Mangia e vesti colorato, starai bene!

I colori dell'artista Marialuisa Sabato
VITTORIO POLITO – Il colore è la sensazione fisiologica che si prova sotto l’effetto di luci di diversa qualità o composizione spettrale. La componente cromatica del cibo, ad esempio, non si limita all’aspetto visivo, ma risveglia proprio i 5 sensi che vanno poi a relazionarsi tra loro. I colori e le caratteristiche degli alimenti percepite come la forma, la struttura, la sensazione che provocano quando mastichiamo, riportano determinate esperienze ed emozioni alla memoria creando aspettative sul gusto e sull’olfatto. Cosa importante è anche l’impatto che i colori hanno anche sul nostro umore.

Vasilij Kandinskij (1866-1944), pittore e teorico russo dell’arte, conosciuto come il fondatore dell’arte astratta, sosteneva che il colore grigio rappresenta l’immobilità che è inconsolabile, per cui «quanto più il grigio si fa scuro tanto più si accentuano l’inconsolabilità e l’oppressione soffocante. Se invece dà nel chiaro, una specie di aria, di possibilità di respiro, penetra nel colore stesso, che contiene in sé un certo elemento di celata speranza». Ciò fa comprendere perché il ponte di Blackfriars di Londra, che era tristemente famoso per il numero dei suicidi che si verificavano quando era dipinto di nero, diminuì di un terzo quando il ponte fu ridipinto nel colore verde. In realtà attraverso i colori si contraddistinguono tantissime cose: un pittore, una bandiera, uno stemma, uno Stato, oppure un partito politico, o il colorito della pelle, che in certi casi (pallore, pigmentazione giallastra, rossore), può essere espressione di malattia, o di colore che caratterizza le razze e, dulcis in fundo, quello che caratterizza il maschietto o la femminuccia. Vi siete mai chiesti perché il colore rosa contraddistingue le bambine e l’azzurro i maschietti? Ebbene, secondo la tradizione occidentale, il rosa è il colore di Venere la dea dell’amore e della bellezza. Ecco che allora quando la bambina era socialmente destinata a crescere, era molto importante che avesse un colore dolce e arrendevole, quindi vestirla di rosa equivaleva a predestinarla in tal senso. Per il maschietto, che andava incontro ad una vita caratterizzata da forza, bellicosità e grinta, occorreva attenuare i bollenti spiriti e quindi il completino azzurro aveva il compito di calmarlo e renderlo tranquillo e quieto.

Per colore, inoltre, non si intende solo quello che si vede esteriormente, ma anche quello interiore che in ognuno di noi riassume le inclinazioni affettive, gli stati d’animo, l’approccio verso l’esterno. Scoprire il proprio colore non è facile, ma può essere un esercizio divertente per dedicare un po’ di tempo a sé stessi e guardarsi dentro. Ma, ai colori, si può ricorrere anche per migliorare il proprio fisico e la propria salute. Forse per questi motivi è nata la cromoterapia, ovvero la pratica volta a ripristinare l’equilibrio mentale e corporeo, grazie all’applicazione di raggi di luce colorati sul corpo che, anche se poco praticata, ha origini antichissime. Infatti, Egizi, Romani e Greci praticavano l’esposizione alla luce solare diretta per la cura di diversi disturbi.

In India, invece, la medicina ayurvedica ha sempre considerato come i colori influenzino i centri di energia sottile che vengono associati alle principali ghiandole del corpo. Anche i Cinesi affidavano il proprio benessere fisico all’azione delle varie tinte, al punto che le finestre della camera del paziente venivano coperte con teli di colore adeguato e il malato indossava indumenti della stessa tinta. Negli ultimi anni la cromoterapia ha avuto un notevole sviluppo grazie ai numerosi studi scientifici che evidenziano l’influenza dei colori sul sistema nervoso, immunitario e metabolico. Pare, che i colori siano una cura efficace per molte malattie e possono perfino prolungare la vita di una decina d’anni, almeno così sostiene Corinne Heline nel suo libro «Guarire e rigenerarsi per mezzo del colore».

Vediamo un po’ quali sono le proprietà dei colori maggiormente utilizzati nella cromoterapia. Il rosso, ad esempio, migliora la circolazione sulle piante dei piedi; intorno all’ombelico e all’inguine, aiuta l’intestino pigro, è anti-irritante, facilita la crescita e l’aumento di peso, ma va evitato negli stati infiammatori acuti. L’arancione è considerato utile contro il rachitismo, i crampi e gli spasmi, la digestione ed il buon funzionamento della tiroide, facilita il flusso mestruale e stimola la produzione di latte materno. Il giallo viene considerato un ottimo stimolante dell’attività muscolare, è lassativo, favorisce i succhi gastrici e riduce il gonfiore addominale, rende più bella la carnagione ma è controindicato nelle infiammazioni acute, nelle nevralgie, nelle palpitazioni e nelle sovraeccitazioni in genere. Il verde è in grado di ristabilire l’equilibrio di tutte le funzioni dell’organismo, è purificante, stimolante battericida e germicida. Il blu viene considerato l’opposto del rosso, anche per le sue proprietà calmanti. Viene usato in caso di febbre e palpitazioni e pare efficace anche in alcuni casi di calvizie. Il porpora, infine favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni favorendo l’attività vascolare, abbassa la temperatura corporea ed è utile contro l’insonnia.

Un colore da evitare? Sempre secondo Kandinskij, il nero, poiché: «Come un nulla senza possibilità, un nulla morto dopo la morte del sole, come un silenzio eterno senza avvenire, senza la speranza stessa di un avvenire, risuona interiormente il nero».

Oggi anche la dieta si veste di colore, anzi di quattro colori, (rosso, verde, giallo e arancione), riferiti essenzialmente a frutta e verdura. Se di colore rosso, sono le guardie del corpo, se gialle e arancione assumono il ruolo delle estetiste che vi fanno belle, se verde, infine, sono i personal trainer che curano la forma. In sintesi il rosso (angurie, peperoni, ciliege, melanzane, fragole, mirtilli, fichi, pomodori), protegge; il verde (piselli, zucchine, mele, cetrioli, kiwi), depura; il giallo (banane, ananas, mais, pesche, limoni e prugne gialle), ringiovanisce; l’arancione (albicocche, carote, arance, zucche), rinforza.

Anche la psicologia si interessa al colore con la sua specifica “psicologia del colore”, una branca che esplora come i colori possono influenzare i nostri stati d’animo. I colori, infatti, sono in grado di richiamare gioia, tristezza, rilassamento ed anche irritazione.

Il colore, infine, può anche essere “respirato” e convogliato con l’immaginazione verso l’area del corpo che necessita di cure. L’esercizio è semplice, dopo aver visualizzato il rosa, immaginate di essere circondati da una nube dello stesso colore e respirate profondamente, pensate al vostro corpo e decidete la parte che vorreste migliorare. Per favorire l’immaginazione potete anche utilizzare come guida una fotografia che vi piace, inondando di rosa la parte che vorreste abbellire e così facendo potete passare ad un’altra area. Insomma la vita è bella se è colorata.

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