1 maggio '94, la F1 piange Ayrton Senna


NICOLA ZUCCARO -
Imola 1 maggio 1994. Oggi, come allora, è una domenica di 28 anni fa e, sull'Autodromo "Enzo e Dino Ferrari" persiste il gelo per il tragico incidente nel quale perse la vita Ayrton Senna. Al settimo giro del Gran Premio di San Marino, la Williams FW16 condotta dal pilota brasiliano perde il controllo alla curva del Tamburello, uscendo di pista e impattandosi contro il muretto. 

Dalla prima perizia emerge che Senna abbia perso il controllo della vettura per il cedimento del piantone modificato nella notte, che gli avrebbe consentito una maggiore comodità e visibilità della strumentazione. Inoltre, il piantone della sospensione destra anteriore, dopo la rottura, sfonda la visiera del pilota, causando gravi danni che si riveleranno fatali per la sua vita. 

Infatti l'angolo di impatto è di 22 gradi circa, sufficienti per dissipare abbastanza energia della sua monoposto. Durante i primi soccorsi a bordo pista, Senna perde oltre 3 litri di sangue e viene trasportato, tramite elicottero, all'Ospedale Maggiore di Bologna. Dopo un primo ricovero in rianimazione, Ayrton Senna viene decretato morto alle 18.40, senza aver mai più ripreso conoscenza dopo l'incidente. 

La sua morte concluse uno dei week end più drammatici di F1, aperto nelle prove libere del venerdì, dall'incidente alla variante bassa, occorso alla Jordan di Rubens Barrichello e che, fortunatamente, non gli provocò grossi danni. Il giorno dopo, durante le prove del sabato, è il trentaquattrenne austriaco Roland Ratzenberger ad avere la peggio con l'impatto mortale della sua Simtek alla curva intitolata a Gilles Villeneuve.

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