Le profezie di Nostradamus ‘filtrate’ dalle opere di Lucio Gacina e Vito Matera

(L.Gacina, Senectus)
 di LIVALCA - «La più lunga sciagura trova alfine lenimento» è stata pronunciata da qualcuno, ma io l’adoperai nel 1973 per un articolo che ‘festeggiava’ che, dopo una normale sofferenza (almeno rispetto ad oggi), si era riusciti a superare la paura e l’emergenza del colera.  In quella circostanza qualcuno tirò in ballo Nostradamus e le sue profezie e il sottoscritto, da giovane disciplinato e ligio al dovere, cercò di informarsi e andai a cercare notizie sull’Enciclopedia della Utet, del cui possesso mio padre era fiero.  Bene quel pozzo di scienza di  enciclopedia in 12 volumi formato cm. 22x32 dedicava pochissime notizie a questo signore nato in Francia nel 1503, definendolo «medico e oculista che si era dedicato alle scienze occulte», con l’aggravante che era  considerato (  in verità i miei ricordi si fanno più flebili, ma non la sostanza di quello che affermo) se non un ‘impostore’, un individuo contagiato dal  fanatismo e dal credo magico di quel periodo.

Riprendo dopo tre giorni questo scritto perché ho rintracciato degli appunti su Nostradamus stilati nei primi anni ’90 del secolo scorso, quando curai una nota su Papa Giovanni XXIII.   Rimasi perplesso nel constatare che veniva attribuita la profezia sul Papa buono a Nostradamus per queste parole:«Il nuovo Papa sarà un grande personaggio, di grande Santità, con il suo esempio si faranno grandi cose per la religione, la prosperità del Signore scenderà su tutte le nazioni, un pastore insigne siederà sul Trono pontificale a salvaguardia degli angeli», e feci della sana ironia su una profezia che, non avendo data certa di riferimento,  risultava essere molto generica; concludevo dicendo che  ci voleva molta buona volontà a riconoscere il ‘Papa buono’ nel quadro delineato. A bilanciare il tutto vi era una notizia che riferiva  come negli Stati Uniti fosse  stata varata una fondazione intitolata a Nostradamus.   Da questa, all’apparenza  normale, notizia partì la mia curiosità di saperne di più su Nostradamus e mi misi al lavoro ( Probabilmente le cose che sto per riferirvi si trovano tranquillamente in rete cliccando il cognome del Nostro, ma, amici lettori, come più volte vi ho riferito io mi rifiuto di andare in ‘rete’…unico gol che riconosco, palla che gonfia la rete. Di questa mia mancanza ho più volte chiesto scusa al mondo intero…forse riuscirà a farmi cambiare idea il mio nipotino di 4 anni che vive a Roma…per la serie niente è definitivo).

Partiamo dalla fine del XV secolo in Provenza,  in quel luogo  gli Ebrei  erano trattati in maniera abbastanza accogliente, ma probabilmente solo perché la loro fama di commercianti d’oro e banchieri era un investimento per le autorità dell’epoca.  Per la Provenza avere degli Ebrei - per i cristiani all’epoca ‘smerciare’ denaro era considerato impuro o meglio, rettifico,  risultava proibito - era utile perché in caso di necessità economica confiscavano i beni di questi e risolvevano il loro deficit senza ‘sporcarsi’ le mani.

Da tener presente che nel 1346 gli Ebrei furono accusati di aver diffuso la peste in Europa - oggi si direbbe fake news ! - e, con questo assurdo pretesto, furono privati ( confiscati il termine tecnico, piccola ‘tangente’ quello reale !) dei loro beni.  Gli Ebrei, quindi, si videro costretti a trovare delle forme di autodifesa e pensarono che fosse giusto cambiare identità in modo da essere integrati come cittadini a tutti gli effetti : vaccinati, battezzati  e cristiani.   
 
Un ebreo di nome Guido Gassoné, che viveva in Provenza, in questo periodo si trasformò in Pietro De Nostredame ( di solito i nuovi cognomi erano nomi di piante o veniva associato al nome del soggetto quello della chiesa in cui veniva battezzato) che sposò Bianca di Santamaria, cattolica.  Da questa unione nacquero cinque figli ( quattro maschi e una femmina), di cui il più piccolo prese il nome di Michele.

Michel si avvia agli studi a San Remì e poi si trasferisce ad Avignone per completarli e nel 1521 si iscrive alla Facoltà di Medicina di Montpellier ( gli studenti di questa Università erano abbastanza vivaci e le cronache parlano di una loro contestazione perché la tassa di iscrizione e frequenza era troppo alta) dove i frequentanti potevano ‘esercitarsi’ sui cadaveri e, quindi, acquisire migliori informazioni per la loro professione.

Vi è un particolare su cui concordano coloro che si sono occupati dell’esistenza di Nostradamus  e che possiamo riassumere velocemente: il nostro studente interrompe parecchie volte i suoi studi per portare sollievo ai malati della peste e, nel contatto con tanta sofferenza, elabora una teoria che noi stiamo sperimentando in questi giorni nella lotta al coronavirus : la nostra vita, spesso, dipende dalla fortuna ( il sottoscritto, classificato impropriamente fra gli anziani, si sente un baciato dalla sorte…almeno fino ad oggi !).

Una delle profezie più riuscite di Nostradamus è quella che riguarda Michel  Gorbacëv «…essi compiranno un’opera distruttiva (Marxismo), ma a un certo punto saranno salvati essi stessi dalla presenza di un uomo nato nell’inizio del XX secolo ( l’ex presidente russo all’anagrafe 1931) portatore di pace  e tranquillità per il mondo intero…»; altri decifrando  alcuni versi delle sue Centurie sono riusciti ad individuare un riferimento alla comparsa dei ‘brigatisti rossi’. Tante sono le interpretazioni più o meno rispondenti a fatti accaduti che possono essere attribuite al libro di Nostradamus  e alle sue 100 quartine, in virtù del fatto che difficilmente si sbilancia con date che possano circoscrivere l’avvenimento in un certo periodo. Particolare non trascurabile sono scritte nel francese del suo tempo, con inserimento di parole latine dal doppio significato e facendo largo uso di anagrammi di non sempre facile interpretazione.
Unica profezia da lui rigorosamente rispettata risulta anche essere  quella che ha reso immortale la sua fama: prevedere con largo anticipo il giorno della sua morte, rispettando anche l’orario (notizia che avrebbe richiesto…’l’autopsia’).   Michele De Nostredame  muore alle tre del mattino del 2 luglio 1566, così come aveva pronosticato.

Undici anni prima, esattamente il 1 marzo del 1555, vengono pubblicate le prime 700 quartine dell’opera di Nostradamus e, pochi anni dopo, una seconda edizione, con dedica per il regnante Enrico II, contiene una profezia, avverata, che diede molto prestigio alle ‘doti’ del nostro protagonista.  La profezia consisteva nell’affermare che il re sarebbe morto in un duello  - cosa normale per l’epoca cui si fa riferimento - non cruento e nel 1599 il re morì mentre in un torneo ( oggi esibizione !) duellava per ‘diletto’, insomma non in battaglia.

Tutto ciò che è stato pronosticato è scritto con linguaggio oscuro, sibillino, ma vi sono alcune eccezioni per personaggi storici famosi.   Quando le sue previsioni parlano del presidente francese De Gaulle, il nostro si esprime affermando ‘il grande Gallo’, ma - almeno questo afferma chi ha letto le quartine - lui parla espressamente di Stalin e Hitler, quando questi personaggi non esistevano.

Vi è da fare una logica supposizione, nessuno può garantirci  che le Centurie siano giunte a noi ‘vergini’, ossia che nelle varie ristampe non vi sia stato un ‘aiutino’ per meglio chiarire alcune situazioni di dubbia chiarezza.

Vi è, però, una profezia che fra tredici anni potranno verificare coloro che faranno ancora parte di questo mondo : «…nel 2033 un Papa illuminato  - ‘ Il gruppo Amici di San Nicola’ ha già individuato il soggetto cui fare riferimento, ma per rispetto Istituzionale attenderà pazientemente l’anno stabilito - sarà il Primo assertore dei principi della Terza era ».

(V.Matera, Notturno)
Dalle mie notizie nella Terza era spariranno i missili e gli eserciti e vi sarà un nuovo modo di concepire il ritmo del tempo, il tutto ispirato ad una felicità in cui il benessere sarà fisico, ma soprattutto spirituale. Per capire il tutto ritengo fondamentale tradurre in maniera fedele il testo originale di Nostradamus.
Questa veloce - nel senso che il personaggio e la sua opera richiedono uno spazio più ampio - incursione nel mondo delle Centurie ha preso spunto da una predizione di Nostradamus del 1555  giuntami su Whatsapp in spagnolo, che ho tradotto fedelmente, e di cui non sono in grado di avvalorare l’autenticità ( possibilissima fake news), ma che voglio condividere con i lettori perché le profezie arrivano fino all’anno  3797, per cui, Amici che seguite Livalca e il sottoscritto, la nostra Terra possiede ancora un lungo futuro con gioie e dolori. Ecco il testo.

Nostradamus predisse nel 1555:
Nell’anno dei gemelli (20-20)
Sorgerà una regina (corona)
Dall’Oriente (Cina)
Che estenderà la sua piaga (virus)
Degli esseri della notte (pipistrelli)
Alla Terra delle sette colline (Italia)
Trasformando in polvere (morte)
Gli uomini del crepuscolo  (anziani)
Per culminare nell’ombra della bassezza
(fine dell’economia mondiale
Così come la conosciamo).

Tutti coloro che sanno stare in televisione ( questa sarà la nuova professione del futuro, solo che sarà messa a registro nel senso giusto : stipendio per tutti di buon livello e non megastipendi per pochi…specialmente quando parliamo di Rai, ossia Noi) in queste giornate infuocate hanno sciorinato il loro bagaglio professionale mettendo al servizio di tutti il loro sapere… di tutto di più. Ho ritenuto opportuno allora andare a dare un’occhiata nello scatolone in cui Levante custodisce le opere regali di Amici che, per affetto, non voglio finiscano sulle pareti…per la serie ‘spalle al muro’ e che nel tempo, così come faceva mio padre, sono state donate ad Amici, non come ‘riciclo’, ma da Amico ad Amico e da Amico a nuovo Amico (imprimatur Mario Cavalli !).  Ormai sono solo otto pezzi  e ben due di Lucio Gacina, un uomo difficile e complesso come  artista, ma indifeso nel rapporto di amicizia per cui devi essere un confidente con molta discrezione.  Il fatto che abbia conservato queste duo opere definite ‘Solarizzazione fotografica’ dall’autore, realizzate nel lontano 1980, richiede  una spiegazione psicanalitica, che non posso affidare ad un articolo che ha uno preciso fine: ESSERE OTTIMISTI SIGNIFICA AMARE LA VITA.

Le due opere hanno due titoli significativi: «SENECTUS»(50x70) e «SITUAZIONE DI VITA. Quando le circostanze cambiano un soggetto» ( 50x70).  Bene ognuno può interpretare come vuole SENECTUS, ma balza evidente che vi sono varie stagioni nella vita e l’ultima trova tutti gli individui invecchiati, ma più maturi e non certo ‘avariati’ come si è cercato di far capire in questi giorni ( Attenzione nessuna polemica, ma la constatazione che è passata la notizia morto perché anziano, dimenticando che l’uomo arriva…’novizio’ ad ogni età).  Questa apparente ‘semplice’ opera di Gacina mi ha ricordato il  famoso verso che Virgilio mette in bocca a Laocoonte nell’Eneide “ Timeo Danaos et dona ferentes” ( Temo i Greci anche quando portano i doni).  L’anziano veggente, gran sacerdote - precursore di Nostradamus per cercare attinenze valide ! - metteva in guardia I Troiani da una legge ‘anziana’ ma sempre valida : un ‘nemico’ che diventa amico dovrebbe invitarci alla prudenza.

Saccheggiando sempre Virgilio e il suo capolavoro trovo una frase adatta a SITUAZIONE DI VITA, quando Didone vuol far capire ad Enea come sia in grado di comprendere la sua sofferenza e quella dei suoi compagni di viaggio “ Non ignara mali, miseris succurrere disco” ( Sono in grado di capire il vostro dolore, conoscendolo io stessa), che ritengo sia il messaggio migliore che si possa dare al mondo in questo momento : stiamo soffrendo tutti e siamo in grado, mai come in queste ore, di aiutarci vicendevolmente.

Una classe politica adeguata è in grado di aiutare e farsi aiutare, senza farsi ‘sopraffare’, servendosi di leggi e trattati comuni, da attuare per il bene comune.

Dal 2014, contenuto in  una enorme busta  costruita con fogli di carta 100x140, dispongo di un originale capolavoro dell’Amico Vito Matera dal nome « NOTTURNO» ( Acrilico, malte acriliche e collage su legno, 25x83). Si tratta di un’opera in cui il colore prende forma come un libro illustrato, in cui, nel mentre lo sguardo sale verso l’alto, lo stato d’animo dell’osservatore vola verso l’ottimismo ( la considerazione è frutto della ponderata meditazione di Francesco De Martino che, con innocente abilità, ha cercato di ‘sfilarmi’ l’opera  con la scusa che nel suo studio vi è un posto magnifico dove inserirla : ‘da cui si domina tutta la città’.  A Francesco non ho detto un no secco, ma ho precisato  che un ‘notturno’ non datur omnibus.  Ho sempre riferito a   Vito Matera che le sue composizioni hanno ritmi musicali, nello specifico ci ritrovo il genio di Johann Sebastian Bach, fenomenale suonatore di organo, che diede nobiltà ai preludi, fughe e toccate.  Questa acrilico del Maestro Matera mi rammemora la prima parte del Clavicembalo ben temperato di Bach, dove vi sono bel 24 Preludi e Fughe in tutte le tonalità della scala temperata. Pittura e musica danno vita ad un matrimonio che sarebbe piaciuto anche a Nostradamus e che sono la riprova che nell’orchestra che si chiama ‘mondo’ i posti ci sono e bisogna conquistarli con il proprio mestiere e lavoro.  Chiudo questa mia ‘passerella’ nel momento in cui l’Umanità sta affrontando una delle prove più dure e che dovrebbe vedere schierati, da una sola parte, tutti i popoli della Terra e dall’altra un ‘virus’  che sta minando certezze e illusioni.  Vi è una stupenda frase di Terenzio che vi tradurrò alla lettera perché spesso, come accade in casi simili, il significato viene alterato a proprio uso e consumo:« Homo sum, nihil  humani a me alienum puto» ( Io sono uomo e nulla di ciò che è proprio dell’umanità, mi è estraneo).

Signori potenti della Terra stiamo tutti nella stessa barca, per cui non serve buttare a mare qualcuno per poi soccorrerlo prima di ‘morire’, dobbiamo tutti remare insieme affinché la profezia di Nostradamus di avere altri 18 secoli disponibili, possa avverarsi.

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