Ddl Zan, M5s contro gli emendamenti di Italia Viva


ROMA - Momenti di tensione nella maggioranza sul Ddl Zan dopo gli emendamenti di Italia Viva: "Suonano come un tentativo di affossare la legge", dicono i pentastellati.

"Pensare di eliminare i termini 'orientamento sessuale' e 'identità di genere' e tornare alla definizione di omofobia e transfobia rischia di farci compiere un altro passo indietro, come già in passato", spiegano i parlamentari M5s del gruppo Pari Opportunità. 

"La legge va fatta, è urgente, ma non le va affidata una finalità pedagogica - così il capogruppo Iv al Senato Davide Faraone -. Proprio perché deve colpire gli abusi, i crimini, le prevaricazioni, deve essere scritta bene e non dare adito ad alcun dubbio interpretativo. Questo il compito che dobbiamo affidare alla legge. Ho il dubbio che questo concetto non sia condiviso da alcuni promotori, che in buona fede pensano che al testo si debba affidare invece una finalità propagandistica, ciò che normalmente si affida ad un manifesto, non ad un articolato normativo da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica". 

"Il ddl Zan così com'è difficilmente diventerà legge dello Stato, se modificato come indicato da Scalfarotto e dallo stesso Zan nel testo presentato alla camera il 4 luglio 2018, sì. Vogliamo allargare i diritti o accontentarci di una bandierina? Io non ho dubbi su cosa fare", ha concluso Faraone.

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