Ruolo essenziale della vaccinazione: raggiungimento obiettivi di salute

(Imago Mundi)
FILIPPO MARIA BOSCIA* - I vaccini sono sotto accusa da sempre e rappresentano una vexata quaestio. Messaggi fuorvianti e pareri discordanti, una sorta di schizofrenia allargata. C’è chi si sofferma sugli aspetti tecnici dei 12 vaccini preparati, c’è chi insiste almeno per 6 di essi sulla necessità di ulteriori studi, ancora non terminati perché le sperimentazioni sono in corso.

Altri trial sperimentali sono conclusi positivamente su numerosi volontari, ma non sono ancora disponibili.

C’è chi invita a sospenderne l’uso attrezzandosi solo con i vaccini a base di acido ribonucleico messaggero incapsulato in nanoparticelle lipidiche.

C’è chi insiste su altri tipi di vaccino a virus inattivo mescolato ad adiuvante prima della somministrazione.

Casi particolari hanno fatto dimenticare l’essenziale, la confusione è tanta anche perché ogni mini Repubblica regionale italiana, partendo dal parere di altrettanti esperti hanno esperto dei giudizi ma hanno anche aperto il fianco a numerose controversie che hanno generato decisioni diverse nelle varie regioni e nei vari stati.

Credo che le Società scientifiche debbano marciare coordinate fra loro per ripianare i solchi create dalle difformità dei sistemi di cura, di accesso, di qualità e completezza dell’offerta affinchè non si aprano crepacci insanabili.

Viviamo una fase abbastanza difficoltosa per quanto riguarda la scienza, la religione e la fede. Concetti come l’osservanza dei precetti e delle regole si confondono nella globalità indefinita della nostra era.

Il ruolo essenziale della vaccinazione dovrebbe essere il raggiungimento degli obiettivi di salute e deve restare la finalità prioritaria di tutti i servizi sanitari nazionale del mondo, ma purtroppo in più parti si procede a differenti velocità e con differenti obiettivi.

Occorre rimettere al centro la persona, i suoi obiettivi di salute, favorire la partecipazione dei cittadini e mettere i professionisti nelle condizioni di perseguire i migliori obiettivi in economia e indipendenza.

Non dimentichiamo che sono più di 300 i medici che non ce l’hanno fatto e che hanno pagato con la vita l’aderenza i principi del codice di deontologia medica e del giuramento.

Da medico vi dico che la nostra professione è stata drammaticamente coinvolta in tutte le sue espressioni. Per noi ogni vita conta e non si deve far distinzione di etnia, di età o di condizione sociale o professionale, o difformità di altro genere all’interno di tutte le nazioni, in tutto il mondo:in tutti i paesi occorre colmare le diseguaglianze sanitarie e insistere sulla prevenzione. L’alternarsi di decisioni mina la fiducia sui vaccini.

Ma qui io devo riflettere su un’altra cosa: che la pandemia ha accesso impietosamente un riflettore su molte criticità. Abbiamo dimenticato l’obbligo ragionato dei vaccini e abbiamo completamente oscurato ogni diniego altrettanto responsabile.

La pandemia ha messo in evidenza, nel periodo della post verità meccanismi di rete che vacillano, pullulano bolle ideologiche e la fiducia nella scienza è in area profondamente critica, soprattutto perché la scienza è stata esposta all’influenza della disinformazione. Anche le persone meno preparate culturalmente hanno espresso pareri non validati da metodi scientifici, che certamente hanno avuto la capacità di promuovere i più efficaci percorsi per uscire dall’emergenza pandemica.

In questo momento serve un’opera culturale di promozione del valore della scienza e del metodo scientifico, per sviluppare una collettività consapevole e capace che abbia al suo interno la migliore scienza medica possibile.

Bisogna mettere da pare le ideologie e i campanilismi. Bisogna saper dire basta, soprattutto in questo momento nel quale siamo sprofondati sempre più in basso e nel quale impera un impoverimento culturale che investe tutta la nostra società.

La canoa della scienza e della sanità in tutti paesi del mondo deve avere canottieri forti, muscolosi, coerenti, preparati e allenati e si deve evitare che molti sprovveduti indossino canottiere ideologiche e disinformate.

Come giustamente sollecitato da alcuni autorevoli ricercatori dobbiamo attraversare le colonne d’Ercole remando tutti nella stessa direzione, elasticizzando procedure di ricerca, realizzando un’alleanza senza precedenti storici e affrontando tutte le difficoltà le attualità e le sfide della campagna vaccinale. Dovremmo farci trovare pronti con nuove flaw chart sulle sperimentazioni dei vaccini. Dovremmo pretendere la sicurezza del prodotto finale e vigilare sulla ottimale allocazione dei vaccini e non più compilare liste di priorità, ma accorciare i tempi il massimo possibile affinchè si completino le procedure, le più efficaci per tutte le popolazioni del mondo Occorre riprendere più ottimismo, ma anche più consapevolezza negli aspetti preventivi. Noi medici non possiamo accettare di avere vaccini nei frigoriferi, non possiamo accettare di avere sprechi mentre nel mondo si muore ancora di Covid. Occorre stimolare responsabili ricerche continuative, ricerche per migliorare efficacia, sicurezza e attuare massima prevenzione della malattia, solo allora potremo rispondere a chi ci chiede: “Quale vaccino mi consiglia?”:“Il primo che ti viene offerto”. Ma credo che in questo momento, almeno per Sars Cov2 non sia proprio così…

Occorre ricordare che l’attività di ricerca che è sempre in crescita, non deve essere lineare ma esponenziale, soprattutto in questo nostro tempo in cui ci siamo abituati alla medicina omica, alla medicina di precisione e massimamente personalizzata.

La scienza man mano che le conoscenze avanzano è in grado di premere sull’acceleratore e a queste velocità dobbiamo certamente adeguarci senza spaventarci.

A 150 anni dalle scoperte di Jenner, ora che siamo in grado di costruire vaccini con tecniche differenti, non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare la storica frase: “Fratribus ut vitam servares, munera vitam sprevisti” e ricordarci che ogni sperimentazione di farmaci o vaccini innovativi qualche vittima potrebbe farcela riscontrare.

Questa è una ragionevole previsione nel momento in cui noi riteniamo di aver annullato del tutto il rischio di impresa.

In conclusione, la pressante richiesta di disponibilità di vaccini su larga scala ha determinato una contrazione dei tempi della sperimentazione.

Nell’approfondimento sugli aspetti di etica si sottolinea che le sperimentazioni di vaccini anti-COVID-19 devono essere conformi ai criteri di etica che si applicano a qualsiasi sperimentazione clinica. Tuttavia, nelle emergenze pandemiche l’applicazione di alcuni di tali criteri può essere difficoltosa. Occorre particolare attenzione nel bilanciare la necessità di rigore sia nella metodologia scientifica, sia di rispetto dei criteri di etica.

Vale la regola generale che dovrebbero tendere ad avere disponibile un prodotto efficace.

La ricerca deve avere l’obiettivo non solo di rendere disponibili un maggior numero di vaccini, ma anche di affrontare le nuove varianti che nel tempo compaiono e si diffondono

* Presidente Nazionale AMCI

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