Briga (intervista): "Patty Pravo? L'ultima diva della canzone italiana"

di EDOARDO GIACOVAZZO - Intervista del Giornale di Puglia al cantautore romano Briga. Mattia Bellegrandi, in arte Briga, ha raggiunto la notorietà nel 2015 in seguito alla sua partecipazione alla quattordicesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi dove si è classificato al secondo posto nella classifica finale della fase serale del programma. Briga ha vinto il Premio RTL 102.5, assegnato dai radioascoltatori di RTL 102.5 per il suo singolo 'L'amore è qua'.

L'artista romano ha partecipato alla 69esima edizione del Festival di Sanremo, gareggiando tra i Big con la canzone 'Un po’ come la vita', in coppia con la mitica Patty Pravo.

Tra i cantanti più apprezzati dal pubblico giovanile, Giornale di Puglia ha avuto il piacere di intervistarlo telefonicamente.

Com'e’ stata la tua avventura di Sanremo con Patty Pravo? 
E' stata la mia prima volta sul palco dell'Ariston, un'avventura indimenticabile al fianco all'ultima diva del panorama musicale italiano. Ogni tipo di ansia da prestazione pesava il doppio, però sono riuscita a gestirla bene.

Qualche episodio di Sanremo che ti è piaciuto?
Gli episodi penso che li abbiate visti tutti. Sono state esibizioni abbastanza agognate. Ogni volta che dovevamo salire sul palco bisognava aspettare un paio di minuti prima che ci facessero cantare, però mi sembra che sia andato tutto bene e comunque a livello personale non era facile stare su un palco del genere con un artista di questo spessore. Patty e’ stata sempre un'avanguardista che se n'è fregata delle mode e di tutto quanto, andando a portare in giro il suo spettacolo e la sua arte. Penso che non possa che essere soddisfatto di come sia andata.

Come hai iniziato la tua carriera? 
La musica mi e’ sempre piaciuta, ho sempre scritto, e mi ricordo che la scintilla e’ scattata con il film di Eminem. Io tornai a casa, avevo 13 anni, e iniziai a scrivere una canzone rap che ovviamente faceva un pò schifo, pero’ poi mi sono impegnato tanto e sono cresciuto. Quindi ho iniziato ad autoprodurmi i dischi, andavo a lavorare e prendevo 30 euro e li davo allo studio di registrazione per registrarmi i pezzi. Poi, con i soldi da parte ho stampato le copie e le vendevo a mano. Dieci anni fa erano altri tempi, non e’ come adesso! Prima per firmare un contratto discografico dovevi sudartela, non come ora che li regalano.


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