Il ritorno di Enea, fra Albania e Salento


di FRANCESCO GRECO - SAN DANA (LE). Il viaggio del principe troiano Enea in fuga dalla sua patria distrutta dai Greci, le sue infinite metafore attualizzate al tempo della Grande migrazione, quasi tremila anni dopo.
   
E’ il concept affascinante su cui hanno lavorato per un anno lo psicologo Antonio Biasco e la sua associazione “Ponti non muri” e che sostanzia il programma della III edizione della manifestazione “Salento-Albania: un ponte fra le due sponde” in concomitanza con i festeggiamenti del Santo nato a Valona (Albania) e venerato in Salento dove, giovanissimo, incontrò il martirio. 

Gli albanesi lo hanno “scoperto” grazie al culto secolare che a San Dana hanno per il giovane diacono. 
  
Per tre giorni (5, 6 e 7 agosto), dunque, San Dana tornerà “capitale” del dialogo fra popoli, religioni, etnie: la piccola Davos affacciata al confine fra Oriente e Occidente, la sua piazza, i vicoli del suo cuore antico si riempiranno di persone che all’ombra della chiesa e dei vecchi palazzi discuteranno di pace e coesistenza in tempi in cui prevalgono gli urli sconsiderati, gli slogan più violenti, la propaganda, le fake news. Il sonno della ragione che genera mostri (F. Goya). 

In anticipo sui tempi, qui in Salento a due passi da Leuca hanno intuito che al populismo e alle chiusure va opposta la ricerca della dialettica e la forza della parola, che in futuro si dovrà lavorane su due idee ontologicamente una contenuta nell’altra: l’irenismo (la ricerca della pace) e l’universalismo, la coesistenza pacifica di tutti i popoli della Terra.     
  
L’aspetto religioso come ogni anno sarà curato da un  comitato fatto quasi di sole donne guidato dalla signora Pietrina Cagnazzo e di cui fanno parte: Anna Lecci, Anna Sergi, Lidia Corvaglia, Luigia Cagnazzo, Francesco De Filippis. 
  
Il programma civile della III edizione è ancora in via di definizione, ma qualcosa trapela. Ci sarà una piccola mostra di foto fatte coi droni sui luoghi toccati da Enea: la bellissima Butrinto con le sue rovine d’epoca romana, Leuca e Castro. La docente universitaria leccese Anna Trono con la sua lectio magistralis, un rappresentante del consolato albanese a Bari, tornerà il sindaco di Valona Dritan Leli. 
  
Un gruppo di talentuosi allievi del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce sta intanto componendo un’opera intitolata appunto “Il viaggio di Enea” e che sarà eseguita in piazza in anteprima mondiale.
  
Veloce background: nella prima edizione (2017) guest star fu il cardinale di Scutari Ernest Simoni (classe 1928), che celebrò la messa in piazza dinanzi a una folla commossa e che fu subito “adottato” dalla gente di San Dana che dopo la processione a cui partecipò, lo salutò con affetto in sagrestia. 

Il prelato ricevette poi la cittadinanza onoraria del Comune di Gagliano (di cui San Dana è frazione) con una cerimonia ricca di pathos svoltasi in Municipio.
  
Clou dell’edizione 2018 furono una mostra del grande Luca Turi (“La memoria del vento”), il dibattito in piazza con, fra gli altri, l’addetto del consolato Artur Beu, il concerto del duo Mazzotta-Redi Hasa (albanese) che presentò “Novilunio”, l’intitolazione di una via di Gagliano (vicino piazza San Rocco e la sua bella chiesa) all’eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Scanderberg nei 550 anni della morte (1468-2018) a cui intervennero un emozionato Dritan Leli (“Un giorno  qui tornerà mio figlio a ricordare questo momento di amicizia fra due popoli”) e l’addetta dell’ambasciata albanese Gerarta Zheji Ballo. Al dibattito che seguì partecipò un erede degli Scanderberg.  

A fronte dal successo e del clamore suscitato dalle iniziative di Biasco (che da 40 anni è anche amministratore) e della visibilità del territorio e i suoi protagonisti, religiosi e laici, purtroppo saremmo reticenti se tacessimo che il lavoro di Antonio (un suo articolo uscirà sul prossimo numero della rivista albanese “Prenjet”, Radici) è ancora più faticoso perché aggravato dalla scarsa collaborazione e, a dirla tutta, da un sottile, sottinteso boicottaggio.

Due esempi: il Comune di Gagliano lesina i contributi alle spese, che sono notevoli, ma gira voce che sta spendendo 20mila euro per la notte bianca. Tutta grandeur, superare quella storica di Specchia non è facile. 
  
Il cardinal Simoni vive in Italia con un nipote, ha espresso il desiderio di tornare a San Dana per ritrovare e riabbracciare i suoi amici vecchi e nuovi. Ma si sarebbe frapposto un ostacolo ritenuto insormontabile in una zona di alta densità turistica: udite! udite!: non ci sono posti dove ospitarlo. Eppure la Chiesa in zona ha tante foresterie colme di turisti. 

E poi, una persona che ha sofferto trascorrendo metà della sua vita (oltre 40 anni) nelle terribili carceri del regime comunista, non è una popstar capricciosa tipo Rita Ora (albanese): è aduso a una vita francescana, non chiede una suite extralusso. E se la Chiesa è sold-out, il territorio è pieno di alberghi, palazzi aviti, castelli turriti, sontuose ville patrizie, antiche masserie immerse nel verde…

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