Storie e linguaggio (florigrafia) dei fiori


di VITTORIO POLITO - Com’è noto i fiori rappresentano da sempre una fondamentale importanza nel modo di comunicare tra le persone. “Dillo con un fiore” è un motto che si tramanda di generazione in generazione ed è stato utilizzato dai fiorai per invogliare i clienti a donare un fiore. Con i fiori si può anche esprimere qualsiasi sentimento: dall’amore alla gelosia, dalla passione all’amicizia o alla gratificazione.

Con l’avanzare della primavera siamo attratti dai nostri giardini, dalle nostre piante e dai bellissimi colori che mostrano i fiori. Ma perché i fiori sono colorati? Il colore è dovuto alla necessità di attrarre insetti impollinatori che trasportando il polline provvedono alla fecondazione e quindi alla nascita dei frutti. Se gli impollinatori sono animali diurni i fiori manifesteranno colori sgargianti, se invece i fiori si affidano ad animali notturni saranno poco colorati ma molto profumati. Le piante che vengono invece fecondate dal vento, come le graminacee, non hanno fiori né vistosi, né profumati.

In molte occasioni ci serviamo dei fiori per esprimere ammirazione, amore o semplicemente per congratularci per un traguardo importante. Ogni fiore quindi ha un suo significato particolare e comunica un vero e proprio linguaggio non verbale chiamato “florigrafia”, secondo la quale ogni fiore è in grado di trasmettere emozioni, sentimenti o idee. È della poetessa Lady Mary Wortley Montagu, sposata con l’ambasciatore inglese a Costantinopoli, che nel ‘700 ideò un codice dei fiori.

Ma qual è il linguaggio e la storia di alcuni fiori? Iniziamo dalla margheritina detta anche “pratolina” che in primavera copre i nostri prati. Il suo nome scientifico è “Bellis” e deriva da una leggenda. Bellis, figlia del dio Belus, un giorno mentre danzava con il suo fidanzato, attirò l’attenzione del dio della primavera a causa della sua bellezza, il quale tentò di strapparla al fidanzato che reagì con violenza e la poveretta per salvarsi da entrambi si trasformò in una margheritina. Questo fiore fu molto amato nei tempi antichi e Margherita d’Angiò, moglie di Enrico VI d’Inghilterra, era solita far ricamare margheritine sulle vesti dei cortigiani: aperte indicavano la vita, chiuse, la purezza.

La stella alpina sarebbe stata un tempo una fanciulla così bella, pura e nobile d’animo che nonostante fosse desiderata da molti spasimanti, non incontrò mai nessuno degno di diventare il suo sposo e quando morì, ancora zitella, fu portata sulle alte vette delle montagne e trasformata in un fiore che fu chiamato Edelweiss (che significa nobile bianco), che nasce in luoghi inavvicinabili per gli esseri umani. Poiché per raccogliere questo fiore occorre fatica e coraggio, per gli svizzeri è sinonimo dell’ottenimento del più alto e nobile onore che un uomo possa conquistare.

Il crisantemo, considerato da noi il fiore dei morti, in Cina, Giappone e nei paesi anglosassoni è considerato simbolo di gioia, vitalità e pace e viene regalato alle spose, mentre in Inghilterra in occasione delle nascite. Il crisantemo rosso significa “ti amo”, bianco significa “verità”.

Il girasole detto anche Elianto, appartiene alla famiglia delle composite, poiché durante il giorno è rivolta sempre verso il sole, per taluni simboleggia adulazione, per altri riconoscenza verso l’astro che gli permette di vivere. Van Gogh ha raffigurato i girasoli in alcune sue opere.

L’orchidea è considerata da secoli un fiore afrodisiaco: elisir d’amore, pozioni magiche e ricette contro la sterilità venivano preparate con le radici o gli steli. Simboleggia sensualità, ma anche lusso, fascino e ricercatezza.

Le rose invece hanno un significato diverso a seconda del colore. Rosa arancio equivale a fascino, bianca, amore puro e spirituale, rosa color pesca, amore segreto, rosa rossa, passione d’amore. Ma come nacquero le rose rosse? La leggenda narra che le rose erano in origine tutte bianche e un giorno Venere, correndo incontro ad uno dei suoi innamorati, calpestò un cespuglio di rose e le spine la punsero facendola strillare dal dolore. Le rose, bagnate dal suo sangue, vergognandosi per l’offesa recata a Venere arrossirono all’istante rimanendo così per sempre. La floricoltura poi ne ha create di diversi altri colori. La rosa gialla che simboleggia infedeltà e gelosia è nella storia del profeta Maometto e della sua favorita Aisha. Si narra che ella lo tradiva e Maometto chiese all’Arcangelo Gabriele di aiutarlo a scoprire la verità. L’Angelo gli disse di bagnare le rose, e se avessero cambiato colore i suoi dubbi sarebbero stati fondati. Infatti Maometto offrì alla sua Aisha delle rose rosse e le ordinò di lasciarle cadere nel fiume. Le rose divennero gialle.

Infine il bellissimo tulipano che è un fiore originario della Turchia, fu introdotto in Europa nel 1500 e divennero subito di gran moda in Olanda e in Inghilterra. I prezzi aumentarono a tal punto che solo i ricchi potevano permetterseli, costringendo il governo inglese ad imporre un prezzo fisso per i bulbi. Rosso, dichiarazione d’amore, screziato, i tuoi occhi sono splendidi, giallo, amore disperato.

E perché no qualche detto a proposito di fiori: “Essere il fiore all’occhiello”, costituire motivo d’orgoglio e di vanto; “Se son rose fioriranno”, una sospensione di giudizio di fronte a situazioni incerte e che solo dopo aver visto i risultati si potrà giudicare; “Non sono tutte rose e fiori”, le cose non sono facili come potrebbero sembrare.

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