una svolta, tra le battute finali del tessuto urbano. Anche se, comunque, quest’ingresso resterà inalterato, alla maniera del prosieguo per la vicina cittadina peuceta, secondo l’odierna direttrice che, forse entro l’anno, andrà perfino dotandosi di tre rondò, in corrispondenza rispettivamente di via Selva, via Graviscella e via Ferri Rocco.
Veduta prospettica del raccordo in costruzione tra la SS “96” e la SS “99”. Fotografia: A. Chiaromonte
La viabilità della strada oggi deputata ai banchetti del Sabato, nell’ultima porzione della propria carreggiata, andrà d’altro canto garantita perlomeno fino ai paraggi della perpendicolare via Saluzzo, dunque fatto salvo il recinto intorno al Palazzetto ed anche, scendendo, brevemente oltre, così da lasciar agevole l’accesso sia per gli allenamenti che per le partite che in quello avvengono, come pure per gli esercizi commerciali che tengono vetrina di fronte alla struttura sportiva.

Il passo più in alto, invece, dov’è prevista la messa in salvo del percorso piantato ad alberi, partirà dall’incrocio con via Annibale di Francia, per proseguire discendendo sino all’apertura di piazza Giuseppe De Napoli.

Si tratta di quella fascia dove i rizomi dei pini, sviluppandosi di sotto ai marciapiedi ed ancora al manto di catrame, hanno finito per emergere gonfiando il fondo stradale qua e là e, purtroppo, con il tempo, anche corrompendo i piani terra d’alcuni stabili che si protendono sul limitare.

“Si dovrà procedere” - precisa Locapo - “lavorando di trincea. Bisognerà, cioè, scavare sotto lo strato di bitume per rimuovere completamente l’apparato radicale”.

La stessa movimentazione delle vetture su questo lembo di viale, del tutto a senso unico e da percorrere in discesa, è resa incerta, se non talvolta assai difficile, da piccoli dossi e sorte di conche create appunto dall’espansione anomala dei radicali arborei.

Prescelto per la dislocazione è viale Monsignor Domenico Chierico, un asse di collegamento che, iniziando da un attraversamento con via Parisi, seguita il proprio corso raggiungendo lo slargo antistante l’ingresso della stazione delle Ferrovie dello Stato. Da qui l’agio impiegato continuerà a dipanarsi lungo via XXIV Maggio e poi per l’intero viale Michele Felice Chironna, fino ad una manciata di metri prima di uno dei due passaggi a livello che intersecano la Provinciale “157” per Quasano.

L’emersione delle radici ha coinvolto marciapiedi e carreggiata di via Manzoni. Fotografia: A. Chiaromonte
A decretarlo una delibera di Giunta emanata il 20 di Gennaio passato, dove comunque s’esplicita il carattere temporaneo della decisione in attesa d’approvare un nuovo “Piano Comunale per il Commercio su Aree Pubbliche” da parte dell’assise Consiliare, vale a dire aspettando che, soprattutto, sia creata una superficie “idonea e sufficientemente attrezzata”  per il consueto evento settimanale.

“A differenza dell’attuale sede stradale” - soggiunge ancora Locapo - “con diversi coni di bottiglia al proprio interno, quella da noi selezionata si presenta omogenea oltre che ampia in larghezza e sviluppata in lunghezza. Questo ci permetterà di disporre le bancarelle solo da un lato, così da render più scorrevole l’andirivieni dei nostri concittadini, come pure il varco per gli automezzi di soccorso”.
Ma oltre alla problematica del movimento delle ambulanze, dovrebbe andar superata anche quella dei servizi igienici, indicati dalle maestranze del Comune sia in quelli del vicino stadio “Tonino D’Angelo”, sia negli altri della stazione ferroviaria, sia ancora in appositi bagni chimici che dovrebbero essere allocati lungo lo stesso tracciato, ognuno distanziato dall’altro di cinquecento metri all’incirca.

Così dolente, inoltre, non parrebbe neppure il tasto della raggiungibilità del sito a piedi, grazie alle confluenti via IV Novembre e viale Regina Margherita mentre, per chi adopera l’automobile, sembrerebbero per ora adeguati al parcheggio gli spazi liberi della zona artigianale che s’apre dall’altro versante della via ferrata. Senza contare l’opportunità del treno stesso, come mezzo di trasporto, per chi proviene dai centri limitrofi, con l’epilogo d’approdare immediatamente nel contesto del mercato una volta raggiunta la fermata centrale.

Entusiasta dello sviluppo dei fatti Angela Calia che, a voce del Comitato intitolato alla strada che ancora ospita le mercature a cielo aperto, esclama: “finalmente, dopo anni, ognuno dei residenti si riappropriera' dello spazio che gli spetta, senza più essere vessato dal punto di vista del traffico, della sicurezza e dell'igiene”.

Attuale stato di rovina di via Manzoni nella sua zona alberata. Fotografia: A. Chiaromonte
Sia pure con riserva, si pronuncia d’accordo con la nuova prospettiva l’assicuratore Saverio Mascolo, coordinatore del “Movimento Schittuli” per il borgo federiciano nonchè, in passato, a capo della sezione locale della “Confcommercio”. Proprio in quest’ultimo ruolo, all’epoca del mandato di Rachele Popolizio, fu promotore di un’azione legale contro l’Amministrazione comunale perché l’appuntamento ebdomadario venisse impedito laddove ad oggi si svolge, dando fuoco formale al dissenso d’una fazione degli esercenti che vi avevano le proprie attività.

“L’impegno assunto dalla coalizione di Forte” - informa - “prevedeva non l’ennesimo trasferimento precario, ma d’edificare un’apposita area per lo scopo ricorrendo ad un project financing, per il quale si registra invece un grave ed ingiustificato ritardo. Tuttavia, nelle more d’un soluto ultimativo, si trasferisca immediatamente dove stabilito”.

Viale Monsignor Domenico Chierico dall’imbocco di via Parisi. Fotografia: A. Chiaromonte
Un iter diplomatico, invece, è quello caldeggiato da Filippo Berloco, dirigente della “Confartigianato”, l’organizzazione sindacale che, al pari di “Confcommercio”, “Confesercenti” e “C.N.A.” (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), è tra le maggiormente rappresentative in loco ad esser state frequentate con più ricorrenza dal Governo civico per un raffronto sul tema.

“La miglior determinazione per il mercato” - chiosa - “consisterebbe nell’iniziare la prossima turnazione evitando d’accusare colpi. Dunque si potrebbe, a settimane alternate, una volta dove si trova ora ed una volta dove s’è previsto. Si tratta, cioè, di garantire il tutto gradatamente, il che potrebbe tornare utile caso mai non funzionasse la diversa situazione”.

“Nel corso di vari tavoli di concertazione s’è presa coscienza dell’atteggiamento dell’Amministrazione” - rivela Tonia Massaro, attuale presidente della “Confcommercio” altamurana - “in considerazione di urgenze ben note dovute ad opere pubbliche sul punto d’avvenire. S’è cercato, insieme anche agli esponenti delle associazioni di settore, di trovare un compromesso che potesse essere quello meno doloroso per tutti. Va pure detto che i rappresentanti dell’organismo federativo degli ambulanti, così come anche singoli venditori presenti alle varie riunioni, hanno accertato quanto nelle intenzioni dell’ente comunale, ma sin dal primo istante sono stati in disaccordo con il trasloco, poiché ritenuto dannoso dei propri interessi”.

Un momento della conferenza tematica avvenuta presso la parrocchia della Trasfigurazione. Riconoscibile al centro Savino Montaruli, referente per “Unimpresa”
E conclude: “è vero pure che, purtroppo, essendo un mercato molto grande, questo nostro con oltre trecento componenti, non c’è un granchè dove poterlo piazzare. Cosicché, davanti alla scelta di chi oggi ci governa, s’è dovuto attestarla riconoscendo la scarsità di efficaci alternative, anche se rimane la fiducia che possa predisporsi al più presto un suolo polivalente e permanente”.

“Abbiamo valutato diverse opzioni” - ammette Nicola Cirrottola, dal direttivo territoriale della “C.N.A.”. E spiega: “viale Chierico è risultata essere quella con minor criticità, ma precisando che essa riveste comunque carattere transitorio, in attesa d’imbastire quanto prima un’appropriata estensione. Allargando il dibattito ai sindacati degli operatori coinvolti, per meglio analizzarne le esigenze specifiche, abbiamo poi sollecitato un’ulteriore verifica in municipio e stiamo ancora attendendo d’essere convocati”.

Di tutt’altro orizzonte la veduta di Nicola Caggiano che, per conto della “Confesercenti”, avverte: “mai abbiamo espresso parere favorevole al trasferimento “provvisorio”, malgrado non ci siamo sottratti dalla nostra responsabilità d’offrire suggerimenti utili per garantire sicurezza ai soggetti implicati, atteso l’approccio mediocre sia di Amministratori che di tecnici comunali.”

E carica, alludendo alla sistemazione in viale Chierico: “non siamo pertanto aperti a soluzioni che, similmente a quella di adesso risalente al 2002, vengono presentate come “provvisorie” salvo poi a perdurare molteplici anni. Saremmo disponibili a prendere in considerazione un’allocazione temporalmente limitata solo in presenza di atti pubblici di Giunta e di Consiglio comunale, i quali individuino la zona risolutiva, ne affidino la progettazione, ne ricerchino i finanziamenti necessari, l’appaltino e la cantierizzino in tempi certi e definiti. Ogni altra ipotesi produrrà esclusivamente lo scostamento del disagio da un fianco all’altro della città, sarà contro legge, servirà solo a mantenere una vaga e vacua promessa elettorale”.

Nessun entusiasmo per l’evoluzione assunta dalla vicenda manco da parte del consigliere comunale d’Opposizione Antonello Stigliano. “La nostra linea” - sacramenta l’avvocato altamurano - “vale a dire quella del “Partito Democratico”, ad oggi non è mutata. Non ci piacciono i pannicelli caldi, vale a dire i modi che fanno da tampone. Noi vorremmo che s’arrivasse alla risposta ultima del problema. Fino a questa è meglio razionalizzare l’attuale ubicazione perché temiamo che, spostando sempre in maniera passeggera, la nuova configurazione venga poi istituzionalizzata, rimanendo invariata per altri vent’anni”.

E sugli spalti opposti s’agita almeno anche una certa somma di commercianti che hanno i propri negozi sulla via.

“Riceveremo un danno certo dalla cessazione del commerciare itinerante” - allarma Saverio Florio, titolare della pasticceria omonima. E aggiunge: “senza parlare delle escavazioni che comporteranno la sospensione del transito nella frazione interessata dal rifacimento della pavimentazione. Cosicché giungerà un momento nel quale non solamente non potremo contare sullo straordinario flusso di quella metà giornata, ma nemmeno più su quello ordinario dei clienti quotidiani. L’unica speranza è che, almeno, si proceda per settori, in modo da evitare un blocco totale che si prolunghi eccessivamente”.

“Ero e resto decisamente contrario allo sgombero” -  asserisce Vincenzo Acquaviva, proprietario della frutteria “Il Sole della Murgia” - “in quanto per noi il mercato produce una più rilevante utenza. Aggiungo soltanto che, al di là di me e di altri che qui hanno la propria economia da svariati decenni, v’è anche chi ha iniziato o acquistato di recente un’attività commerciale e lo ha fatto proprio considerando il maggior profitto legato a quella particolare mattina”.

Ma, all’abbandono della collocazione tuttora in vigore, la più determinata anche per il risvolto della protesta, rimane l’ostilità da parte dei mercatali.
L’aula della parrocchia della Trasfigurazione nel corso della conferenza

Sono stati costoro, infatti, nel tardo pomeriggio del 23 Febbraio scorso, insieme ad esponenti di talune aggregazioni categoriali, a darsi adunanza in un’aula della parrocchia della Trasfigurazione, dove un animato dibattito ha lasciato emergere una volontà condivisa a non modificare l’attuale status quo.

Tra le tematiche affrontate durante la discussione, andatasi accendendosi con il susseguirsi delle allocuzioni, quella di strategie differenti dal dislocamento.

“La conciliazione della totalità degli interventi” - illustra Savino Montaruli, referente per “Unimpresa” e tra i relatori principali di quest’assemblea - “avverrebbe qualora si prevedesse la loro esecuzione assieme allo spostamento momentaneo di alcune postazioni di vendita, all’interno di un contesto allargato della stessa strada per intanto impegnata e prevedendo, per il solo tempo necessario, la possibilità di suddividere il mercato in due fasi settimanali, a modo da ridurre immediatamente della metà il numero dei posteggi, per poi ricongiungere l’intero assetto al termine dei lavori, che sarebbero accelerati al massimo, come previsto da una vigente legge regionale. Ancora un’altra idea, la più recente da noi avanzata, consiste nel lasciar libera l’intera arteria, occupando solo i pressi circostanti e conservando intatta l’unica occasione del Sabato”.

E rincalza, alludendo all’atto giuntale che fonda ufficialmente il passaggio alla locazione optata: “il sindaco sappia che, ad oggi, sono già oltre settemila le firme raccolte avverso il “suo” provvedimento. E settemila firme sono una manifestazione di dissenso. Se quelle firme dovessero aumentare ancora, starebbero a significare una sfiducia verso il suo Governo. Questo fa parte del gioco e il sindaco di Altamura lo deve sapere, per quanto a noi il fatto politico interessi ben poco. Noi vogliamo salvare questo mercato, perché i disastri fatti altrove sono rimasti e chi è venuto dopo ha sempre dato la colpa al proprio predecessore”.

Un altro incontro, stavolta nella Casa di Città, avvenuto nell’ultima decade di Marzo alla presenza del primo cittadino e dell’assessore per materia, ha permesso infine alle delegazioni dei mercatali di documentare la fondatezza della possibilità di restare dove si è ora, malgrado i trattamenti da avviarvi, attraverso la presentazione d’uno studio predisposto da un esperto di loro fiducia.

Ma, pure dopo questo più recente episodio, la posizione dell’istituzione municipale è parsa restare saldamente arroccata dietro la linea già maturata. “Ho considerato le proposte avanzate” - dichiara infatti oggi Forte - “ma il mercato si sposta in viale Chierico”. E, di fronte alla possibilità che, a cantieri conclusi, vengano ripristinate le circostanze precedenti, sentenzia ferreo: “mai più”.

S’attende ora il via all’inizio concreto delle operazioni, quelle annunciate dall’Anas anzitutto, poiché dovrebbero partire prima delle altre nella zona piantumata del viale, per le quali si dovrà attendere un appalto dedicato non appena ultimato un apposito progetto di riqualificazione, ancora allo studio negli uffici preposti del Comune.

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