Intervista a Giorgio Gagliardi autore del libro 'La madonna negata'


Come mai ha deciso di scrivere un libro su tale delicata argomentazione? Perché ha deciso di parlare proprio delle apparizioni di Garabandal?
In base alla mia esperienza e pratica di ricercatore, le estasi di Garabandal sono da collocare nell’ambito delle estasi mistiche di tipo cattolico. Le stesse apparizioni con le loro varie modalità di estrinsecazione, sono tipiche del filone cattolico delle apparizioni mariane e testimoniano una dottrina che la stessa Chiesa ha definito assolutamente in linea con la teologia cattolica.
Nel caso di Garabandal, ci fu un comportamento assente e lacunoso da parte della prima commissione diocesana incaricata di studiare le ragazzine. Oltre a seguire svogliatamente i fatti, tale commissione sembrava maggiormente interessata a sviare l’attenzione delle bambine dai fenomeni “apparizionali”, sia tramite minacce che attraverso suggerimenti a svagarsi e pensare ad altro. All’epoca dei fatti i principali professionisti ad esaminare le ragazze agirono in veste non ufficiale: sto parlando del Dottor Ortiz e del Dottor Puncernau. I membri della prima commissione diocesana, invece, furono presenti raramente, quasi mai, durante le trance estatiche delle ragazze.
È per questo che ho deciso di dedicare questo dossier medico-scientifico alle apparizioni di Garabandal, per restituire un quadro più completo, anche alla luce dell’esperienza maturata in questo settore.

Nel suo libro si parla delle varie fasi dell’estasi: come le definirebbe in parole semplici?
L’estasi è uno stato di coscienza modificato, noto già nell’antichità presso le religioni di allora e nei primi secoli dopo Cristo. Tale stato era conosciuto anche nella Chiesa Cattolica e da allora si ipotizzava che dovesse essere considerato una condizione umana dovuta ad intervento esterno appartenente al mondo fisico, spirituale o metafisico a seconda delle credenze. Nel caso delle apparizioni di natura religiosa, l’estasi è un evento psicofisiologico umano che prepara e precede l’evento apparizione o visualizzazione di una immagine o altro evento “sconosciuto” che inizia molto prima dell’apparizione/visione: ci sono quindi due fenomeni (o fasi) che si incrociano. Il primo è preparatore dell’altro, ovvero l’adattatore allo stato fisiopsicologico dell’umano o degli umani che lo sviluppano, pur essendo uno susseguente all’altro, e la loro interdipendenza è necessaria per completare l’evento “strano” o non previsto che segue.

La domanda più semplice da porsi è perché questo adattamento avvenga e cioè quale avvio o trigger sia stimolato per la futura apparizione o per il futuro stato modificato di coscienza.
La risposta più ovvia, che è ritenuta anche la più possibile, è che lo stimolo prepari il sistema neuropsicofisiologico (sistema neurovegetativo o cervello emozionale) ad adattarsi al fenomeno che sta arrivando (prima fase). Perciò è lo stesso stato modificato di coscienza conseguente o la stessa apparizione (seconda fase) che fa adattare l’uomo a riceverlo/a senza essere in qualche modo danneggiato. Ciò avviene per qualsiasi apparizione o altro evento che si propone alla persona spesso in modo improvviso e non prevedibile.
 
La persona interessata non reagirà in modo inappropriato perché sarà stata allertata per ricevere qualcosa di più emozionante (seconda fase) grazie all’attivazione del sistema neurovegetativo di difesa, cosicché il soggetto si troverà nelle migliori condizioni psicofisiologiche per ricevere il nuovo stimolo (che non è nelle sue memorie) o trigger, che sarà comunque valutato dai centri cerebrali preposti onde avviare la risposta comportamentale del soggetto. Quindi tale stimolo sarà confrontato nei centri delle memorie precedenti e svilupperà uno stato di coscienza modificato, anche se inizialmente questa si presenterà come una sorta di fuga perché non si è preparati all’evento, per poi trasformarsi in una nuova accettazione iniziale, attiva o passiva. La neurofunzione vegetativa ortosimpatica preparerà subito la risposta fisiologica del momento (prima fase); poi l’organismo, o meglio la mente cognitiva, valuterà il trigger (impulso) ricevuto ed ancora non definito e svilupperà il nuovo stato di coscienza (seconda fase) che comporta un cambio di comportamento del soggetto attivato all’attesa conscia o inconscia del fenomeno, o alla sua immersione emozionale in esso, rendendolo comunque più preparato alla novità dell’evento/fenomeno in via di manifestazione.

Le figure celesti del suo testo appaiono piuttosto furenti verso coloro i quali non sembrano rispettare il loro volere. Quanta verità c’è in tale esposizione?
In realtà non userei assolutamente il termine “furenti”. Sia l’Angelo, che la Vergine, che la Vergine con in braccio il Bambino appaiono del tutto rispettose nei riguardi delle ragazze e anche della stessa Parrocchia di Garabandal (l’Angelo dà la comunione alle bambine solo se il parroco non è in paese) e producono nelle bambine uno stato di estasi mistica che si riflette anche sul loro viso. Non dimentichiamo che esiste anche un veggente di seconda generazione: Padre Luis Andreu, un padre gesuita di 36 anni che era venuto ad esaminare le ragazze e che in questo contesto viene ripreso in video con volto severo. 


Anche lui si trovava in mezzo alla folla che osservava le bambine in estasi la sera dell’8 agosto 1961. All'improvviso il volto di padre Andreu impallidisce, gocce di sudore appaiono sulla fronte e il suo viso appare del tutto trasfigurato da un’emozione di beatitudine nelle immagini fotografiche raccolte al momento, accompagnate dall’audio della sua voce che grida con voce rauca “Miracolo” per quattro volte. Poche ore dopo, verso le quattro del mattino, ritornando a casa in macchina, padre Andreu dice: “La madonna mi ha fatto un grande regalo, che fortuna, avere una madre simile in cielo. Questo è il giorno più felice della mia vita". Poi con un lieve singulto china il capo sul petto e muore. Il mio commento è che evidentemente si può anche morire di gioia, ma sicuramente non per aver visto un a figura “furente”.

Fra gli avvisi ricevuti dalla Vergine ci sono i seguenti:
- È necessario fare molti sacrifici, molta penitenza, visitare spesso il santo sacramento; ma prima di tutto bisogna essere molto buoni.
- C’è castigo e possibilità di perdono.
- Molti sacerdoti vanno per il cammino della perdizione e si portano appresso molte anime (Conchita ha detto e scritto: molti cardinali, vescovi, sacerdoti).
Quest’ultimo avviso è decisamente attuale e potrebbe anche essere alla radice dell’ostilità di alcuni membri della Chiesa.

Il suo testo concilia in qualche maniera la religione con la scienza: in che maniera ciò si è realizzato?
Oggi, con la strumentazione in dotazione, esistono varie metodiche per analizzare ed eventualmente riconoscere l’autenticità di tali fenomenologie da un punto di vista medico-scientifico. All’epoca dei fatti, tali strumenti non esistevano ancora, ma ugualmente valida si è rivelata l’anamnesi delle veggenti: i test loro somministrati in stato di estasi per provare il loro scollegamento dal mondo materiale che le circondava, come anche il sottrarsi a leggi fisiche quali la gravità, con levitazioni, mutamento del peso corporeo ed estraneità agli stimoli dolorosi, persino alle bruciature. Come spiegato più volte, nel tipo di ricerche e attività a cui mi dedico, la scienza offre solo un supporto alla religione, le cui conclusioni non sono di competenza della scienza.

Nel suo libro è presente la parola dubbio: non intende instillare nei lettori alcun dogma, come mai tale scelta? Che posizione ha ad oggi la scienza nei confronti della religione?
Non è compito dello scienziato imporre conclusioni che sono appannaggio della Chiesa. Lo scienziato ha il solo compito di raccogliere dati e testimonianze ed elaborarli per quanto di sua pertinenza.
In particolare, come nel caso di Garabandal, lo scienziato ha modo di distinguere le esperienze mistiche da altri stati imitativi della mistica che hanno una spiegazione nel passato psicologico e sociale della persona che li manifesta. Al momento, la posizione della Chiesa su Garabandal è gestita non dalla Santa Sede ma dal vescovo del luogo, con cui non ho mai avuto contatti nel corso degli anni in cui mi sono interessato alla vicenda. Sebbene io abbia presentato vari dossier al Vaticano per altri casi di apparizioni mariane, per questo non mi è stato richiesto alcunché. Non sembra esserci alcuna apertura a riconsiderare gli eventi, se non alla luce di fatti nuovi, negando, a tutti gli effetti, l’eccezionalità degli eventi già occorsi e da me descritti, oltre che da colleghi, sacerdoti e cronisti che ne furono testimoni diretti.

Come ho specificato nelle mie conclusioni, il giudizio finale teologico spetta alla Chiesa, la quale potrà tener conto delle relazioni mediche disinteressate e obiettive dei vari personaggi che sono stati testimoni della complessa vicenda di Garabandal, e magari anche di questa limitata esposizione, di cui mi sono premurato di dare un accurato resoconto, alla luce delle attuali metodiche di studio delle fenomenologie apparizionali.

-Da dove nasce la passione per i fenomeni apparizionali?
Sono sempre stato attratto dallo studio di fatti inusuali, specie se comportavano una modificazione dello stato di coscienza del soggetto. Come nel caso della mia passione per l’archeologia, questo mi ha portato a visitare di persona i siti interessati. Per questo motivo, nel corso della mia attività, ho studiato circa una cinquantina di casi di apparizioni mariane. Tali indagini mi hanno permesso di imparare molto, sia sulla natura umana che sulle manifestazioni del divino, e mi hanno permesso di passare da competenze un po’ frammentarie e confuse a competenze più solide e coerenti.

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