Bari, l'autismo è 'nu casin n gap': il flashmob in piazza di Asfa

di LUIGI LAGUARAGNELLA - Tanti palloncini blu e magliette con la scritta “Autism is… nu casin n gap” hanno colorato la serata di piazza del Ferrarese. A indossare le t-shirt erano le famiglie e i sostenitori di Asfa, l’associazione che sostiene le famiglie con autismo. Mamme e papà tenevano per mano o giocavano insieme ai loro figli che scorrazzavano per la piazza in un clima festoso in un momento importante di relazione. E’ bene ricordare, infatti, che l’autismo è un disturbo che compromette l’interazione sociale e quindi problemi di comunicazione verbale e non verbale. Si può dire che i soggetti autistici hanno soltanto un modo diverso di comunicare che è bene sapere interpretare. Senza dubbio, come recita il titolo del flashmob organizzato il 20 luglio, l’autismo “è nu casin n gap” anche per le famiglie che si ritrovano improvvisamente ad affrontare problemi inaspettati.

E’ quello che ha detto Rocco, un volontario di Asfa, prima del volo simbolico dei palloncini alla presenza del sindaco Decaro. Rocco ammette le paure di due genitori che scoprono l’autismo nel loro figlio, ma sottolinea il valore della relazione e della condivisione delle esperienze nell’associazione. L’associazione e il supporto di altre famiglie e amici alleggeriscono il carico di lavoro e di attenzioni che meritano gli autistici.

Racconta Rocco che Asfa è nata da circa un anno e mezzo e da cinque famiglie di partenza ora ne aderiscono più di cinquanta. L’associazione è aiutata da duecentodieci donatori e da alcuni imprese locali per i servizi utili per i ragazzi come l’attività in piscina, la musicoterapie, campi estivi, ma anche incrementare i progetti di psicomotricità, le terapie multisistematiche, oltre al progetto SEMI in un centro del quartiere San Paolo con l’obiettivo di un sostegno domiciliare alle famiglie con un’equipe di esperti Continua Rocco che questi momenti di festa, poi servono anche a far conoscere meglio l’autismo, soprattutto nelle scuole, dove i ragazzi si trovano a contatto con i coetanei, ma spesso sono le famiglie ad avere paura o ad essere infastidite dai comportamenti di un soggetto autistico nella classe.

L’informazione è importante perché l’autismo prima si scopre nel bambino, prima si lavora e prima si possono ottenere buoni risultati di miglioramento. Non è semplice scoprirlo, ma se si nota qualcosa nei primi due-tre anni di vita il lavoro di recupero può essere facilitato. Si stima che un bambino su sessantotto oggi diventa autistico

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