Viaggio nell'arte contemporanea

(Fontana, Concetto spaziale)
di CRISTINA ANTIFORA - Nel settimo libro della repubblica, Platone racconta che gli uomini sono incatenati  nel fondo di una caverna buia e vedono solo ombre che sono proiettate da un fuoco alle loro spalle. Pensano che quella sia la realtà. Poi, uno di loro, penso all'Ulisse dantesco, riesce a liberarsi, esce allo scoperto e vede la luce del sole e il mondo che lo circonda. All'inizio la luce lo stordisce : i suoi occhi non sono abituati. Ma riesce a guardare e torna felice dai suoi compagni per raccontare quello che ha visto.

I compagni all'inizio stentano a credergli. Platone vuole dire che noi tutti simo in fondo ad una caverna, legati alla catena della nostra ignoranza, dei nostri pregiudizi e che i nostri deboli sensi ci mostrano solo ombre. Cercare di vedere più lontano spesso ci confonde: non siamo abituati. Ma ci proviamo.

La scienza è guardare più lontano. Ma la pittura è parte integrante della scienza. Il pensiero scientifico esplora e ridisegna il mondo. Ma anche l'arte della pittura è una esplorazione continua di forme di pensiero. La sua forza sta nel visionare e svelare territori nuovi del reale. Questo fa il vero artista: vede quello che gli altri non vedono.

Potremmo trovare le risposte che cerchiamo nella continua osservazione e in particolare nel grande libro della natura. La natura ci suggerisce tutto. Come sostiene Democrito; “ VERITAS IN PROFUNDIS EST”. Niente si inventa, tutto si scopre.

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