Ricordo di Giuseppe Sangiorgi, un igienista d’altri tempi

di VITTORIO POLITO - Mi capita di leggere sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 1966, una lettera firmata da Giuseppe Sangiorgi, già direttore dell’Istituto d’Igiene dell’Università di Bari, il quale scriveva spesso, oltre che di cose scientifiche, anche lettere di argomenti vari.

Sangiorgi, in una delle sue lettere alla “Gazzetta” (5 gennaio 1963), proponeva “la necessità fisiologico-igienica d’invertire l’ordine… meteorico dei lavori: le sedute al mattino e sia il nostro giovane e brillante consesso comunale a darne, primo in Italia, l’esempio. Così si lavorerebbe con un cervello riposato, più pronto a pensare e a reagire! Non è forse una buona norma igienica di non praticare l’educazione fisica con un cervello stanco?”.

E concludeva, “che un mandato pubblico, se lo si accetta (non per vanagloria, ma per «servire» e bene la collettività) lo si deve adempiere con tutti i crismi della efficienza fisica e mentale.”

Un’ottima idea che non è stata mai accettata, e se avesse avuto modo di assistere in questi tempi, al degrado della politica e dei ‘politicanti’, sarebbe stato certamente molto disgustato.

Ma vediamo chi era il professor Sangiorgi, la cui carriera non era stata priva di spine e, per questo, forse, si deve la sua propensione a stare fra i giovani e dare una mano a chi era meritevole di aiuto.

Ottimo divulgatore della scienza con la penna e la parola, fu insignito di medaglie d’oro e d’argento al Merito della Sanità Pubblica. Originalità e profondità nelle sue osservazioni scientifiche, oratore efficace, semplice eloquio, erano le caratteristiche che facevano forte presa sull’uditorio. Egli scriveva e parlava fluentemente francese, inglese, tedesco, spagnolo e russo, insomma era un poliglotta, e ha lasciato un saggio in una “lezione esaglotta” dal titolo “Elogio dei microbi” nella quale illustra le “tante virtù che hanno i microbi” che “essi soli, si incaricano della demolizione di tutto ciò che gli altri hanno edificato”.

Un’altra passione è quella dedicata a musicisti, prediligendo Puccini, Beethoven, Chopin. Egli stesso era un pianista che suonava per un’ora tutte le mattine, fino a qualche giorno prima della sua morte che avvenne a 90 anni.

Sangiorgi visse a Bari la seconda metà della sua vita, dando alla nostra città, alla Puglia e alla “sua” Cattedra di Igiene, che lasciava come professore emerito, quel lustro e quella notorietà riconosciuti da tutti.

Bari gli ha intitolato una strada, dopo l’attribuzione di un pubblico attestato di gratitudine della città.

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