Elton John, i momenti difficili la rinascita artistica con 'Too low for zero'



MASSIMO IAVARONE - Tra il 1971 ed il 1976, Elton John diventa l’artista più venduto al mondo. Concerti sold out, vendite milionarie e numero 1 nelle classifiche di mezzo mondo. Nell’Ottobre del 1976, pubblica il disco Blue Moves ed è un flop clamoroso. Le vendite sono basse e la critica boccia l’album.

Già provato tra droghe, alcool, tour stressanti e rapporti tesissimi con il suo manager che, causa un vecchio contratto, gode del 20% sui guadagni di qualsiasi cosa faccia il cantante, dai dischi ai concerti, Elton John riuscirà a liberarsene solo nel 1998. Da lì cade in una profonda depressione che fa temere anche par la sua vita.

Nei 5 anni successivi realizzerà solo album mediocri ma, nella primavera del 1983, esce un singolo che lo farà ritornare, lentamente, ai fasti di un tempo. ‘I guess why they call it the blues’ è una ballad che arriva al  cuore, con la partecipazione di Stevie Wonder che lo accompagna all'armonica. Elton torna ad occupare le posizioni alte delle classifiche. 

Ma la svolta arrivò agli inizi dell’estate di quell’anno. Esce l’album Too Low For Zero accompagnato dal secondo singolo ‘ I’m still standing ‘, un pezzo con un ritmo incalzante ( ancora oggi è molto trasmesso in radio), dove il testo diventa un grido alla sua rinascita artistica: ''Non potete sapere cosa vuol dire vivere con il gelo nelle vene ma adesso sono ancora in piedi, sto meglio di prima, sono sopravvissuto, ho raccolto i cocci della mia vita ma sono ancora qui'', canta Elton.

Dal disco verranno estratti altri due singoli, Kiss The Bride e Cold as Christmas che impresiscono un’opera non eccelsa ma molto significativa. Da ricordare che nell’album c’è la partecipazione di Kiki Dee ai cori, sua amica e partner nel brano di successo del 1976 ‘Don’t go breking my heart’. Dal quel 1983 in poi, Elton John ha ripresa quell’ascesa che lo ha portato oggi a diventare l’icona mondiale che è.

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