San Nicola nella cultura e nel folklore russo e barese

VITTORIO POLITO - Oggi non si fa che parlare delle guerre Russia-Ucraina, Israele-Palestina, ecc., ma io preferisco parlare della Cultura Russa più che delle guerre e precisamente di San Nicola nel folklore russo e barese tra fiabe e leggende.

Mi capita di leggere una tesi di laurea sulla cultura russa di una giovane studentessa, Francesca di Maggio, laureatasi recentemente in cultura russa, appunto, che ha trattato l’argomento con l’obiettivo di analizzare la figura del nostro Santo protettore all’interno della cultura e del folklore russo e barese. La figura di San Nicola rappresenta un punto di incontro tra spiritualità, tradizione e identità culturale che sono evidenziate attraverso le differenti caratteristiche nel folklore russo e barese. San Nicola nel contesto russo appare come una figura taumaturgica e misericordiosa, mentre nel folklore barese la figura del Santo si intreccia con quella della città che l’ha trasformata in un centro di pellegrinaggio e un punto di riferimento per il dialogo tra Oriente e Occidente. La Basilica, scrive Di Maggio, con la cripta e le reliquie, non è solo un luogo di culto, ma anche simbolo della fede e dell’identità barese. Le leggende locali esaltano il carattere protettivo e generoso di San Nicola e forniscono uno spunto per le numerose tradizioni conservate nella città di Bari.

Le differenze consistono sostanzialmente nella capacità del Santo di adattarsi alle esigenze delle due comunità: in Russia la sua figura è associata al paesaggio rurale, ai valori della solidarietà e della spiritualità ortodossa, mentre a Bari il culto si manifesta in una dimensione urbana e pubblica con manifestazioni religiose che coinvolgono la città e i visitatori da tutto il mondo, soprattutto nel mese di maggio in occasione della “Sagra di San Nicola” con il corteo storico e la statua di San Nicola a mare.

La Chiesa Russa, invece, è il simbolo principale del legame tra i due culti, edificata tra 1913 e il 1917 nel quartiere Carrassi di Bari, oggi entrata a far parte del Patriarcato ortodosso di Mosca come dire “un pezzo di Russia” nella nostra città.

La figura di San Nicola, quindi può considerarsi una testimonianza della capacità umana di creare legami attraverso la fede e rappresentare nel contempo un patrimonio culturale di inestimabile valore che merita di essere custodito e celebrato.

Curiosità

La ricorrenza del numero 3 nelle rappresentazioni di San Nicola, non è casuale: essa, infatti, si ricollega alla leggenda delle tre fanciulle e ai relativi tre giri intorno alla colonna miracolosa, alle tre caravelle che hanno permesso l’arrivo delle reliquie, ad altre leggende e, soprattutto, ai dogmi cristiani della Trinità e alle virtù di carità, fede e protezione, che caratterizzano questa figura. È per questo che molte icone del patrono lo ritraggono con in mano tre sfere. Nicola, però, non assiste solo le ragazze nubili, ma anche le vedove: la leggenda de “La Vedova di Bari” (Nino Lavermicocca, “La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari”, Edizioni di Pagina, Bari), infatti, narra proprio di una donna bella, ricca e intelligente, che, rimasta sola, venera non solo Dio, ma tutti i santi, specialmente San Nicola. Un letterato del tempo, dirigente di una scuola a Bari, si innamora di lei, ma viene respinto. Durante un pranzo nel giorno dedicato al santo, la donna promette un dono al primo fra i chierici presenti che avesse composto una prosa in lode a San Nicola. Così l’innamorato si adopera e scrive un’intera ‘historia’ dedicata al santo. Quando la donna gli domanda che premio desideri, lui risponde chiedendole di passare una notte insieme. La vedova, infastidita e amareggiata dall’inganno, si rivolge al santo chiedendogli giustizia. Prontamente, San Nicola si presenta a casa del chierico in vesti episcopali, lo solleva da terra tenendolo per i capelli e lo lascia cadere a terra, punendolo per i pensieri peccaminosi che aveva compiuto. Il giovane, impaurito, chiede perdono, domandando chi fosse colui che lo puniva. Riconosciuto il volto compassionevole di San Nicola nonostante l’aspetto misterioso e intimidatorio della sua figura, implora la sua misericordia e si pente. Si reca immediatamente alla tomba del santo, dove trova la donna in preghiera, le racconta dell’accaduto e si scusa. A conclusione dei fatti, la vedova si affida totalmente al Signore, istituendo perfino un monastero femminile.