Il ricordo del prof. Franco Salonna, ineguagliabile professionista di altri tempi

VITTORIO POLITO - In occasione del Convegno GAO (Gruppo Apulo di Otorinolaringoiatria), svoltosi a Cerignola (FG), è stato ricordato dal figlio, prof. Ignazio, il grande otorinolaringoiatra e audiologo, il prof. Franco Salonna, già primario del Reparto di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale “Di Venere” di Bari-Carbonara, mio caro e insostituibile amico. Eccone il sunto.

Il Prof. Franco Salonna nasce a Bari il 24.05.1928. Svolge una importante carriera scolastica e a soli 17 anni si diploma al liceo Orazio Flacco. Salta la V elementare e il II ginnasio. Spinto dal padre che ci teneva molto allo studio, si impegna e subito mostra le sue attitudini allo studio e al sacrificio. Durante il liceo non disdegna attività sportive come il calcio, partecipando ai tornei studenteschi nel ruolo di mediano o di terzino fluidificante, interpretando così un ruolo moderno e, anticipando caratteristiche calcistiche che prenderanno piede negli anni ‘70/’80. All’Università il suo percorso di studi è stato eccezionale, laureandosi a 23 anni con il massimo dei voti in Medicina e Chirurgia.

È stato anche un grande ballerino, interpretando balli dell’epoca come walzer, mazurca e tango, ma soprattutto il tip-tap in cui brillava. Ballava preferibilmente con la sorella Nilde con cui ha vinto anche premi. Nel 1954 si specializza in Otorinolaringoiatria e inizia da subito a percorrere i corridoi della Clinica diretta dal prof. Gualtiero Lugli, insieme ai colleghi Pinto, Mazzilli, Carducci, Calvani, Bellomo, Bartoli, Di Nicola, Carbonara, Caterina, De Iudicibus ed altri che si sono succeduti, fino a Quaranta e Fiorella. Il corridoio della clinica che unisce i due reparti maschile e femminile è lungo circa 40 metri e largo 4: in estate con i reparti vuoti si giocava anche a calcio, complici anche alcuni infermieri come Vito Bellini e Donato Calabrese. Ma come raccontano lo stesso Calabrese e Vittorio Polito (assistente bibliotecario), il pomeriggio e la sera, nonché a volte la notte, si rifugiava nella biblioteca della Clinica per leggere ed aggiornarsi.

Era sempre disponibile per tutti, chiunque lo chiamasse e per qualsiasi necessità. Curava molto l’aspetto medico e umano, entrando in sintonia con il paziente, supportando aspetti psicologici e familiari. Nel 1968 il prof. Lugli lasciava la direzione della Clinica e i prof. Salonna e Cervellera “ereditavano” l’Istituto e la Clinica. Ma il prof. Salonna lasciò campo libero al prof. Cervellera in quanto più grande di due anni. Poco dopo iniziò a dirigere la Cattedra di Audiologia occupandosi degli aspetti funzionali e patologici dell’organo uditivo. Ricordo la sua partecipazione alle relazioni ufficiali nel 1963 sulle paralisi laringee e sul mascheramento. Autore di oltre 100 pubblicazioni, ha lasciato la clinica ricoprendo l’incarico di primario, prima all’Ospedale di Foggia nel 1972 e poi al “Di Venere” di Bari-Carbonara, pochi mesi dopo.

«La vita professionale è stata contrassegnata da umiltà, umanità, signorilità, altruismo e rispetto del prossimo, caratterizzando la figura di uomo, docente e medico. È stato per tanti anni un punto di riferimento per colleghi, studenti e numerosi pazienti. È stato un galantuomo, come pochi, un signore di altri tempi, sempre disponibile e cortese con tutti ed aveva rispetto di chiunque avesse rapporti con lui, indipendentemente dal ruolo sociale ed economico rivestito.» (Vittorio Polito , “Giornale di Puglia”).

Ha creato al Di Venere la sezione di Logopedia con la collaborazione della dott.ssa Campanella che sarà la vera conduttrice di tale sezione, coadiuvata dalle logopediste Bellini e Signorile, che hanno seguito e curato migliaia di pazienti con maestria ed empatia. Tantissimi pazienti, colleghi e amici si ricorderanno certamente di questo indispensabile ausilio riabilitativo ed io stesso posso attestare la validità di questo servizio avendone personalmente usufruito.

Le sue priorità erano il lavoro e lo studio, per soddisfare la grande sete di conoscenza. La sua eleganza, il suo sguardo sornione, i suoi occhi sempre sorridenti rimarranno nel cuore di tutti. Ha continuato a lavorare fino all’età di 91 anni, e negli ultimi venti anni si è dedicato con grande successo anche alla medicina omeopatica. Ma era soprattutto un chirurgo eclettico, forse l’ultimo otorinolaringoiatra che sapeva fare tutto dalle laringectomie con svuotamento alle timpanoplastiche e alle maxillectomie. I pazienti lo amavano. Anche dopo il pensionamento ha continuato a lavorare come consulente all’Ospedale di Acquaviva (BA) e in attività privata in studio.

Il suo desiderio di entrare nella vita dei pazienti, la sua empatia, il suo sentire l’altro, restino di insegnamento per il figlio Ignazio, otorinolaringoiatra e audiologo anch’egli, per i suoi nipoti e per tutti i medici e tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo. Molti lo hanno definito: un UOMO, un MODELLO, non diceva mai una brutta parola, e non parlava mai male di nessuno comprendendo e giustificando, sempre. Quando i figli dicevamo una parola volgare, alzava gli occhi al cielo ed esclamava “non siete figli miei”.

Aveva la grande umiltà di saper ascoltare chiunque per poi stupirsi e chiedersi, ma mai domandare. Non avremo più la sua presenza fisica, ma l’essenza dei suoi insegnamenti di scienza e di vita rimarranno di esempio per tutti, ovunque. Un mito, una leggenda!

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