Peripatetico, peripatetica e Villa Peripato di Taranto

(Raffaello Sanzio: Aristotele e Platone)

VITTORIO POLITO -
La lingua italiana riserva lati molto affascinanti, strani e curiosi, tra questi pensiamo alla gran quantità di parole difficili sia da comprendere che da pronunciare. Nel vocabolario italiano sono presenti oltre 160.000 vocaboli, ma secondo recenti studi quelle utilizzate normalmente sarebbero circa 7.000.

Il significato della parola “peripatetico”, ad esempio, deriva dalla scuola filosofica ateniese di Aristotele, il quale era solito tenere le sue lezioni e discussioni passeggiando nel viale del Liceo. Il termine deriva da “Perípatos”, nome di quella parte del giardino del Liceo, in cui Aristotele era solito intrattenere i membri a discutere di filosofia.

Il termine al femminile “peripatetica” (passeggiatrice o prostituta), è invece colei che adesca i clienti per esercitare il mestiere più antico del mondo, una donna che “passeggia” molto e va appunto avanti e indietro sul marciapiede in attesa dei clienti.

La prostituzione, per motivi sacri, era largamente diffusa in Oriente, in onore di un dio della fertilità e della vitalità. Solitamente era considerata espressione dell’abnegazione con cui una donna si offriva alla divinità (di fatto si concedeva a persone e a sacerdoti che di quella divinità erano i rappresentanti). La legge mosaica (Deuteronomio 23, 18-19), proibisce la prostituzione: «Non vi sarà alcuna donna dedita alla prostituzione sacra tra le figlie d’Israele, né vi sarà alcun uomo dedito alla prostituzione sacra tra i figli d’Israele. Non porterai nella casa del Signore tuo Dio il dono di una prostituta né il salario di un cane, qualunque voto tu abbia fatto, poiché tutti e due sono abominio per il Signore tuo Dio».

(Taranto: Villa Peripato)

Al di là di prostitute e prostituzione, mi piace parlare della Villa Peripato di Taranto, che domina il Mar Piccolo con un balcone dalla vista mozzafiato. La denominazione fa riferimento, ovviamente, alla scuola peripatetica di Aristotele che, come detto, amava tenere le sue lezioni passeggiando.

La Villa Peripato costituisce una notevole riserva archeologica, in quanto conserva la quota di calpestio antica, relativa alla fase di ruralizzazione degli spazi già occupati dalla città greca e romana. Scavi nell’area furono effettuati occasionalmente già nel XVI e nel XVII secolo e sono ricordati dagli autori locali. Passando agli interventi più recenti, le prime ricerche, effettuate da maggio a luglio 1991, hanno consentito l’individuazione di una serie di strutture murarie, attribuibili ad abitazioni, realizzate a partire dalla prima età imperiale. Altre indagini del sito, nel frattempo sottoposto a vincolo ministeriale, sono state condotte invece nel 2004.

Oggi la Villa, pur rimanendo uno spazio verde importante, appare con alberi e verde in cattivo stato vegetativo, tracce di lavori di ristrutturazione poco rispettosi dei luoghi, segni di incuria e vandalismo. Nell’ultimo ventennio si sono verificati gravi squilibri nello stato di conservazione del patrimonio vegetale. Attualmente i Giardini sono in fase di recupero eco-ambientale e archeologico tant’è che una parte di essi è chiusa al pubblico. È auspicabile che a breve i tarantini possano utilizzare in toto uno dei simboli più importanti e storici della città dei due Mari.

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