La chiesa di San Martino di Bari vecchia tra le location della seconda puntata di Lolita Lobosco


GIANCARLO LIUZZI -
Tra le tante splendide location scelte per la nuova stagione della apprezzata serie tv “Le indagini di Lolita Lobosco” ha suscitato particolare curiosità la piccola chiesetta di San Martino di Bari Vecchia, apparsa come “chicca” sul finire del secondo episodio andato in onda su Rai1 nella serata di ieri lunedì 11 marzo. 

Dopo aver ammirato la maestosa bellezza del Castello Marchione di Conversano, dove si sono svolte la maggior parte delle scene della puntata, i milioni di telespettatori hanno potuto apprezzare, illuminata da candele soffuse portate in mano dai due protagonisti, la magica atmosfera millenaria della chiesetta chiusa da oltre 60 anni. È Leon (Daniele Pecci), affascinante gallerista che ha subito colpito Lolita Lobosco (Luisa Ranieri) nella prima puntata, che durante la loro serata galante apre l’anonima porta in strada Bianchi Dottula che conduce i due all’interno della navata della chiesa. 

E qui, che tra i secolari affreschi, il sontuoso altare e l’elegante lampadario, che i protagonisti si scambiano romantici sguardi accompagnati da una suggestiva colonna sonora. La storia della location è in realtà davvero incredibile, si tratta infatti di uno dei luoghi religiosi più antichi della città di Bari, edificato tra il IX e il X secolo dopo Cristo durante il dominio bizantino del capoluogo pugliese. A seguito di guerre, distruzioni e ricostruzioni, sulla chiesa originaria, caduta in rovina, è stata edificato un successivo luogo di culto inglobato infine, tra il 1600 e il 1700, nel palazzo Bianchi Dottula che ancora oggi la custodisce. 

La chiesa ha svolto funzioni religiose fino agli anni 50 del 900 quando è stata definitivamente chiusa al pubblico. Soltanto nel 2022, grazie alla disponibilità della famiglia Mitolo, proprietaria dell’edificio, la chiesa è stata affidata all’APS Martinus, gruppo di associazioni e privati specializzati nel restauro architettonico e promozione del territorio, per curarne il progetto di recupero e rifunzionalizzazione. Nel 2022 l’associazione, grazie ad eventi e visite guidate, ha permesso a centinaia di baresi di poter visitare nuovamente la chiesa e poterne ammirare i tanti sorprendenti tesori, gli stessi che ieri hanno raggiunto gli schermi televisivi di tutta Italia. 

«Quando ci è stato chiesto, tramite la location manager della casa di produzione OZfilm Elettra Sparapano, la possibilità di girare alcune scene a San Martino abbiamo subito accettato con grande entusiasmo – ci dice il vicepresidente dell’APS Martinus Giancarlo Liuzzi -. Ci hanno detto che avevano già saputo del nostro progetto e sono stati da subito colpiti dagli ambienti suggestivi della chiesa. Per noi è stata una grande occasione per mostrare al grande pubblico un piccolo ma importante gioiello della storia di Bari». L’APS Martinus si sta impegnando, tramite collaborazioni con enti, Università e fondazioni, a portare avanti il progetto di restauro e sta cercando bandi e sostenitori che possano finanziare l’oneroso progetto. 

«Sono in tanti ad averci già aiutato ma chiaramente ci servono grossi finanziamenti per gli interventi più importanti come lo scavo archeologico che può portare alla luce nuovi tesori – continua Liuzzi-. Per questo abbiamo deciso di avviare una campagna di crowfunding su GoFundme che possa, sulla scia di interesse creato dalla serie tv, raggiungere chiunque voglia supportare il nostro progetto». 

Per chi volesse seguire gli aggiornamenti del progetto può seguire la pagina facebook Martinus spazio arte tempo e il sito web www.martinuaps.it. 

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