ANDRIA - Ludopatia: una piaga che colpisce giovani e adulti in grado di annientare l’esistenza di un individuo e di chi
gli sta intorno. E’ stato questo il tema che ha caratterizzato il convegno dal titolo “Disturbo da Gioco
D’Azzardo (DGA) che si è svolto nella inconsueta ma accogliente location “Masseria San Vittore” in agro di
Andria.
Qui si respira non solo l’aria pura dell’Alta Murgia, alle pendici di Castel del Monte ma soprattutto il
profumo del servizio e del riscatto che avvolge la comunità “Amici di San Vittore” che- grazie al progetto
“Senza Sbarre” della diocesi di Andria finanziato da Caritas Italiana nel 2017 con 200mila euro provenienti
dai fondi dell’8xmille e grazie alla società cooperativa sociale denominata “A mano libera”- impiega
detenuti ed ex detenuti nella produzione di pasta fresca e taralli, prodotti realizzati con materie prime
naturali di qualità a kilometro zero.
Un progetto realizzato anche con il contributo di imprenditori privati, ristoratori e associazioni, in
particolare “Amici per la vita”: partite di solidarietà, teatro, concerti, mercatini, hanno contribuito a
concretizzare le misure alternative al carcere previste dalla legge. Sostenuto fortemente dal vescovo Luigi
Mansi, “Senza Sbarre” nasce su iniziativa di don Riccardo Agresti e don Vincenzo Giannelli, da anni
impegnati nel volontariato in carcere.
Ed è proprio a don Riccardo Agresti sono stati affidati saluti e benedizione per un buon avvio dei lavori.
Una iniziativa per dire no alla ludopatia ma anche per analizzarne strategie di prevenzione, cause,
conseguenze e implicazioni.
Con inizio nella prima mattinata di giovedì 18 maggio- dopo i saluti di Alessandro Scelzi, Direttore Sanitario
Asl Bt- alla giornata formativa- corso accreditato ECM. Organizzata dal Dipartimento Dipendenze
Patologiche Asl/Bat, nella persona del Responsabile Scientifico Gianfranco Mansi- è intervenuto un illustre
parterre di relatori che ha evidenziato come il fenomeno sia in progressiva espansione: la pandemia, se da
un lato ha posto un freno al gioco dal vivo, ha comportato l’abbassarsi della soglia d’età, avvicinando i
giovanissimi al gioco online.
Nel corso dell’incontro è emersa chiaramente la necessità di un approccio integrato alla materia, che non si
limiti a riconoscere il contenuto patologico di determinate forme di propensione al gioco, garantendone la
presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale dei soggetti affetti da ludopatia, ma che intervenga
soprattutto nel campo della prevenzione primaria attraverso la promozione di campagne di
sensibilizzazione sull’uso responsabile del denaro, sulla limitazione all’accesso al debito e sui rischi collegati
e sui pericoli connessi al gioco d’azzardo.
Il gioco d’azzardo patologico – ha spiegato Gianfranco Mansi- è uno dei grandi problemi del nostro tempo e
l’approccio al fenomeno è ormai sempre più precoce. Ecco perché- ha proseguito Mansi- occorre puntare
su azioni di prevenzione che assumano un carattere di fondamentale importanza per evitare che i giovani
cadano nella spirale della patologia.
Un focus sui vari tipi di prevenzione attuabili per arginare l’evoluzione del fenomeno, sull’importanza della
Piano di Attivita’ nella prevenzione, della diagnosi precoce e del supporto della famiglia che gravita intorno
al soggetto affetto da DGA, sull’efficacia delle campagne di informazione nonché sulla necessità di
formazione adeguata degli operatori del settore, soprattutto di coloro che devono stimolare un aggancio
tempestivo finalizzato ad individuare i fattori di rischio latenti o già slatentizzati, è stato realizzato da
Margherita Taddeo, Referente regionale del progetto GAP, Dirigente Responsabile UOSVD Formazione
ASL Taranto. La Taddeo ha inoltre posto l’accento sul peso che assumono i programmi di recupero che
devono essere integrati e allo stesso tempo intensivi.
Ha mostrato una fotografia del fenomeno dal punto di vista sociologico, evidenziando le ampie e gravi
ricadute sul tessuto sociale della ludopatia, Paola Bruna Tozzi, Referente Gap –Assistente Sociale
SERD/SAP ASL Bt. La Tozzi ha inoltre reso noto che la Regione Puglia con L.R. n.43 del 23/12/2023 ha dato
attuazione al Servizio Sperimentale G.A.P. avviato sul territorio della ASL BT in favore delle persone affette
da Ludopatia con modalità di intervento multidisciplinare, integrando l’approccio clinico con quello di rete.
L’Attività sperimentale del servizio G.A.P. ASL BT- ha precisato la Tozzi-che ha un’unica sede operativa in
Piazza Principe Umberto/ ex Ospedale di Barletta- prevede una metodologia di intervento clinico basata
sulla definizione di progetti terapeutici individuali e strutturati in più fasi. L’accesso al servizio G.A.P.- ha
concluso la Tozzi- è diretto e volontario, non occorre prenotazione al CUP, né richiesta medica o pagamento
del ticket.
Presente all’incontro: Vincenza Ariano, Direttore DDP –Asl Taranto che ha relazionato sulle cause
Neurobiologia della dipendenza. Il suo dettagliato intervento ha fatto emergere un dato importantissimo:
numerose ricerche hanno riscontrato, infatti, tra le cause principali di tale disturbo, determinate alterazioni
neurobiologiche, in particolare a livello della serotonina (responsabile dei comportamenti impulsivi),
noradrenalina (responsabile della ricerca di sensazioni forti) e dopamina (responsabile dell’effetto
gratificante derivante dal gioco). Alcuni studi hanno individuato, inoltre, delle caratteristiche di personalità
riconducibili al giocatore d’azzardo. In particolare, chi è affetto da Ludopatia, rispetto al resto della
popolazione sarebbe più impulsivo, più propenso al rischio e maggiormente favorevole alla ricerca di forti
sensazioni.
Lo sviluppo delle dipendenze, tra cui quella da gioco d’azzardo, così come è emerso dai numerosi interventi
che si sono susseguiti nel corso della giornata, presuppone dunque uno stato di vulnerabilità preesistente al
contatto con il gioco stesso. Se questo contatto avviene, inoltre, in carenza di fattori protettivi (scarso
attaccamento parentale, deficit del controllo familiare) e/o all’interno di contesti ambientali negativi
(traumi infantili) esiste la possibilità di sviluppare una vera e propria forma di Ludopatia.
Ha onorato il parterre dei relatori con la sua prestigiosa presenza, Michele Lopane, Psichiatra
Dipartimento Salute Mentale (DSM). Dalla sua dissertazione è emerso come tra i disturbi mentali e
ludopatia possono intercorrere diversi tipi di associazione: presenza di un disturbo psichiatrico primario
rispetto al gioco patologico (il disturbo mentale causa il gioco); gioco patologico primario rispetto al
disturbo psichiatrico (il gioco determina la comparsa di una malattia psichiatrica); gioco patologico e
disturbo psichiatrico sono dovuti a un fattore comune terzo (ad esempio una comune predisposizione
genetica); disturbo da gioco patologico e disturbo psichiatrico sono coesistenti perché influenzatisi a
vicenda (modello bidirezionale). Queste diverse possibilità fanno escludere che a priori la ludopatia derivi
da una condizione psicopatologica precedente, oppure che ne determini l’insorgenza. Il gioco patologico
può: indurre ex-novo un disturbo psichiatrico; avere l’effetto di scatenare una manifestazione di un
disturbo psichiatrico rimasto latente; causare la recidiva di un disturbo psichiatrico preesistente (come può
essere vero anche il contrario). Ecco perché una valutazione diagnostica iniziale e la rivalutazione della
stessa durante l’intervento sono fondamentali. I quadri che possono mostrarsi sono molteplici e richiedono
interventi diversi e specifici.
Hanno concluso i lavori gli interventi di Emilio Di Conza, Presidente ADICONSUM Regione Puglia e di
Vincenzo Rutigliani, Vice presidente Ct Oasi 2.
Di Conza ha portato a conoscenza dei presenti l’esistenza del Fondo di prevenzione dell’usura e del
Sovraindebitamento. ll Fondo – spiegato Di conza- si rivolge a soggetti a rischio usura, sovraindebitati con
impossibilità di accedere al credito regolare. Il soggetto interessato- ha precisato Di Conza- può rivolgersi
alle fondazioni/associazioni per la prevenzione usura presenti su tutto il territorio nazionale, a condizione
che dimostri di essersi avviato ad un percorso terapeutico riabilitativo. L’Associazione Adiconsum – ha
concluso Di Conza- è una delle associazioni autorizzate a gestire fondi pubblici destinati alla concessione di
garanzie utili all’accensione di prestiti di consolidamento debiti intestati a soggetti sovraindebitati aventi i
requisiti stabiliti dal Regolamento Attuativo MEF.
Rutigliani ha illustrato due progetti: “Disturbo da Gioco D’Azzardo” e A.GAP.E. Il primo, ha l’obiettivo di
favorire il rafforzamento dei sistemi integrati di servizi socio-sanitari coinvolti nella prevenzione e contrasto
delle dipendenze da gioco d’azzardo nella provincia di Barletta – Andria – Trani noché il miglioramento
della qualità della presa in carico delle persone con Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA). Il Programma di
Rete, infatti, integra l’offerta territoriale di servizi per persone con dipendenza da gioco, prevedendo un
modello di presa in carico strutturato in un percorso terapeutico residenziale intensivo della durata di 3
mesi, e un programma semi- residenziale di accompagnamento territoriale di ulteriori 3 mesi. Il
trattamento residenziale si rivolge a quelle persone che hanno necessità di astenersi dal gioco e/o
allontanarsi temporaneamente dall’ambiente familiare conflittuale. I programmi residenziali hanno come
cornice un contesto con ridotti stimoli e richiami al gioco d’azzardo e una serie di interventi specifici
individuali e di gruppo. Dopo la prima fase di ricovero residenziale il modello di presa in carico prevede una
seconda fase di accompagnamento territoriale, con percorsi psicoeducativi e colloqui psicoterapeutici
individuali, familiari e di gruppo a cadenza settimanale. Il secondo, promosso da Oasi2 e sostenuto da
Fondazione CON IL SUD, il progetto è finanziato attraverso il Bando Socio-Sanitario 2020 – Dipendenze e
rappresenta un unicum in Puglia per l’approccio innovativo alla cura dei disturbi da gioco d’azzardo. il
progetto intenda, nell’arco di 30 mesi, mettere a sistema, nelle province di Bari e BAT, un modello di presa
in carico integrata delle persone affette da disturbi da gioco d’azzardo. Si costituirà un’unità mobile
d’intervento per attività di prevenzione e contrasto del rischio di nuove dipendenze nei luoghi sensibili e di
engagement dei giocatori problematici e patologici. Presso i servizi territoriali dei comuni coinvolti verranno
attivate dieci “antenne di ascolto” che segnaleranno le persone e i nuclei familiari che presentano
problematiche legate al gioco d’azzardo. L’équipe multidisciplinare di A.GAP.E ne garantirà la presa in carico
integrata sociosanitaria, strutturata in un programma terapeutico intensivo (un weekend ogni due
settimane per massimo 6 mesi) che prevede un piano psico-educativo strutturato, flessibile, di incontri con
la finalità di intervenire sulle distorsioni cognitive e a contenere i comportamenti compulsivi; attività di
psicoterapia individuale e di gruppo e interventi di consulenza familiare, a durata variabile, per la gestione
dei conflitti. Per l’accoglienza degli utenti verrà appositamente ristrutturato e predisposto uno degli edifici
all’interno della struttura della Comunità Casa Don Tonino Bello.
Gianfranco Mansi, Direttore Dipendenze Patologiche ASL Bt, ha congedato gli intervenuti alla Tavola
Rotonda ringraziando tutti i presenti per la partecipazione e sottolineando come la dipendenza altro non è
che una “relazione sbagliata” e che come tale può essere interrotta con le giuste strategie di riabilitazione.
In chiusura- ha aggiunto Mansi- l’aver riconosciuto la componente neurobiologica della Dipendenza da
Gioco D’Azzardo è una grande conquista poiché ha permesso di attribuirle la nomenclatura di malattia e
non più di mero vizio. (P.Corvasce)
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