Alberobello? Una strana cattedrale gotica

di VITTORIO POLITO - Il 1° marzo alle 17,30, sarà presentato ad Alberobello, presso la Chiusa di Chietri, il volume di Vinicio Aquaro “Alberobello – l’umanesimo dei trulli” (AGA editrice). Interverranno Michele M. Longo, Nicola Redavid, Vinicio Aquaro, Filippo Boscia, Francesco P. Selvaggi, Donato Pentassuglia, Vincenzo Magistà, Mons. Giuseppe Favale.

Il volume è una riedizione del 1988 e si avvale della prefazione di Franco Ferrarotti, sociologo e filosofo di fama mondiale e della presentazione di dom Donato Ogliari, arciabate e ordinario di Montecassino, 191° successore di San Benedetto, insigne poliglotta, teologo e liturgista.

Vinicio Aquaro, scrittore, saggista e operatore culturale, presidente del Premio nazionale “Valle dei Trulli, autore di numerose pubblicazioni, ancora una volta ricorda lo straordinario esempio di architettura naturale che rappresentano i trulli.

I trulli, com’è noto, non sono case di pigmei, né ambienti lillipuziani e neanche piccole cose fatte da piccoli uomini. Il trullo è nato come costruzione mono-ambientale a base circolare ed a copertura conica, in pietra locale e senza ausilio di malta. Con il passare del tempo è stata modificata la funzionalità, secondo la logica dei bisogni, diventando in seguito tipica ed emblematica. I trulli venivano generalmente edificati come ricoveri temporanei nelle campagne o abitazioni permanenti per gli agricoltori, diventando poi abituali abitazioni per i residenti. Uniche costruzioni al mondo sono oggi Patrimonio dell’Umanità.

Nel suo volume, Aquaro, ci parla della terra dei trulli distribuita su valli e colline, quasi al centro della Puglia, nella splendida Valle d’Itria, tra mar Ionio e Adriatico, una terra misteriosa con le sue tradizioni, con la sua spontaneità e con l’originalità e l’omogeneità proprie di un lungo sodalizio di intuizioni ed esperienze. Una terra bella e inconfondibile, conosciuta in tutto il mondo.

Si può, in altre parole, considerare Alberobello “una strana cattedrale gotica che ad un tempo osa e teme di slanciarsi verso l’alto con tanti messaggi per quante sono le guglie tozze e ripiene di umanità. Nella cattedrale, però, ci si reca per pregare, non per viverci; nei trulli invece si vive un arco integrale dal vagito di chi è appena nato al rantolo di chi sta per abbandonare le spoglie terrene. Forse il trullo significa più di un tempio!”

Il volume di Aquaro tratta anche delle origini dei trulli, dei segni e dei simboli, del particolare e singolare culto dei Santi Cosma e Damiano, della questione conservativa e della cultura naturale, sottolineando che “L’identità culturale dei trulli va riletta secondo una costante di aggiornamento perché venga superato il rischio del parassitismo e si instauri la continuità dei processi vitali, secondo la difficile ma pur necessaria opera di saldatura della cultura con la vita dell’ambiente territoriale”.

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