Cinema: 'Killing Adam', da Brindisi al sogno americano


di FRANCESCO GRECO - LOS ANGELES (California). "Ho iniziato a fare teatro da piccolo, in un teatrino del quartiere Commenda, a Brindisi, la città dove sono nato…". Comincia così la parabola, anzi, la favola del film-maker pugliese Dino Sardella che, partendo dal profondo Sud, in pochi anni si é fatto largo nella scena indipendente del cinema americano.

DOMANDA: Ricorda come si chiamava la compagnia che faceva teatro nel quartiere?
RISPOSTA: "“Amici del Teatro”. Mi sono da subito innamorato delle cosiddette performing arts. La passione per  il teatro mi ha portato a iscrivermi al Liceo Classico: volevo studiare le tragedie greche e le commedie latine".

D. Il mondo classico, greco-romano, è stato dunque il brodo primordiale che ha incubato la passione per cinema e teatro? 
R. "La passione per lo storytelling si é accentuata grazie alla scoperta della letteratura classica: così ho deciso di provare a scrivere “cose mie”.
Ho iniziato a scarabocchiare commedie, a inventare personaggi e storie su quaderni che poi ho ripreso da grande".

D. Che tipo di studi ha seguito?
R. "Dopo l'Università (Laurea in Economia delle Arti a Roma), mi sono trasferito a Londra, lì ho iniziato a lavorare in un teatro.
E così passavano giorni, settimane, mesi e anni. Il mio inglese migliorava e ho cominciato a scrivere piccoli spettacoli teatrali in inglese: scrivere in una lingua non tua é difficile, molto difficile, ed é una cosa che viene con l'impegno e tanta, tanta pratica".

D. Londra è famosa per la sua effervescenza artistica, anche teatrale…
R. "Infatti. Sono entrato a far parte di una compagnia teatrale e ho lavorato con loro per 5 anni fino a quando, dopo quasi 10 anni di permanenza nel Regno Unito, mi è arrivata la notizia che la mia domanda di ammissione al Programma di Sceneggiatura dell’UCLA (Universitá della California Los Angeles) era stata accettata. L’avevo fatta un pò così, per gioco, mandando come esempio dei miei lavori una parte di una sceneggiatura teatrale scritta a Londra. Non contavo di ricevere la lettera di ammissione…".

D. Trolley sempre pronto?
R. "Da Londra a Los Angeles. Qui ho studiato e sono entrato in contatto, tramite Internships e altre collaborazioni, con vari produttori indipendenti dai quali ho imparato i cosiddetti “ferri del mestiere”, stando il più possibile sul set e nelle “writers room”".

D. Anche LA, a fermenti creativi, non è da meno: e poi cos’è successo nella sua vita?
R. "Ho deciso di mescolare le mie conoscenze in campo teatrale, e le nuove (anche e soprattutto tecniche) cinematografiche, per provare a produrre qualcosa scritto da me".

D. E come si chiama il “qualcosa”? 
R. "”Killing Adam”, una dark comedy (Neil Simon é in assoluto il mio teatrante preferito e le sue commedie sono una mia grande ispirazione) che esplora l'ossessione della gente nei confronti dei social media".

D. E’ l’ossessione del mondo contemporaneo, liquido, virale, tema quindi più che mai attuale: come lo ha sviluppato?
R. "É partito tutto come un piccolo progetto, e invece, più la produzione andava avanti e più tutte le persone coinvolte (dal direttore della fotografia al compositore) hanno iniziato a credere sul serio nella validità dell'idea.
Pensi: ho avuto la fortuna di avere il corto colorato in post-produzione da un bravissimo colorista della Technicolor".

D. Riconoscimenti?
R. "A oggi “Killing Adam” ha vinto numerosi premi ed é in selezione ufficiale in alcuni festival indipendenti degli Stati Uniti, tant'é che ha creato un seguito di persone che scrivono chiedendo se verrà girato un sequel".

D. Vuole citarli? 
R. "”Killing Adam” è stato premiato come best dark comedy al “Top Short Film Festival”, come best comedy all’“International Festigious Film Festival”, al “Mindfield International Film Festival di Albuquerque in New Mexico” ha vinto il primo premio come “Best narrative short”, “Best Director”, “Best “Screenplay”, “Best Cinematography” (al direttore della fotografia Nicola de Prato) e “Best Original Score” (al compositore Santiago Velarde). Inoltre: “Best Dark Comedy” al “New York Film Award”, una honorable mention per “Recognition for Excellence in Film Making” al “Los Angeles Film Award”, “Best Narrative Short” e “Best Screenplay” al “Los Angeles Short Award”. E’, ancora, official selection al “Miami Independent Film Festival”".
 
D. Negli USA il cinema indipendente è forte e anche autonomo, non come da noi che dipende dalle major…
R. "Il circuito dei film festival “underground” o indipendenti qui negli USA é enorme e crea davvero un network di persone molto interessante.
Nel mondo “indie” da queste parti c'é entusiasmo e voglia di raccontare storie: una cosa lontana dalla Hollywood che tutti conoscono, dove i soldi contano prima di tutto.
Ed é davvero rinfrescante vedere persone (pubblico, giudici dei festival e anche direttori di festival) rispondere in maniera positiva a una storia come “Killing Adam” che per molti versi può sembrare “anomala”, con un senso dell' umorismo tra commedia dell'arte, satira e teatro dell'assurdo.
Sono questi i casi in cui ci si rende conto che, se il proprio messaggio arriva anche solo a una persona, é valsa la pena di lanciarlo".

D. E’ soddisfatto del lavoro e dell’eco provocata?
R. "E’ la mia prima esperienza: “Killing Adam” l’ho scritto, prodotto e diretto, quindi non posso proprio lamentarmi dei risultati.
Sperando in altri successi (sia per il film che per le persone che ci hanno lavorato e ci hanno messo il cuore), ci godiamo questo bel momento e questi premi…”. 

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto