L’importanza della memoria tra ricordi e curiosità

VITTORIO POLITO - La memoria, com’è noto, è la capacità della mente di trattenere traccia di ogni tipo di informazioni relative a eventi, immagini, sensazioni, idee, ecc., di cui si sia avuto esperienza e di rievocarle quando lo stimolo originario sia cessato. Nell’uomo tale funzione raggiunge la più elevata organizzazione.

Recenti ricerche hanno stabilito che le informazioni vengono immagazzinate in vari scomparti differenti da cui vengono richiamate. La ‘memoria sensitiva’ trattiene per pochi attimi le informazioni che provengono dagli organi di senso, scartandone il 75%. Del rimanente 25% solo meno dell’1% viene selezionato nell’area del linguaggio e immagazzinato nella ‘memoria primaria’, (memoria a breve termine), il deposito più limitato dell’encefalo.

Capita di ricordare bene quello che si è mangiato oggi, ma meno le pietanze di ieri e così via retrocedendo nel tempo, mentre ricordiamo bene i numeri di telefono di casa, dell’ufficio o di altre persone con le quali abbiamo continuamente contatto. Ma, se notiamo una sequenza di otto o dieci cifre, difficilmente riusciamo a ripeterla dopo qualche minuto, e la dimentichiamo del tutto più tardi.

Questi sono solo alcuni esempi per dimostrare come è vario ed articolato il concetto di memoria. Senza i ricordi, l'esistenza non sarebbe altro che un succedersi di episodi isolati e non collegati tra loro. Amore, amicizia e tutti gli avvenimenti a noi legati vengono, invece, incamerati andando a costituire un patrimonio cerebrale fondamentale. Cerchiamo di capire come funziona la memoria, e come mantenerla efficiente nel tempo. Cominciamo a dire che bisogna distinguere quella a breve ed a lungo termine. Nel primo caso la mente immagazzina informazioni ricevute nelle ultime ore, nel secondo caso l'uomo è capace di archiviare una quantità illimitata di dati e di conservarli per tutta la vita.

Senza la memoria saremmo incapaci di vedere, di udire o di pensare. Non avremmo un linguaggio per esprimere la nostra situazione e, di fatto, neppure un senso della nostra identità personale. Alcuni proverbi ricordano che “Il ladro deve avere buona memoria” o “Le bugie hanno le gambe corte”, nel senso che bisogna ricordare quel che si dice, insomma dobbiamo avere una memoria efficiente, altrimenti… Carlo Collodi lo ricorda al burattino nella storia di Pinocchio: «Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte e le bugie che hanno il naso lungo». Il burattino, infatti, non può mentire facilmente poiché il naso si allunga quando le spara grosse. Dante, invece, nel ‘Paradiso’ (v. 40-42) ammonisce: «Apri la mente a quel ch’io ti paleso / e fermalvi entro; ché non fa scienza, / senza lo ritenere, avere inteso», tradotta stupendamente in dialetto barese da Gaetano Savelli: «Mìttete ’ngape chessa veretà, e non te la scherdanne, ca non vale ce tu po’ non te puet’arrecherdà».

Cosa si ripone nella memoria? Secondo Sant’Agostino, «I tesori delle innumerevoli immagini di ogni sorta di cose introdotte dalle percezioni; dove sono pure depositati tutti i prodotti del nostro pensiero, ottenuti amplificando o riducendo o comunque alterando le percezioni dei sensi e tutto ciò che vi fu messo al riparo o in disparte o che l’oblio non ha ancora inghiottito e sepolto».

Anche per l’abbigliamento è la stessa cosa, mentre non ricordiamo quello di ieri, ricordiamo benissimo come eravamo vestititi nel giorno di un avvenimento importante. Sono solo alcuni esempi per dimostrare come è vario ed articolato il concetto di memoria. Senza i ricordi l’esistenza non sarebbe altro che un succedersi di episodi isolati e non collegati tra loro. Amore, amicizia e tutti gli avvenimenti a noi legati vengono, invece, incamerati andando a costituire un patrimonio cerebrale fondamentale. Come tutti i processi fisiologici anche la memoria può essere colpita da qualche ‘insulto’ patologico o da qualche incidente, per cui si potrebbe avere una diminuzione della capacità mnemonica o la completa assenza: nei casi più gravi si parla di amnesia, che può assumere aspetti di gravità differenti. Il morbo di Alzheimer o demenza senile, è una tra le forme più gravi che procura assenza di ricordi, associata a sintomi ancor più seri quali l’incapacità linguistica e la mancanza di orientamento spazio-temporale.

Cosa possiamo fare per aiutare la memoria? Qualche volta capita di essere alla ricerca degli occhiali o delle chiavi della macchina. Prestate attenzione alle vostre azioni per risparmiarvi momenti di frustrazione e di panico. Per esempio, impiegherete solo qualche secondo per dire a voi stessi: «sto mettendo le chiavi nella tasca della giacca» o «sto posando gli occhiali sul comodino». Per ricordare, invece, liste di numeri o altre informazioni, basta suddividerle e raggrupparle. Esempio: ricordare un numero come 3013661755, può facilmente essere ricordato come 301 366 1755, mentre per ricordare quali sono i mesi dell'anno che hanno solo trenta giorni è sufficiente memorizzare la famosa filastrocca imparata da piccoli: «trenta giorni ha novembre con aprile, giugno e settembre, di ventotto ce n'è uno, tutti gli altri ne hanno trentuno».

Insomma, la memoria è indispensabile in quanto rappresenta la nostra coerenza, la nostra ragione, il nostro sentimento, persino il nostro agire. Pertanto, per quel che ci è dato di fare, alleniamola per tenerla in efficienza. Senza di essa non siamo nulla.

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