Beppe Delre e Egidio Marchitelli ci ricordano che 'Viviamo d’istanti'

LIVALCA - Cosa possano avere in comune un compositore nato a Mola di Bari l’anno precedente il ‘leggendario’ 1968 - non per tutti mitico, anzi in sede di revisione storica - ed un compositore nato nel 1891 a Peru, nell’Indiana, stato federato degli Stati Uniti nella regione del Midwest che, come riportano i testi statistici, risulta essere il 19° stato aggregato all’unione, proverò non certo a spiegarlo, ma a dargli quella giusta interpretazione atta a soddisfare il quesito posto da uno dei tanti figli di quella cittadina che vanta contemporanei cui la brezza marina spirando da mattina a sera in maniera lieve, ma comunque avvertibile dalle parti meno coperte del corpo umano come la testa, ha fatto aguzzare l’ingegno e trasformato in artisti a tutto campo, con una corsia preferenziale per scrittori come Giuseppe, Pietro, Sabino, Vincenzo e altri.

Mola di Bari ha dato i natali al cantante, compositore e docente Giuseppe Delre, Peru nell’Indiana a Cole Porter, compositore statunitense famoso in tutto il mondo per quel Night and Day (tratto dal musical Gay Divorce), senza trascurare Begin the Beguine, I love Paris e tanti altri successi: Porter insieme a Gershwin (che molto deve alla nostra cantante Mina), è stato un pilastro della musica popolare americana tra la prima e la seconda guerra mondiale.

Quello che per tutti ormai è semplicemente Beppe Delre ha conseguito, presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari - mi dicono con il massimo dei voti, plauso e lode della commissione - il Diploma Accademico di Livello in Musica Jazz discutendo una tesi sperimentale sulla musica di Col Porter.

Il dr. Giuseppe Berlingerio che nel suo volume “L’oro di Mola: dalle grotte al mare” (Levante Bari, 2010) con grande orgoglio affermava: ”La storia dell’olivo e, quindi, dell’olio è strettamente legata alla storia della Puglia, e di Mola: per la sua produzione sono nati i trappeti, dai proventi del suo commercio sono stati costruiti palazzi, masserie, trabaccoli e pandore, in altri termini Mola”, forse dovrebbe aggiungere al suo lavoro un tipo di singolare ‘oro’ dal profumo, forse sarebbe meglio usare il termine suono, ‘jazzistico’.

Proprio Delre, con uno scarno e pur esauriente comunicato, mi ha fatto pervenire la notizia che dal 4 novembre su tutte le piattaforme online è approdato l’album “Viviamo d’istanti”, un suo progetto discografico curato con la collaborazione di Egidio Marchitelli, un arrangiatore e validissimo chitarrista molto noto nella sfera che ruota intorno al genere jazzistico-pop.

Vi riporto integralmente le parole del comunicato di Beppe:” Durante il periodo del lockdown io ed Egidio Marchitelli abbiamo sentito la necessità di vivere questo tempo non come restrizione, ma come un’occasione di condivisione ed aggregazione, per continuare a fare musica. Così è nato “Viviamo d’istanti”, un gioco di parole e significati fra distanza ed istante per esprimere con forza la voglia di continuare a vivere attivamente il presente ed il proprio lavoro di musicisti alla ricerca di una modalità comunicativa attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie che hanno permesso di annullare il senso di isolamento”.

Delre precisa che il disco è prodotto dall’etichetta pugliese Angapp Music (casa discografica di Corato molto attiva nella ricerca di talenti, che si prefigge di non essere solo una semplice ‘incubatrice’) e che alla sua realizzazione, nella fase di registrazione, ha visto schierati collaudati musicisti di cui cita solo alcuni: Vince Abbracciante (fisarmonica), Pasquale Angelini (batteria), Giovanni Astorino (basso elettrico e violoncello), Valerio Bruno (basso elettrico), Michele Campobasso (piano elettrico), Mauro Gargano (contrabbasso), Francesco Lomangino (sassofoni), Massimo Morriconi (contrabasso), Camillo Pace (contrabbasso), Luciano Tarantino (violoncello).

Ora nel rendere omaggio alla parola ‘istante’, in virtù di quella PACE che non solo per ‘par condicio’ ma anche per necessità di equilibrio nella vita di tutti giorni, vi segnalo due citazioni di un illustre americano e un non meno illustre italiano. “Se ami la vita, non disperdere gli istanti di cui è fatta” viene attribuita ad uno dei padri fondatori degli Stati Uniti: quel Benjamin Franklin che tra le tante attività svolte - scienziato, politico, giornalista - è stato anche tipografo-editore, particolare che fa vibrare tutte le corde della mia ‘chitarra’, compresa la sesta come direbbe Nicola Giuliani, autore di quel prezioso volume “La sesta corda” (Levante Bari, 2008), in un momento delicatissimo del mio ciclo biologico-esistenziale.

In questo caso mi conviene virare, servendomi del ‘parafulmine’ di Benjamin, sull’istante presagio amaro di Cesare Pavese: “Immortale è chi accetta l’istante. Chi non conosce più un domani” che nel rendere il doveroso omaggio a colui che nel 1950 si aggiudicò il premio Strega con il volume Einaudi “La luna e i falò”, ci ricorda anche che Pavese giocava in casa essendo uno dei più stretti collaboratori della casa editrice dello ‘struzzo’.

Comunque voglio citare una frase di un mio amico carissimo, prematuramente in Cielo, Savino Capobianco che mi ripeteva: “Cavalli non sprecare ‘calci’, consumi inutilmente istanti che non recupererai mai”. Savì da Polignano avevi ragione, ma continuo a (s)calciare perché per fare un ‘eroe ci vuole un attimo, ma per essere un onesto individuo può non bastare una vita intera’. Come sempre poi ti spiegherò: dalle tue parti ci sarà più tempo per i nostri colloqui Capo-cava.

Savino da chitarrista autodidatta avrebbe molto apprezzato lo sforzo di Beppe Delre e avrebbe richiesto dei versi di Gianni da ‘annientare’ con il suo pragmatismo poco sognatore, ecco il motivo per cui mi permetto di ‘rubare’ una lirica al medico-poeta- scrittore di Conversano ANGELO RAMUNNI, che a metà ottobre mi ha inviato una sua composizione dal titolo ‘L’Armonia in un istante”:

Basta un attimo/fortuito,/ ed eccoci a scoprire/un angolo di paradiso/nel mondo che ci ospita.

Ed è come se il tempo/ ed il correre nei nostri anni/ si fermassero,/ mentre aria, luci, colori,/ attorno a noi/ fanno intesa,/ si fondono,/ si armonizzano/ in grande bellezza,/ come oasi/ dei nostri sogni.

Ed un tratto di felicità/ ci prende,/ ci avvolge,/ non ci lascia,/ prima di farci percepire/ di farne parte.

Cari Delre e Marchitelli reputo che questi versi possano essere musicati - magari dimenticando al momento il pop-rock - ispirandosi alla musica che Detto Mariano compose per ‘L’immensità’ e facendo vibrare la voce di Beppe, crooner sulla scia di Jonny Dorelli.