Polittica, Decaro: “Il Pd in Puglia ha necessità di aprirsi anche al civismo"

BARI - La grande occasione delle risorse del Pnrr, le responsabilità e la burocrazia, la necessità dei sindaci di essere ascoltati fino a temi più strettamente politici. Si è parlato di tutto questo nell’incontro nel teatro Margherita di Bari dal titolo “Amministrare stanca”, con il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro e la sindaca di Andria Giovanna Bruno, condotto da Anna Maria Candela, nell’ambito della scuola di formazione politica “Polittica” organizzata dall’associazione La Giusta Causa.

“Apprezzo lo sforzo di Letta di aver fatto da federatore” ha detto il sindaco di Bari, ma “il Pd commette un errore se pensa che vincendo le amministrative ha vinto le politiche”. “Credo che Letta abbia fatto bene al partito, mettendosi a disposizione in quel momento in cui il Pd rischiava di non avere una guida, quindi apprezzo lo sforzo che ha fatto di tenere insieme tutte le anime e le correnti del partito e, sulle elezioni amministrative, di tenere insieme altri pezzi della coalizione come il M5S o forze più centriste come Italia Viva e Azione”. Ma secondo Decaro non basta, perché “il mio partito governa da vent’anni senza aver mai vinto le elezioni nazionali. Se pensa di vincerle solo perché abbiamo vinto le amministrative non ha capito niente. Il mio è un consiglio, non voglio criticare la dirigenza del partito. Credo che i partiti nazionali debbano fare come fanno gli amministratori locali, andare sul territorio e incontrare le persone”. Quindi il Pd regionale. “In Puglia – ha detto Decaro - il Pd ha la necessità di aprirsi e in questo ci possono aiutare le associazioni, i sindacati, le scuole di politica, a volte anche il civismo, quando però non mettiamo il mantello del civismo su vecchi arnesi della politica. Con il civismo ci apriamo alla società civile che ha paura di avvicinarsi ai partiti, alle tessere, ha paura di entrare nelle dinamiche delle correnti e dei congressi”.

La sindaca Bruno è partita da un commento al titolo dell’incontro: “Amministrare non stanca – ha detto - , ma anzi esalta. Stancano le beghe della parapolitica e misurarsi con un sistema burocratico che qualche volta ti taglia le gambe”. La sindaca, eletta un anno fa in piena pandemia, dopo la perdita della mamma a causa del Covid, nelle “difficoltà di convincere la città che avrebbe avuto una donna alla guida”, ha ammesso che quello che stanca “è pensare che il Pnrr, che è possibilità incredibile per gli enti locali, non passa dal coinvolgimento diretto di chi quegli enti li amministra. Se non si colma la differenza gestionale tra nord e sud, rischiamo di perdere anche il treno del Pnrr. Per noi superare le difficoltà burocratiche è una precondizione per gareggiare almeno alla pari”.
Anche il sindaco Decaro, sul tema Pnrr, ha evidenziato che “se non arriva il personale le risorse non le spenderemo e rischiamo di perdere una occasione straordinaria, unica per migliorare le condizioni di vita delle nostre città e trasformare l’Italia in un Paese più giusto e più forte di come lo abbiamo lasciato prima del Covid”. E di qui passa anche il coinvolgimento dei sindaci nelle scelte del governo. “I sindaci non vogliono governare il Paese – ha detto Decaro - , vogliono essere ascoltati. Per esempio, in questi giorni si sta discutendo del reddito di cittadinanza, qualcuno lo vuole tenere, qualcuno lo vuole togliere. Vogliono ascoltare anche i sindaci? I sindaci sul territorio hanno posizioni diverse. Da noi quel reddito di cittadinanza ha aiutato le persone a mettere un piatto a tavola. Sicuramente va modificato, sistemato, ma non si può eliminare”.

Quindi il tema della responsabilità dei sindaci. “Noi non vogliamo l’immunità o l’impunità, vorremmo che le responsabilità del sindaco siano definite, non può essere responsabile di tutto quello che accade nella città per il solo fatto di essere il sindaco. Almeno dal punto di vista giuridico e penale, poi le responsabilità politiche ce le prendiamo tutte, anche quando non è una nostra competenza” ha detto Decaro, tornando su un tema molto caro al presidente Anci. “Sono tante le responsabilità che ha un sindaco – ha aggiunto - , fino a trovarsi anche indagato, come è successo per esempio alla sindaca di Crema, perché un bambino si è fatto male in una porta antincendio di una scuola, o come i sindaci indagati perché le auto sono finite in sottopassi allagati. Ci sono sindaci che sono stati condannati perché una vecchia norma, che per fortuna abbiamo fatto cambiare, diceva che il sindaco è responsabile della protezione civile. La sindaca di Torino è stata condannata per questioni che non hanno a che fare con la responsabilità di un sindaco, perché la gestione di una pizza attiene all’ordine pubblico, che non è competenza dei sindaci. Però la responsabilità anche politica ricade sul sindaco perché i cittadini chiedono al sindaco di preoccuparsi della sicurezza”.

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