Sclerosi Multipla, Caroli: “Ai malati brindisini gravi viene negata l’assistenza specialistica a domicilio”


BARI - “Niente cure adeguate e specialistiche per i malati gravi di Slerosi Multipla (SM) e costretti in un letto di casa della provincia di Brindisi. Questa la denuncia che abbiamo raccolto da chi quotidianamente si occupa, volontariamente, di loro: i malati di SM che non possono essere trasportati il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) non garantirebbe un medico specialista, ma solo un neurologo ambulatoriale che non ha alcuna competenza specifica sulla malattia e che, quando arriva nel domicilio del paziente, non può fare nulla perché, non essendo un medico specializzato ha difficoltà a esprimere un riferimento valutativo, a fare riferimento alla scala EDSS (scala di disabilità), né può prescrivere alcuna terapia specifica, perché la prescrizione dei farmaci o la modifica della terapia vengono eseguite nei centri SM che seguono e già conoscono il caso del paziente. E lì dove, lo stesso neurologo ambulatoriale chieda una visita specialistica da parte dei medici del centro clinico, i familiari hanno dovuto pagarla, anche se l’ammalato è esente per patologia". Così in una nota il consigliere regionale di FdI Luigi Caroli.

"Dalle tante segnalazioni pervenute - prosegue Caroli - è stato constatato che i maggiori problemi si riscontrano sul Distretto 3 Ceglie- Francavilla Fontana in cui utenti e caregiver sono ogni giorno costretti a imbattersi non solo nella malattia, ma anche nella burocrazia e nei servizi sospesi. Ad esempio: gli uffici di Ceglie Messapica sono aperti solo ilmartedì e il giovedì mattina, così come l’ufficio protesi, mentre non vi è alcun servizio in orario pomeridiano. Per questo ho presentato un’interrogazione all’assessore alla Sanità, Rocco Palese, per chiedergli se non sia il caso di mettere a disposizione un medico del reparto di SM che si occupi anche delle visite domiciliari. In questo modo si eviterebbe di esporre a rischio pazienti così fragili il cui spostamento potrebbe provocare ulteriori danni fisici. Inoltre si otterrebbe il beneficio di evitare ospedalizzazioni e di poter condurre la terapia d’urto anche a domicilio con un risparmio in termini di costi per la ASL.

Così come sul piano gestionale, perché: - non si riesce a garantire nei distretti l’apertura anche pomeridiana in alcuni giorni, così come rinnovare i piani ogni sei mesi invece che ogni due? - il laboratorio analisi non accetta le analisi di sabato ed è incomprensibile il motivo per cui gli stessi esami non possono essere consegnati a domicilio dalle stesse infermiere ADI? - non viene abolita la pratica di compilazione diari durante la seduta fisioterapica o di qualsiasi altra prestazione? Se il servizio dev’essere garantito per 45 minuti perché togliere ben 10 minuti di terapia solo per compilare queste pratiche? - per le cure domiciliari, gli operatori non adottano i criteri di ‘igiene e sicurezza’ utilizzando un camice monouso per ogni paziente, guanti da cambiare con regolarità e non di presentarsi in loco con un singolo paio di guanti messo in tasca o ancora peggio portato nella cartellina dei documenti per garantire sicurezza a questi pazienti fragili? - è proprio necessario che gli OSS si presentino a casa dei pazienti alle prime ore dell’alba (tipo le 5.30)? Per tutte queste ragioni sempre all’assessore Palese ho proposto l’istituzione di un tavolo di lavoro e confronto con il responsabile Adi dell'Asl di Brindisi, dott. Campa e di creare un team specialistico per pazienti Adi, come già avviene per pazienti oncologici” conclude Caroli.

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