Quei 'Madrigali' dell’amor cortese



FRANCESCO GRECO
- “Vieni, ti abbraccio nella mia spirale…”. Da Saffo a Ovidio, passando per Tagore fino a Puskhin e Neruda, l’amore è un tema sempre nuovo e inedito. Ogni poeta che si avvicina lo scopre da una angolazione sempre nuova. Come un pianeta appena scoperto, tutto da esplorare.

“Ho provato a negare che tu esista…”. Accade anche nell’epoca dell’algoritmo e l’AI, in cui, paradossalmente, ci illudiamo di dominare la nostra vita, i sentimenti, le passioni, ma in realtà è solo misera supponenza: ne siamo soggiogati e sottomessi.

Premessa necessaria per accedere al mondo interiore di Giovanni Bracco, giornalista (Il Sole 24 Ore) e scrittore, qui in veste di poeta, che con estremo pudore e leggerezza, affronta l’amore in “Madrigali” (e altre poesie d’amore), la Vita Felice editore, Milano 2023, pp. 130, euro 14,00, collana “Le voci italiane”, direzione “Poesia italiana contemporanea” Diana Barraggia.

“Posso qui confidare il mio segreto?”. Sono versi intimisti, minimalisti, al’ombra di un disincanto irrisolto, al crepuscolo di sentimenti vivi eppure inafferrabili. In apparenza una poesia in forma di prosa o prosa modulata con una cifra lirica, ma a ben vedere la koinè lacerata e insonne si contamina di in classicismo rivisto al tempo dell’emoticon. Il richiamo sottinteso è ai classici greci e latini, un cordone ombelicale difficile, impossibile da oggettivare per chi è nato con i piedi e il cuore nel Mediterraneo.

Il plancton della passione sparso dai versi di Bracco è uguale a ogni meridiano e parallelo, al tempo di Semiramide come di Messalina, di Eloisa e Abelardo e Romeo e Giulietta e ci avvolge come un candido peplo che ingombra i movimenti degli amanti.

Confusi, perduti nelle galassie, siamo tutti alla ricerca di una password che ci doni un’oscura sintonia con l’altro come noi smarrito negli abissi fra le stelle.

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