Orrore nel Foggiano: agente polizia penitenziaria uccide moglie e figlie e si suicida

ORTA NOVA (FG) - Dramma familiare a Orta Nova, in provincia di Foggia, dove un assistente capo della polizia penitenziaria di 53 anni ha prima ucciso con la pistola di ordinanza la moglie di 54 anni e le figlie di 12 e 18 anni e poi si è suicidato con un colpo alla testa. Il dramma si è consumato in un appartamento in pieno centro. Secondo quanto si apprende le vittime erano a letto quando l'uomo ha fatto fuoco.

Subito dopo la tragedia ha chiamato i carabinieri annunciando di aver compiuto la strage. I militari nel corso della perquisizione non hanno trovato biglietti o messaggi che potessero far presagire il delitto.

PSICOLOGI PUGLIA: "TRAGEDIA CHE IMPONE RIFLESSIONE" - Il Presidente dell’Ordine degli Psicologi della regione Puglia, Antonio Di Gioia dopo la notizia della tragedia consumata in famiglia nel foggiano. Ha ucciso la moglie e le due figlie di 12 e 18 anni mentre dormivano, ha allertato i carabinieri e poi si è tolto la vita. L’autore dell’omicidio - suicidio avvenuto ad Orta Nova nella notte tra venerdì 11 ottobre e sabato 12 è Ciro Curcelli, assistente capo della polizia penitenziaria, di 53 anni.

Non si conoscono i motivi al momento ma “Siamo dinanzi ad una tragedia che ci lascia sgomenti. La Scienza sembra fallire in gravi tragedie come queste! Dobbiamo però trovare il coraggio di imporci una riflessione urgente” dice Antonio Di Gioia, presidente dell’Ordine degli Psicologi della regione Puglia.

“È forse una tragica vicenda in cui non si è intervenuti per riconoscere le conseguenza del burnout? E' stato istituito lo scorso anno l’Osservatorio permanente sul fenomeno suicidario tra gli appartenenti alle forze dell’ordine”, continua il dott. Di Gioia “ma per la complessità del problema è necessario uno sforzo in più per occuparci della sofferenza, della salute mentale, nei luoghi di lavoro, come previsto da D.lgs. 81/2008, soprattutto in strutture come quelle penitenziarie in cui il rischio di depersonalizzazione è alto e l'inaridimento emotivo può passare inosservato”. Siamo di fronte al tragico epilogo di un periodo di grave fragilità emotiva, disagio psichico o di uno stato psicopatologico già presente da tempo? È l'esasperazione dell'individualismo che ha permeato gli ultimi anni a scapito del rispetto dell'alterità?

“Riconoscere i segnali di malessere è difficile, vanno analizzati i fattori individuali, familiari, ambientali e sociali che inevitabilmente si intrecciano e non sono facilmente individuabili. Ma quando c’è anche solo un campanello d’allarme è possibile attivare i primi interventi”.

"Di fronte a questa tragica notizia" sottolinea il dott. Capriuoli, consigliere dell’ordine, "si rende fortemente necessario potenziare i servizi socio - sanitari, i Centri Servizi territoriali per le Famiglie, le strutture socio - assistenziali in cui la collaborazione con le altre professioni della salute, possano sostenere e attivare azioni di prevenzione per impedire episodi tragici come questo. La comunità degli psicologi è pronta a collaborare per implementare un sistema efficace di prevenzione e cura del disagio psichico che colpisce chi è affetto da psicopatologie e le loro famiglie".
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