Il maritaggio nicolaiano: ricordi di un’esperienza scolastica ispirata dal Bollettino di San Nicola 6/2024

GIUSEPPE CAPOZZA - Nei giorni scorsi un generoso Amico mi ha donato una copia del n. 6/2024 del “Bollettino di San Nicola”, bimestrale edito dalla Basilica Pontificia “San Nicola” di Bari, la cui lettura è stata accompagnata da ricordi che, per diversi motivi, hanno inciso nel lungo e vario percorso della mia formazione.

Innanzitutto, in quella del cammino di fede, quando, agli inizi degli anni Ottanta ed io poco più che ventenne, ho frequentato il triennio di studi di Teologia Ecumenica, dove ho potuto seguire gli insegnamenti di valenti studiosi quali Padre Salvatore Manna, Padre Leonardi Von Kreutzenberg, Mons. Renna, Padre Gerardo Cioffari, Don Nicola Bux, Don Filippo Santoro, Don Barracano e, non ultimo, Padre Giovanni Distante, attuale Direttore della rivista.

Il n. 6/2024 conserva l’originario taglio ecumenico che contraddistingue la missione dei Padri Domenicani di Bari, tra nostalgia e speranza nei riguardi dell’obiettivo dell’unità dei cristiani (soprattutto tra la chiesa cattolica e quella ortodossa), sempre attenta al contesto storico attuale; compaiono, infatti, articoli dedicati all’anno giubilare, alle annuali solennità legate al culto nicolaiano, all’ottavo centenario della nascita del domenicano più famoso di tutti i tempi: San Tommaso d’Aquino.

L’apertura al mondo ecclesiale è confermata dal tema della “compassione”, trattato dal monaco Davide Varasi della comunità di Bose.

Ma l’articolo che mi ha procurato la maggior gioia è quello di pag. 17, dedicato alla consegna dei “maritaggi”: si tratta di una tradizione antichissima, legata al gesto generoso di San Nicola che, grazie ad una cospicua offerta in denaro ad un genitore, impedì che questi, per risolvere i pesanti debiti che aveva accumulato, costringesse le tre figlie a prostituirsi.

Sono un cultore di tradizioni popolari, in modo particolare di fiabe e leggende, e ho anche pubblicato libri per bambini dedicati al culto di San Nicola, ma nel caso dei maritaggi ho rivissuto una toccante esperienza personale.

Circa otto lustri fa, all’inizio della carriera di docente, insegnavo italiano in una seconda classe della scuola media “San Nicola”; tra le mie alunne vi era una che si distingueva per alto profitto e corretto comportamento, di famiglia onesta e, seppure non agiata, di grande rispetto nei riguardi dell’impegno scolastico.

Fui molto felice nell’apprendere che la mia alunna risultò una delle destinatarie dell’offerta in denaro che la Basilica dona ogni anno alle Suore Figlie della Carità, affinché la Superiora ne individui le degne destinatarie.

Il premio era più che meritato e, quando trent’anni dopo la incontrai, questa volta come mamma di un alunno della scuola barese che dirigevo, il ricordo di quegli anni e del suo premio si intrecciarono in un abbraccio commovente; ad onor del vero, con tutti gli alunni e alunne di Bari Vecchia che ho avuto come alunni, sono rimasto molto legato: ci salutiamo per strada con grande affetto, ci inviamo gli auguri nelle feste.

Sono diventati genitori giudiziosi e attenti al percorso scolastico dei figli ma, soprattutto, rappresentano la smentita più evidente di sciocchi pregiudizi che, purtroppo, caratterizzano l’opinione distorta che altri “baresi” hanno nei riguardi della gente del Borgo Antico.

Cosa ti combina il flusso di coscienza quando parte dalla lettura di un Bollettino, che riesce a coniugare l’ispirazione religiosa con i bisogni concreti della gente!