'Ogni sospiro che arriva da Gaza per Israele è terrorismo..'. Intervista a Deborah Petruzzo



FRANCESCO GRECO
- Guerra sporca, come il mainstream che la racconta. Silenzia le manifestazioni free Palestine in tutto il mondo. Tace dell’opinione pubblica di Israele (come di quella ucraina) che, stanca, vorrebbe la pace. 30mila morti, moltissimi bambini, addirittura in attesa di avere un po’ di pane, non fanno notizia, né scandalo.

Legge come terrorismo ogni sospiro che arriva da Gaza. Ignora i giornalisti morti (si dice 130), che i visti per i Territori li concede Israele (“uno Stato senza Costituzione nè confini”, Moni Ovadia).

Deborah Petruzzo (foto) è amante della cultura araba e appassionata di geopolitica in relazione al Medio Oriente. Di madrelingua francese, è traduttrice e interprete di lingua araba e inglese.

E’ vero che agli Ebrei nell’Ottocento fu proposta quale Terra Promessa ampie zone fra Uganda e Sinai, che però rifiutarono?

"Sì, verissimo. Quando Theodor Herzl (fondatore del sionismo) iniziò il suo tentativo di stabilire una patria per il popolo ebraico, cercò il sostegno delle grandi potenze per raggiungere il suo obiettivo. Nel 1903, Herzl si rivolse alla Gran Bretagna e incontrò Joseph Chamberlain, il segretario coloniale britannico e altri funzionari di alto rango che erano d'accordo in linea di principio con l'insediamento ebraico nell'Africa orientale. Al Sesto Congresso Sionista a Basilea il 26 agosto 1903, Herzl propose il Programma britannico dell'Uganda come rifugio temporaneo per gli ebrei. Si decise di inviare una spedizione ("Commissione d'inchiesta") per esaminare il territorio proposto. Tre giorni dopo il governo britannico pubblicò un documento ufficiale che assegnava un "territorio ebraico" nell'Africa orientale "a condizioni che consentissero ai membri di osservare le loro usanze nazionali". Mentre Herzl chiarì che questo programma non avrebbe influenzato l'obiettivo finale del sionismo, cioè un'entità ebraica in Terra d'Israele, la proposta suscitò una tempesta al Congresso e portò quasi a una spaccatura nel movimento sionista. Il Programma dell’Uganda fu infine respinto dal movimento sionista al Settimo Congresso Sionista del 1905".

Perché Stalin inventò Israele?

"Nonostante la sua personale antipatia per gli Ebrei, Stalin era stato uno dei primi sostenitori di uno Stato ebraico in Palestina, che aveva sperato di trasformare in un satellite sovietico in Medio Oriente. L’interesse di Stalin nella creazione d’Israele è da attribuire al fatto che i rapporti con la Gran Bretagna non erano dei migliori; la nascita dello Stato d’Israele creava molto fastidio all’imperialismo britannico. Stalin appoggiò in tutti i sensi Israele, sia militarmente che diplomaticamente. Fu il primo a votare a favore dello Stato israeliano".

Ma le attuali terre di Israele furono davvero vendute loro dagli Arabi nel Dopoguerra?

"A riguardo ci sono varie valutazione da fare. Da un lato, alcuni pensano che quando gli Ebrei arrivarono in Palestina, trovarono una terra non abitabile e quindi iniziarono a edificare e la trasformarono in un Paese vivibile. Gli Ebrei l’hanno popolata e hanno regolarmente comprato tutta la terra (abbandonata da 2mila anni) da degli “sceicchi” (!). Se però era spopolata, come mai ci sono state guerre no-stop per 70 anni? Con chi hanno combattuto quasi ininterrottamente per tutti questi anni? Da dove sono arrivati tutti i Palestinesi? Questo solo fatto dovrebbe bastare a dimostrare che non c’è mai stato esproprio di terra a danno di nessuno, perché quasi nessuno abitava quei territori. Dall’altro canto, invece, stranamente, Romani e Bizantini, Musulmani dall’VIII secolo, Crociati nel 1100, migliaia di pellegrini e visitatori cristiani che per secoli visitarono la Terra Santa, hanno scritto che la Palestina era abitata e abitabile, come lo era stata in precedenza del resto e come era abitato tutto il Medio Oriente".

Ignorando le numerose sanzioni dell’ONU, Israele si è oggettivamente messa fuori dal diritto internazionale e ha spinto i Palestinesi al terrorismo quale extrema ratio, che condanna, quello altrui...

"Per rispondere a questa domanda è necessario innanzitutto conoscere o quantomeno capire cosa sia “Hamas”. C’è chi li descrive come terroristi, chi un movimento di resistenza armata... Hamas fa parte di un ampio fenomeno che potremmo designare come ‘‘Islam politico’’, vale a dire un gruppo politico che usa l’Islam per raggiungere o per proporre i propri obbiettivi. Effettivamente, hanno ottenuto consensi e potere in quanto i gruppi del passato avevano fallito nel sostenere le richieste e gli appelli della popolazione palestinese. Nascono più o meno nel 1920 quando l’Egitto rivolse l’attenzione alla questione palestinese e Hamas prese così parte alla liberazione della Palestina. La fondazione vera e propria di Hamas come movimento politico-militare avviene nel 1987, anno della prima “Intifada” (rivolta) contro Israele, colpevole di aver occupato illegalmente i Territori palestinesi. Certo, usano il terrorismo, ma anche Israele usa il terrorismo, solo che lo Stato ebraico non viene considerato tale dai Paesi occidentali. Nella legge britannica, si definisce ‘terrorismo’ l’uso della violenza per raggiungere obiettivi politici. Ma Hamas usa la violenza anche per difendere un territorio e le Nazioni Unite sostengono tale diritto. Insomma, è una fotografia complicata ma quando l’Europa usa l’etichetta “organizzazione terroristica” per descrivere Hamas, non sta facendo un’analisi approfondita della situazione".

Perché la soluzione due popoli due Stati non va bene a Israele e punta alla pulizia etnica vendendo già le villette a Gaza?

"Palestinesi e Israeliani devono vivere insieme, in un Paese democratico e laico, e i rifugiati devono poter tornare nelle loro terre d’origine. Ciò prevede la fine del sionismo e delle istituzioni sioniste, la fine delle discriminazioni su base religiosa, etnica e di genere. Raggiungere una soluzione di questo tipo, non è facile, certo, molti Ebrei la osteggiano fortemente, ma è l’unica che vedo auspicabile, poiché l’attuale situazione, così come la proposta dei due Stati sostenuta dalle Nazioni Unite, dagli Stati Uniti e dal resto del mondo occidentale, non farà che peggiorare le cose. E’ ovvio che la pulizia etnica della Palestina stia avvenendo per motivi di conquiste territoriali e non su base religiosa. Israele mira a un unico Stato: il suo. Ma tralascia un particolare importante: prima della nabka del 1948 la Palestina fu sempre Palestina. Le cartine geografiche lo dimostrano. Le fonti storiche lo dimostrano. Le testimonianze lo dimostrano. La Palestina rivendica le proprie terre, le proprie case e soprattutto la propria dignità...".

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