Leo Gassman (intervista): ''Alle critiche rispondo con la musica. L'odio è uno strumento pericoloso''


MILANO - ''Vedo il mio futuro pieno di gioia e di musica, credo molto nella mia generazione e in quello che possiamo dare''. Risponde così il giovane cantautore romano Leo Gassman, (figlio della dinastia Gassman), alla domanda su come vede il suo domani. Leo mostra una maturità e un'intelligenza notevole, grazie anche ai valori trasmessi dalla sua famiglia.

Con il brano "Vai bene così" ha vinto nella categoria Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2020. Il brano è incluso dell'album d'esordio Strike pubblicato per Universal Music Italia. In queste giornate in cui bisogna restare a casa, causa emergenza coronavirus, esce nelle radio un nuovo estratto dal disco, Maleducato.


Cosa ti ha lasciato l'esperienza di Sanremo? 
Sicuramente mi ha dato più voglia di crescere e migliorarmi, l'ho visto come un primo passo verso un percorso che spero possa accompagnarmi per il resto della mia vita. La musica per me è tutto.

Da quali necessità nascono le tue canzoni? 
Vorrei portare dei messaggi e dare voce a chi non ne ha mai avuta.

Nel tuo nuovo singolo parli dei rapporti umani e della maleducazione. Ce lo racconti? 
I rapporti umani sono fondamentali per me. Sono ciò che danno speranza ai sogni di ognuno di noi. In 'Maleducato', ho cercato di rappresentare tutte quelle persone che scelgono la via dell'amore e della generosità per combattere le sfortune che la vita molto spesso ci mette davanti.

Quando hai iniziato a scrivere i tuoi primi pezzi? 
Ho iniziato all'età di 14 anni, dopo aver vinto un concorso di interpreti organizzato da Marco Rinalduzzi. All'epoca mi venne data la possibilità di poter scrivere un brano, mi chiusi in casa di un poeta amico di famiglia. Gli chiesi come si scriveva un testo e lui mi rispose che tutto ciò che avevo da dire era già dentro di me, dovevo solo ascoltare la voce interiore e dargli spazio. Così fu.

Il genere musicale che preferisci? 
Adoro molto il rap, il rock e il cantautorato (se si può considerare un genere musicale).

Quali sono i valori che hai appreso dalla tua famiglia? 
La generosità e la voglia di aiutare il prossimo. Il desiderio di regalare emozioni alla gente che ne ha più bisogno.

Avere un cognome così importante ti ha mai portato a scontrarti? 
No, mai. Mi ha solo dato la voglia di credere sempre più in me stesso e di crearmi un percorso mio rischiando di cadere. Sono stato fortunato anche ad incontrare dei maestri di vita che mi hanno aiutato a trovare la chiave per l'equilibrio e la felicità.

Che bambino eri? 
Ero un bambino ipercinetico, sempre con sorriso e con la voglia di scoprire il mondo nel quale avevo avuto il piacere di nascere.

Come vedi il futuro? 
Pieno di gioia. Credo molto nella mia generazione e in quelle che verranno. Abbiamo grandi responsabilità e sfide da perseguire,  ma sono convinto che cela faremo, insieme. Per quanto riguarda la musica, mi piacerebbe che l'ambiente musicale diventasse un luogo di condivisione per crescere insieme e sostenerci a vicenda. Solo dalla condivisione possono nascere grandi cose.

Ti piacerebbe fare delle collaborazioni?
Ci sono molti che stimo, da Brunori Sas, Edoardo Bennato, Gazzelle, Vasco Rossi a  Jovanotti. Alcuni di questi nomi sono delle colonne portanti della musica italiana e mi rendo conto che possa sembrare un sogno troppo grande. Ma bisogna sempre guardare al cielo ed emozionarsi per quello per il quale lottiamo nonostante possa risultare molto complicato.

Cosa risponderesti a quel produttore che ti disse che non ce l'avresti fatta?  
Lo ringrazierei e lo abbraccerei forte. L'odio è un strumento pericoloso, io preferisco rispondergli  con amore, ma soprattutto con la mia musica.
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