La Grande Livellatrice: Covid-19, per esempio...

di FRANCESCO GRECO - Ecco un saggio che pare scritto stamane, tanto è, purtroppo, attuale e che offre una password di decodificazione del tempo infame che ci sta toccando in sorte e da cui usciremo trasfigurati, come all’anno zero.

E’ il nuovo saggio dell’americano Walter Scheidel, “La Grande Livellatrice” (Violenza e diseguaglianza dalla preistoria a oggi), Il Mulino, Bologna 2019, pp. 639, euro 35,00.

Scheidel insegna Storia Antica alla Standford University e ha curato, tra gli altri, anche un volume sull’Impero Romano.

L’ultimo lavoro si occupa di accumulo delle ricchezze nel corso dei secoli, una ricerca che descrive con dovizia di particolari, supportata da grafici e dati a sostegno della tesi che prospetta, com’è uso degli storici veri.

Teorizza, in pratica, che fin dagli albori dell’umanità la disuguaglianza è emersa portando alla concentrazione delle ricchezze e delle risorse nelle mani di pochi rispetto alla povertà e agli stenti dei molti.

Agli albori dell’homo sapiens eravamo raccoglitori, cacciatori, pastori, contadini e il modello gerarchico con cui si organizzavano quelle comunità, portava alla concentrazione delle risorse, salvo rarissime eccezioni.

Lo studio si regge su serie, minuziose ricerche storiche, reperti archeologici, documenti divisi per periodi storici e per aree geografiche, e si sofferma molto sui modelli imperiali, come quello romano e cinese.

Così scopriamo che il passaggio dalla raccolta (dei frutti donati generosamente dalla natura) all’agricoltura fu un processo estenuante, non facile: la cultura “natufiana” fu la prima testimonianza di tale transizione avvenuta circa 14.500 anni fa.

I reperti archeologici ritrovati sono, secondo gli esperti, i segni di una gerarchia sociale incipiente, che si evince dai numeri di conchiglie che esistono intorno agli scheletri.

L’autore, per i suoi studi, si serve del modello statistico ideato e sviluppato dall’italiano Corrado Gini (1884-1965), grande statistico, economista e sociologo di fama mondiale, ma da noi dimenticato, perché politicamente scorretto (pensiamo a quanti geni ha fatto fuori il mainstream succube di ideologie violente e criminali, a favore di miserabili e mediocri ma con tessera, succede ancora…).

Scheidel, partendo da lontano, arriva ai giorni nostri, traendo la conclusione che nel corso dei secoli nessuno è mai riuscito a ridurre le disuguaglianze e che solo quattro forze si sono dimostrate efficaci, come i Cavalieri dell’Apocalisse: le grandi guerre, il fallimento degli stati nazionali, le rivoluzioni sociali e le epidemie. Tipo Covid-19, che sta ridisegnando il mondo nei suoi archetipi e categorie culturali.

Di fronte a questo scenario diciamo naturale, la Rivoluzione Francese, come quella russa, sono un bicchiere d’acqua fresca quando si ha sete, petardi alla festa del santo patrono da cui lo status-quo è uscito rafforzato: cambiando gli addendi, la somma è sempre la stessa. Come dire che solo i virus sono “democratici”.

La stessa formazione degli Stati nazionali ha creato gerarchie rafforzando disuguaglianze ed esclusioni. Il saggio, si ripete, diventa estremamente attuale in piena crisi pandemica da coronavirus che riguarda il pianeta, e che a detta degli esperti più credibili, costringerà tutto il mondo a cambiare modello di vita e di società.

Prepariamoci sin d’ora, dunque, è come una glaciazione: nulla sarà più come prima. Scheidel lo aveva previsto. Grazie, USA!
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