Hubble, il telescopio spaziale che ha segnato un’epoca

(credits: Nasa)
Abbiamo sempre associato l’universo a quello di cui era impossibile definire i confini. Qualcosa di immenso e, al tempo stesso, anche immisurabile. Ebbene, le cose da poco tempo a questa parte sembrano essere decisamente cambiate dato che, come sottolineato da un approfondimento pubblicato sul blog del casinò online di Betway, gli scienziati sono finalmente riusciti a ricostruire il diametro dell’universo.

Attenzione, si parla di confini dell’universo osservabile, una definizione che lascia evidentemente spazio per le più svariate interpretazioni sul fatto che ci possa effettivamente essere una fine allo spazio o meno.

Ebbene, le misurazioni che si riferiscono all’universo osservabile parlano di un diametro che si dovrebbe aggirare intorno a circa 93 miliardi di anni luce, con un anno luce che equivale circa 9460 miliardi di chilometri. Una vastità impressionante e che fa venire anche qualche brivido, soprattutto per via del fatto che, molto probabilmente, non riusciremo mai a sapere quali possano essere le reali dimensioni dell’universo.
 
Il contributo alla scienza di Hubble

Quando si parla di misurazioni e di dati importantissimi per le nostre conoscenze sull’universo, è impossibile non parlare di Hubble, un telescopio spaziale che ha davvero scritto la storia, come raccontato sul blog L’insider. Si tratta probabilmente del primo strumento tecnologico che ha avuto un ruolo di primo piano per poter stabilire con una certa autorevolezza i limiti dell’universo osservabile. Un telescopio? Meglio definirlo come una sorta di osservatorio spaziale che si trova proprio nel bel mezzo dei cieli.
 
Cosa cambia con il nuovo telescopio spaziale Webb

Innanzitutto, a cambiare sono le dimensioni. Infatti, quelle di Hubble si poteva paragonare sostanzialmente a quelle di un trattore agricolo di notevoli dimensioni, mentre Webb è molto più grande. Con 22 metri in lunghezza e 12 metri di larghezza, questo nuovo telescopio spaziale praticamente è grande quanto la metà di un Boeing 737, giusto per fare capire che tipo di strumento verrà mandato in orbita.

Un altro aspetto che differisce tra i due telescopi spaziali è rappresentato dall’orbita. Se Hubble è in grado di garantire una visione a una distanza pari al massimo a 10/15 miliardi di anni luce, Webb arriverà solo ed esclusivamente fino a toccare un limite massimo pari a 13 miliardi di anni luce e non di più. Anche l’orbita è diversa: se Hubble sostanzialmente girava al di sopra della nostra atmosfera, per la precisione a circa 569 chilometri di distanza dalla Terra, Webb orbiterà intorno al Sole, a ben un milione e mezzo di chilometri rispetto al nostro pianeta. Chiaramente, tra i due telescopi anche il prezzo è diverso: costruire Hubble è costato ben 4.7 bilioni di dollari, mentre ci sono voluti circa 10 bilioni di dollari per realizzare Webb.
 
Il racconto di Steven Hawley

A narrare la storia del telescopio spaziale Hubble ci ha pensato uno dei grandi protagonisti che hanno avuto l’arduo compito di lanciarlo orbita, ovvero il professor Steven Hawley. Se al giorno d’oggi è il presidente della facoltà di Ingegneria fisica, ma insegna ancora ai ragazzi astronomia e pure fisica, in realtà Hawley ha passato più di 32 ore della sua vita nello spazio, affrontando la bellezza di cinque missioni nel giro di sedici anni.

Ed è stato lui, insieme al suo team, a occuparsi della preparazione del lancio in orbita di Hubble. Un lavoro veramente certosino, a cui poteva partecipare solo chi diventava astronauta. Ebbene, Hawley, nonostante non ci sperasse poi molto, realizzò il suo sogno, dovendo affrontare prove in serie, ma anche una serie di attività preparatorie che consistevano in lavori di gruppo, simulazioni, ma anche affrontare un gran numero di test dal punto di vista fisico.

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