Pasquale Sorrenti, il Principe dei librai

di GIANNI CAVALLI - Mercoledì  11 aprile, slittato di quasi 70 minuti un fastidioso e complesso esame clinico, trovandomi nei pressi di piazza Moro, avevo deciso finalmente di attuare la visita, sempre promessa e mai posta in essere, presso lo studio di Gianni Antonucci, l’immenso Gianni Antonucci : un professionista che sa tutto della squadra biancorossa e che possiede un archivio spaventoso, disseminato in tanti  preziosi libri pubblicati, alimentato giornalmente da passione, competenza e ‘tifo’.  Dal momento che, come espongo in seguito, l’incontro non vi è stato, mi impegno, con il vero medico ’curante’ del Bari, a festeggiare, la ‘possibile’ probabile promozione della squadra, presso la ‘memoria storica’ dei galletti ( Michele tranquillo offro io al genitore !).  Mentre attraversavo ‘lentissimamente’ dall’altezza del Monte Paschi per raggiungere lo studio Antonucci, una voce che non mi era parsa ‘estranea’ ha esclamato : « Finalmente, Gianni, ti ho incrociato. Che sia il mio giorno fortunato». 

Riconosciuto l’ interlocutore mi sono limitato a fare una battuta che esprimeva totalmente il mio stato d’animo: «Trovare la fortuna è possibile, trattenerla è difficile».  Il  mio vecchio amico di Flacco, ma non di classe, divenuto scrittore da pensionato, subito  voleva celebrare l’incontro nel vicino bar e sono stato costretto a dirgli che non  potevo per esigenze mediche ecc. ecc.   Sfortunatamente era libera anche una panchina  - non ti offendere amico qualora ti capitasse di leggere queste note : sai che mi piace celiare…dicendo cose verosimili - e appena ci siamo seduti il signor X ha aperto la borsa, da me ben conosciuta,  estraendo il suo ‘masterpeace’ che  ha tenuto a precisarmi aveva spurgato di oltre 115 pagine dal nostro ultimo incontro, avvenuto -  ricordi suoi - ai primi di agosto del 2016, occasione in cui gli avevo fatto notare una certa prolissità.  Non vi racconto della quasi mezz’ora trascorsa su una panchina diventata…bollente, ma il caso  - cosa diversa dalla dea bendata - ha voluto che Ruggiero Riefolo - l’archivio vivente ed efficiente della libreria Roma, professionista serio, scrupoloso e sempre allegro - passando e forse,  impietosito dal mio volto sofferente, mi ha ricordato che era arrivato il libro di mia figlia e che potevo prendere il testo dedicato a Pasquale Sorrenti. Sono convinto che il sempre vigile  Ruggiero avesse capito che avevo bisogno di concreto aiuto - non è facile andare in soccorso di qualcuno, ci vuole sensibilità, tatto, consuetudine ed esperienza, le stesse qualità  che richiedono il rapporto quotidiano con i libri - ed il suo comportamento è stato esemplare.  Salutato X, che verrà a trovarmi prossimamente, ho preso i libri, augurato la buona giornata al ‘patron’ della libreria, il sempre elegante Renato Gagliano, e sono tornato a disposizione della scienza.  Tutto questo spreco di parole mi è servito per farvi sapere che ho finalmente fra le mani il volume dedicato a Sorrenti dal titolo ‘Il principe dei librai’.  La pubblicazione  si deve all’iniziativa di Luigi Bramato che ha fondato «LB edizioni» con l’entusiasmo che solo i giovani possono e devono avere e che può essere considerata già una piccola realtà nel settore.

Il libro raccoglie le testimonianze di alcuni amici di Sorrenti : Bizzarro, il sottoscritto, Interesse, Laurora, Mastrolonardo, Pani, Santoliquido, Saponaro, Scianatico, Stagnani e dei figli Giovanna e Pierluigi Sorrenti.

Rino Bizzarro nel ricordare l’amico dice una verità inconfutabile :«…era anche un commerciante navigato, bisogna riconoscerlo, che proveniva da una gavetta lunga e durissima….non era un tipo tanto morbido o, come diremmo noi baresi ‘dolce di sale’…».  Italo Interesse rammenta che nel 1982 Sorrenti gli trovò immediatamente una guida di New York : posso garantirgli che non sempre era così e che spesso prima di giungere alla meta  occorreva del tempo, ma l’abile libraio invitava il cliente, qualora non fosse di ‘casa’, a dare una ‘sbirciatina’ in giro in cerca di qualcosa di particolare, spesso, questa ricerca, dava i frutti sperati per la felicità del compratore e  di Sorrenti.  Alla signora Graziella Laurora, che ricorda una gita con Sorrenti e Saponaro a Fasano per trovare un pittore svizzero che si era trasferito in zona per essere vicino alla leonessa Sciù-Sciù, rivelo che chi scrive varò una collana per lanciare il romanzo di Saponaro dal titolo ‘ La Leonessa’, ispirato  proprio da questo incontro. Forse non tutti sanno che nel film che volevo girare, tratto dal libro, anche Pasquale Sorrenti avrebbe avuto una parte.  Fu proprio il ‘principe dei librai’ a dirmi che Giorgio non avrebbe mantenuto l’impegno preso con me : questa è un’altra storia che niente può insegnare.  A proposito di Falanga signora, se vuole, posso darle il cellulare.

Raffaello Mastrolonardo può essere felice perché il Comune di Bari, per interessamento dell’Assessore Angelo Tomasicchio, ha reso possibile, con gli interessi, quello che lui aveva auspicato : sotto la Muraglia si può ammirare un giardino intitolato a Pasquale Sorrenti.

Così Egidio Pani ricorda Sorrenti : « Con il viso aperto e sornione al tempo stesso, sorridente e crucciato quando necessario. Gli occhi sempre aperti alla speranza. Libraio per vocazione». Ad Egidio dico per quanto riguarda il riferimento ad Osvaldo Greco , Assessore alla Cultura al Comune di Bari, per quei volumi sulla storia organica su Bari ritengo di aver ‘prestato’ consigli e tempo in quantità…poi ‘omnia munda mundis’.  Per cui non ti lamentare : non sempre il progetto premia chi lo ‘progettò’ e…

«Il ricordo di Pasquale Sorrenti profuma di buonumore e di disponibilità verso il prossimo, perché egli era attento alle relazioni che tesseva con umiltà e saggezza….Il fulcro di quell’ambiente semplice e suggestivo era lui, talvolta visibile a mezzo busto mentre dispensava consigli ai probabili acquirenti…».

Anna Santoliquido con queste schiette,  eppure poetiche parole, ci presenta l’uomo, il libraio, l’amico.

A  Giorgio Saponaro voglio raccontare un episodio che è testimonianza di vita vissuta e di grande stima-amore-considerazione che Pasquale nutriva per lui. Una mattina mi telefona alle 6,45 in azienda : « Gianni ti prego ho bisogno di aiuto vieni». Vado e vi era il caos : libri a terra,  acqua che scorreva dal muro. Ero giovane per cui velocemente spostai e lo aiutai, ma ad un certo punto per passare dall’altra parte presi la TUA sedia, su cui correttamente aveva ‘steso’ « La Gazzetta» appena acquistata, e cercai di salire… quando fui investito da un NOOOOO, avevo visto spesso Sorrenti adirato e alterato, ma mai così ‘incazzato’.  Mi cacciò, salvo venire verso le 8,30 per chiedere a mio padre due persone che dovevano aiutarlo a mettere ordine.  La mattina dopo, a tutti i costi, volle condividere con me un pezzo di focaccia e mi chiese secondo te : « E’ riscaldata».  Quando andai via quasi a scusarsi mi regalò : « Voi giovani fate le cose senza pensare».   

Leggendo il ricordo di Scianatico e del suo cenno alla mitica Olivetti di Sorrenti non posso fare a meno di ricordare che tutti gli consigliavamo di cambiare il nastro usurato;  per chi doveva comporre i libri erano dolori e lui diceva con grande eleganza e ‘impudenza’ si legge benissimo…leggendo cose che erano impresse nella sua mente, ma non sul foglio di carta.  Al carissimo assente per chiamata superiore Vittorio Stagnani - l’uomo di Amuleia e altri sogni - non posso che confermare che Sorrenti, una domenica mattina da noi, riuscì a convincere tutti gli amici abituali di Levante che la vera tiella si fa con riso, patate e cozze, senza ‘checòzze’…anche se dovette ammettere che la zucchina rende più sugoso il tutto, chiaramente l’abilità dell’operatore è fondamentale. Ritengo che in questa discussione culinaria fu il professore Mongelli a schierarsi da subito con Sorrenti, mentre, - questo il mio ricordo - altri, sottoscritto compreso, gradivano entrambe le soluzioni.  Più volte ho riaccompagnato a casa Pasquale la domenica, lui voleva scendere sempre ai giardini della Chiesa Russa, spesso mi ha parlato con amore e trasporto dei figli : doveva essere lui a intavolare la discussione, a volte mi chiedeva : « Sono troppo severo secondo te con loro », io difficilmente prendevo posizione perché avevo notato che lui si lasciava andare solo con mio padre. Tutte le volte che cercavo di dargli ‘suggerimenti’ di lavoro, nel comune interesse, lui andava da mio padre e ‘pretendeva’ la ragione, la sua ‘ragione’.   Vi è una verità che va detta e vale per tutti : i grandi uomini meritano la nostra riconoscenza, affetto e stima, ma non dobbiamo mai dimenticare che sono stati soltanto uomini.

Sorrenti è stato un grande uomo, un grande genitore, un grande libraio, anzi un principe dei librai ed è giusto che Giovanna, Pierluigi e tutti gli amici lo ricordino in questo modo : i libri che lui ha scritto serviranno a tramandarne la memoria.   Pasquale tranquillo non avrai bisogno della ‘rete’ per continuare a ‘vivere’…anzi per cortesia convinci Vittorio a lasciare la bicicletta, dalle vostri parti l’ecologia è insita nel sistema, almeno così pare a noi. Dimenticavo per quanto riguarda la copertina del libro : le eventuali ‘rimostranze’ per la  caricatura di Mino Colonna vanno rivolte all’editore Luigi Bramato, i tuoi figli  sono ‘innocenti’. A presto, ma… con calma.

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