Paesaggi spirituali: Santuario garganico e San Michele

(credits: santuariosanmichele.it)
di DONATO FORENZA - Presso il Circolo Unione in Bari è stato organizzato dal Rotary Club Bari, presieduto da Valeria Viterbo, un interessante seminario sugli aspetti interdisciplinari “San Michele e i Longobardi: per una storia del Santuario garganico Patrimonio dell’Umanità”, con relatrice la prof.ssa Ada Campione Giorgino, docente dell’Università di Bari. La relatrice ha brillantemente descritto con mirabile rilevanza i temi dell’evento, riscuotendo positivi consensi. In Italia, dall’anno 568, in cui si verificò la discesa dei Longobardi, sino alla fase terminale dell’anno 774 (con la fine del re Desiderio), la “Grotta di San Michele” assume il ruolo del più importante luogo di culto micaelico dell’Occidente. Sin dall’Alto Medioevo, si è confermato un peculiare luogo di spiritualità nei secoli e si è caratterizzato anche per la dimensione spaziale della montagna. San Michele apparve in sogno al vescovo Lorenzo di Maiorano, e gli disse: “Io sono l’Arcangelo Michele, la Grotta è a me sacra ed io l’ho scelta“. Il culto dell’Arcangelo Michele, prima di affermarsi sulle aree del Gargano, era diffuso in vari territori dell’Oriente, Egitto, Grecia, Siria, etc. In Costantinopoli era presente un santuario micaelico voluto da Costantino.

La Grotta, dapprima proto bizantina, era custodita da monaci bizantini. San Michele, santo taumaturgo, venuto dall’Oriente, trovò sul promontorio del Monte Gargano un ecosistema idoneo per lo sviluppo della spiritualità, in armonia con percettività topiche uniche per tre elementi dimensionali naturali, che permetteranno di enucleare il suo carattere taumaturgico, le sue virtù e il suo potere salvifico. La valenza della montagna è incontro e frontiera tra cielo e terra, tra il visibile e l’invisibile; inoltre, dimensioni semiologiche sono percepibili nell’acqua che guarisce, e nella grotta sacra, nella roccia, e la pietra che diventa reliquia. Il culto Micaelico si sviluppò tra i Longobardi a seguito della conversione dall’arianesimo, e dal paganesimo, al cattolicesimo, verificatasi dopo il 568, con particolare venerazione per l’Arcangelo Michele, al quale attribuirono virtù guerriere e guida verso l’aldilà.

Il Santuario di San Michele fu oggetto di alcuni notevoli interventi di ristrutturazione (sostenuti dai Duchi di Benevento con Grimoaldo I° nel 650, e poi con Romualdo I° e Romualdo II°), per consentire il transito alla Grotta (con costruzione di una doppia scala per facilitare l’entrata e l’uscita) e per alloggiare i pellegrini. Il Santuario del Gargano, al termine del Regno Longobardo, mantenne la sua valenza nel contesto del Ducato di Benevento, e successivamente vi si dedicarono i Normanni, poi gli Svevi e gli Angioini, che effettuarono importanti ristrutturazioni, abbellimenti e decorazioni. Il Santuario di San Michele Arcangelo è diventato, in vari secoli, una delle fondamentali linee di percorsi di pellegrinaggi della cristianità. Documentazioni storiche, valenze iconiche documentate da iscrizioni murarie, anche con quattro iscrizioni runiche, attestano la rilevanza internazionale dei luoghi; essi risultano anche tappa di variante della Via Francigena, chiamata Via Sacra Longobardorum, che connetteva zone d’Europa con la Terra Santa, a partire da Mont Saint Michel.

Riteniamo che diventato sito dell’Unesco (giugno 2011), il Santuario, a nostro avviso, il Gargano e la Puglia rappresentano luoghi impareggiabili e paesaggi poliedrici unici al mondo. La  National Geographic Society ha riconosciuto (gennaio 2014) la Grotta di San Michele Arcangelo come una delle grotte più belle del mondo; la grotta è situata nell'Abbazia di Monte Sant'Angelo (FG);è l'unica grotta italiana nella lista delle prime dieci.

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