Rischio di infezioni nell'assistenza ai malati, gli infermieri in prima linea a Lecce per adottare le misure più efficaci

LECCE - Si chiamano «infezioni correlate all’assistenza» (ICA) e sono più frequenti di quanto si possa immaginare. Si parla di almeno 5-8 casi ogni 100 ricoverati in strutture sanitarie, ma le infezioni non risparmiano neppure le case di cura, l’assistenza a domicilio e gli ambulatori.

Un enorme problema, anche sotto l’aspetto clinico-economico, che ha richiamato a Lecce gli infermieri specialisti nel rischio infettivo, riuniti nella società scientifica “Anipio”.

«L’infezione è un rischio al quale è sottoposto il paziente durante il suo percorso di cura  – ha spiegato Maria Antonietta Pompeo, vice presidente nazionale di Anipio – Possono cioè crearsi dei piccoli incidenti di percorso che determinano il rischio di contrarre una patologia in più all’interno del percorso assistenziale. E non è un problema che emerge oggi  - aggiunge -  ma sta diventando una vera e propria urgenza, perché investe tutti gli ambiti della sanità pubblica».

Il rischio di infezioni si è fatto più concreto perchè i germi più responsabili hanno elaborato delle resistenze nei confronti degli antibiotici.

«Un problema gravoso a livello mondiale quello della antibiotico-resistenza – spiega Pompeo – legato anche all’aumento dell’età media e quindi alle cure che si prolungano nel tempo».

I germi da combattere sono quelli multiresistenti, come ad esempio la klebsiella Pneumoniae, l’ acinetobacter baumannii , lo pseudomonas aeruginosa o lo stafilococco aureo.

La strategia di attacco riguarda il paziente ma anche  l’ambiente, gli  alimenti e la medicina veterinaria. Un approccio globale.

«Il convegno si è tenuto a Lecce per dare la possibilità ad Anipio di essere conosciuta anche nel meridione, fa sapere Lina Spedicato delegata per la Puglia – e per condividere le conoscenze e le linee guida».

«Secondo l’Oms, le aree più esposte alle infezioni – spiega Marcello Antonazzo, presidente di OBI Lecce, l’Ordine delle professioni infermieristiche - riguardano l’inserimento dei cateteri vascolari, le problematiche associate alle patologie ventilatorie e le infezioni del tratto urinario».


Nella Asl di Lecce da oltre un anno è attivo un gruppo interdisciplinare per il monitoraggio del rischio clinico. In prima linea, oltre ad Antonio Sacco, infermiere presso la direzione medica, anche il direttore del “Vito Fazzi”, Giampiero Frassanito e la dottoressa Patrizia Ciminiello.

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