Valerio Scanu (intervista): «Sanremo? Quando avrò il brano adatto non ne escludo il ritorno»

di NICOLA RICCHITELLI – Nel 2018 appena lasciato alle spalle, ha toccato il traguardo dei dieci anni di carriera, celebrati appunto con un disco – “Dieci” - cui nome ne evoca questo momento così importante per l’appunto: «Mantenere l’affetto del pubblico per dieci lunghi anni mi rende orgoglioso. E’ molto facile avere successo soprattutto dopo un talent, ma mantenerlo è dura ed esserci dopo 10 anni è una grande fortuna…».

Dieci anni di carriera, sette album pubblicati – più due registrati dal vivo e quindi un Ep pubblicato nel 2009 – ma soprattutto la vittoria dell’edizione numero sessanta del Festival di Sanremo nell’oramai lontano 2010: «Sanremo è un frullatore che comunque vada ti cambia. E’ una grande vetrina per tutti i cantanti, una grande festa della musica italiana. Nel 2010 ero poco consapevole ed ho vissuto tutto inconsciamente, nel 2016 mi sono goduto ogni attimo intensamente. Quando avrò il brano adatto non ne escludo il ritorno…».

La voce di quest’oggi arriva da La Maddalena – comune di 11233 anime situato nella provincia di Sassari -  ed è una delle voci più belle della musica italiana. Accogliamo sulle pagine del Giornale di Puglia Valerio Scanu.

Valerio come stai?
R:«Molto bene grazie, mi sono ritagliato un meritato riposo prima di ripartire con la musica».

Si è da poco concluso il Festival di Sanremo... Che emozioni evocano in te il palco dell'Ariston?
R:«Esattamente il 20 febbraio 2010 vincevo il Festival di Sanremo e, nonostante siano passati 9 anni ricordo ogni emozione, ogni parola, addirittura i profumi che respiravo nei camerini, nel backstage. Sanremo è un frullatore che comunque vada ti cambia. E’ una grande vetrina per tutti i cantanti, una grande festa della musica italiana. Nel 2010 ero poco consapevole ed ho vissuto tutto inconsciamente, nel 2016 mi sono goduto ogni attimo intensamente. Quando avrò il brano adatto non ne escludo il ritorno».


In assoluto quale momento ti porti dentro ancora oggi?
R:«Indubbiamente l’abbraccio con il maestro Vessicchio».

Quale la tua opinione su questo Festival targato Baglioni al netto delle polemiche?
R:«Non sarebbe Sanremo senza le polemiche. Sicuramente è da rivedere il sistema votazione, bisogna trovare il giusto compresso per rispettare il giudizio del pubblico ma anche dare alla stampa e ad un eventuale giuria di qualità di poter esprimere la propria opinione. Mi aspettavo vincesse Loredana Bertè, per il resto non credo che saranno molte le canzoni che rimarranno nel tempo».

Il 2018 è stato l'anno del traguardo dei dieci anni. Te lo saresti mai aspettato? 
R:«Sicuramente vivrò di musica sino alle fine dei miei giorni ma mantenere l’affetto del pubblico per dieci lunghi anni mi rende orgoglioso. E’ molto facile avere successo soprattutto dopo un talent, ma mantenerlo è dura ed esserci dopo 10 anni è una grande fortuna. Non avrò in questi anni riempito mai uno stadio. Ma quanti ci sono riusciti ed oggi non ci sono più?!».

Un percorso che inizia da molto lontano in realtà e che va aldilà di questi dieci celebrati. Infatti hai mosso i primi passi partecipando a programmi per giovani artisti quali "Bravo bravissimo" e "Canzoni sotto l'albero". Che ricordi conservi di quel periodo là?
R:«In effetti sono più di dieci anni che faccio questo bellissimo mestiere. Ho raggiunto la popolarità grazie ad Amici nel 2008 ma canto da quando ero nella pancia di mia mamma. Ero un bambino, quindi vivevo tutto con tanta serenità ed innocenza. Vengo da una famiglia di musicisti, la musica ha sempre fatto parte di me. “Bravo Bravissimo” è stata una bellissima esperienza, sono rimasto in contatto con diversi concorrenti del talent, oggi trovo tutto molto meno naturale e spontaneo. Si cerca più la popolarità che realizzare il sogno di far musica e cantare».


Cosa si provava così piccoli a ritrovarsi dinanzi a mostri sacri della televisione quali Mike Bongiorno?
R:«Ero troppo piccolo per capire che avevo di fronte a me un pilastro della televisione italiana. Lo ricordo però con molto affetto anche perché ci parlava spesso, era molto premuroso ma nello stesso tempo manteneva il suo rigore».

Tra l'altro è in questi programmi che hai conosciuto Beppe Vessicchio. Che peso ha avuto il maestro durante il tuo percorso?
R:«Il maestro Vessicchio è stata una costante nella mia vita, a volte ci siamo cercati a volte ci siamo ritrovati per caso ma non ci siamo mai persi. Il suo è un affetto sincero, è una persona leale che stimo tanto e che è stato sempre accanto al passo mio nei momenti più importanti della mia vita».

Qualche anno dopo arriverà l'esperienza di "Amici". Cosa lascia un'esperienza come questa a livello umano e professionale?
R:«“Amici” è stata una palestra di vita non solo artistica. Ho avuto modo di lavorare con grandi professionisti che mi hanno permesso di perfezionarmi nel canto ma anche di imparare altre discipline come la recitazione, il ballo, la dizione. E’ un’esperienza unica che mi ha dato tanto e che ricorderò sempre».


Che Valerio Scanu vedremo e ascolteremo in futuro e soprattutto cosa bolle in pentola per questo 2019?
R:«Il 5 ottobre 2018 in occasione dei miei dieci anni di carriera ho pubblicato DIECI, il mio nuovo album di inediti anticipato dai singoli “Ed io” e “Capovolgo il mondo”. E’ un album a cui sono molto legato e che mi, ci, accompagnerà per tutto il 2019. Uscirà presto un nuovo singolo e subito dopo ritornerò live, che è il ciò che amo di più».


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