Frank Nemola (intervista): "Spesso mi ritrovo sul palco senza riuscire a trattenere le lacrime"

di PIERO CHIMENTI - Frank Nemola, pluristrumentista e colonna della band di Vasco da oltre 20 anni, è tornato nella sua Puglia per i due giorni del VascoNonStop Live del 16 e 17 giugno a Bari. Non tutti sanno che l'uomo che tromba, così come viene definito da Diego Spagnoli nei live, originario di Lecce, ha prodotto molti famosi artisti tra cui i Sud Sound System, Neffa, Franki HI-NGR MC, oltre ad aver collaborato per gli Stadio e curato le musiche del film Albakiara, insieme a Gaetano Curreri.

Il trombettista del Blasco si è gentilmente raccontato, rispondendo alle nostre domande.

Nel corso della tua carriera artistica hai suonato jazz, dance, new wave fino ad arrivare a Vasco Rossi. Cosa ti lega da oltre 20 anni al suo rock che è quasi agli antipodi rispetto alla tua cultura musicale?

In realtà non è agli antipodi! Io sono anche molto rock... Quello che mi lega è la eccezionale potenza emozionale di Vasco, e la semplicità con cui riesce a trasmettere dei pensieri profondi! Le sue canzoni vanno a toccare delle corde molto intime per cui spesso mi ritrovo a essere sul palco e non riuscire a trattenere le lacrime...

Hai detto in una precedente intervista radiofonica che in giro c'è poca creatività musicale. In cosa secondo te i giovani possono cercarla o trarre ispirazione?

La creatività va coltivata. Ha bisogno di tanta curiosità e disponibilità a mettersi in discussione. Trovo che ci sia troppa gente depositaria di verità indiscutibili, e poca voglia di giocare...

Grande artista polistrumentista ed esperto di elettronica, sei entrato nella band come sperimentatore con Rock 97. Ora sei uno dei pilastri della musica di Vasco, sempre più elettronica, quasi da precursore dei tempi. Quanto hai contribuito sull'evoluzione musicale di Vasco?

Abbastanza! (ride).

A 18 anni hai dovuto lasciare la tua Lecce per cercare fortuna artistica a Bologna. Come si può fermare la fuga al nord di talenti meridionali? Che legame conservi con il Salento e le sue tradizioni?

Il Salento è la mia terra , e quando torno mi piace percorrere le strade  poco frequentate che collegano i paesini della provincia... Mi sento a casa! Trovo che, se parliamo di fuga, il fenomeno si sia espanso e ora i ragazzi pensano di andare oltre il nord, fuori dall’Italia, paese in cui la cultura è considerata un inutile surplus. Nel programma di quest'ultimo governo non è neanche citata, come se fosse una parolaccia! E conosco tantissimi talenti pugliesi che si scontrano con questa concezione dell’arte.

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