VITTORIO POLITO - In occasione di un quiz televisivo svoltosi in una Domenica di Pasqua, di qualche decennio fa, bisognava indovinare la parola “Pasqua”. Per aiutare i concorrenti il conduttore chiese: “Ma che giorno è oggi?”. Una voce quasi unanime rispose “Domenica. Solo una timida vocina, quasi timorosa di offendere quell’ambiente così ostile a chi ricordava le nostre radici cristiane, disse “Pasqua”. Ciò sta a significare che molti di noi non conoscono le origini e la storia della Pasqua o il significato di alcuni simboli, tra i quali, il più importante, è rappresentato dall’agnello, immagine della creatura pura e candida che gli ebrei offrivano in sacrificio durante la Pasqua.
Infatti, il Signore disse a Mosè e ad Aronne “Questo mese - Nisan (marzo-aprile) - sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno, e lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito perenne” (Genesi, 1-12). Ma questa è un’altra storia.
Vediamo invece che significa Pasqua per i baresi, secondo Giovanni Panza (1916-1994), che la inserisce nel suo libro “La checine de nononne” (Schena), fra le “Feste terribele” cioè le feste importanti dell’anno.
I baresi tengono molto alla festività di Pasqua: che inizia dalla Domenica delle Palme, che viene onorata dall’ulivo e/o dalla palma benedetta.
Ed eccovi il menu pasquale dei baresi, secondo Giovanni Panza.
Demèneche de Pasque (Pasqua)
Vediamo invece che significa Pasqua per i baresi, secondo Giovanni Panza (1916-1994), che la inserisce nel suo libro “La checine de nononne” (Schena), fra le “Feste terribele” cioè le feste importanti dell’anno.
I baresi tengono molto alla festività di Pasqua: che inizia dalla Domenica delle Palme, che viene onorata dall’ulivo e/o dalla palma benedetta.
Ed eccovi il menu pasquale dei baresi, secondo Giovanni Panza.
Demèneche de Pasque (Pasqua)
benedìtte (benedetto). Il piatto che, più dell’agnello, è rappresentativo della Pasqua. Non è un piatto vero e proprio, ma un insieme di pietanze come i carciofi fritti, uova sode, fette di soppressata. Qualcuno aggiunge arance affettate, olive, ecc.
maccarune accome uè tu (maccheroni, come meglio gradisci)
agnìidde ‘o furne che le patane (agnello al forno con patate)
sopataue (verdura mista)
frutte (frutta)
scarcèdde (scarcella)
resolie (cudde fatte ngase o cudde de le cascetedde regalate da le chembare o da cì s’ave levate u nase) (liquore fatto in casa, o ricevuto in omaggio da qualcuno per ricambiare favori resi)
cafè (caffè).
Pasquètte (Pasquetta)
bredètte - detto anche verdétte (minestra di piselli, agnello e uova sbattute)
agnìidde arrestute (agnello alla brace)
benedìtte d’avanze (benedetto avanzato)
tarall’e zuccre (taralli con giulebbe)
l’alde cose pe fernesce (sopataue e chedde ca u stòmeche assepporte) e tutto ciò che serve a completare un pranzo solenne come l’immancabile verdura cruda e quant’altro lo stomaco riesce a sopportare).
A quanto sopra non può mancare il “crudo” di mare, i taralli con giulebbe, la colomba pasquale, l’uovo di cioccolato, e il rosolio (quel buon liquore preparato in casa).
maccarune accome uè tu (maccheroni, come meglio gradisci)
agnìidde ‘o furne che le patane (agnello al forno con patate)
sopataue (verdura mista)
frutte (frutta)
scarcèdde (scarcella)
resolie (cudde fatte ngase o cudde de le cascetedde regalate da le chembare o da cì s’ave levate u nase) (liquore fatto in casa, o ricevuto in omaggio da qualcuno per ricambiare favori resi)
cafè (caffè).
Pasquètte (Pasquetta)
bredètte - detto anche verdétte (minestra di piselli, agnello e uova sbattute)
agnìidde arrestute (agnello alla brace)
benedìtte d’avanze (benedetto avanzato)
tarall’e zuccre (taralli con giulebbe)
l’alde cose pe fernesce (sopataue e chedde ca u stòmeche assepporte) e tutto ciò che serve a completare un pranzo solenne come l’immancabile verdura cruda e quant’altro lo stomaco riesce a sopportare).
A quanto sopra non può mancare il “crudo” di mare, i taralli con giulebbe, la colomba pasquale, l’uovo di cioccolato, e il rosolio (quel buon liquore preparato in casa).