Burgesi, c’è chi dice no e va per carte bollate
FRANCESCO GRECO. UGENTO – Discarica di Burgesi, c’è chi dice no. E va per carte bollate, nel tentativo di ostacolare la delibera regionale che ne vorrebbe la sopraelevazione che dovrebbe stipare ulteriori 190mila metricubi di spazzatura.
“Senza alcun coinvolgimento, nessun confronto con le comunità locali, né pensare a soluzioni alternative”, dissero i sindaci di Ugento, Salve e Presicce-Acquarica all’affollata fiaccolata per le strade della città con arrivo a Piazza San Vincenzo del 27 marzo scorso (a cui si riferiscono le immagini) e dove, oltre ai sindaci (Salvatore Chiga, Francesco Villanova e Paolo Rizzo), gli amministratori e numerose associazioni, c’era anche il Vescovo della Diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca, S. E. Monsignor Vito Angiuli.
Ci si chiede, dicono in tanti, dove sono e cosa pensano i politici eletti in questi territori: del tutto silenti. Eppure sono anni ormai che le popolazioni e gli operatori turistici sono preoccupati: si sospetta infatti l’inquinamento della falda causata dal percolato e famosi oncologi provano dati alla mano l’aumento dei decessi a causa delle malattie neoplastiche.
“In ogni famiglia c’è un malato di tumore – afferma Villanova – siamo gli agnelli sacrificali del 2025. Noi diciamo no a Burgesi e si alla vita!”. “Ci era stata promessa la chiusura nel 2022 - ricorda Chiga – Ugento continua a subire un peso ormai insostenibile per l’ambiente e la salute collettiva”.
E adesso la “svolta” legale: un ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale), sezione di Lecce.
Ecco la premessa del primo cittadino di Ugento, Chiga: “L’amministrazione comunale ha tenuto fede agli impegni assunti nei confronti dei Cittadini e del territorio, anche compresi i paesi vicini, per contrastare la volontà della Giunta Regionale di riaprire e ampliare la discarica in località Burgesi per smaltire altri 190mila metri cubi di rifiuti urbani”.
Il ricorso è firmato dall’avvocato Sergio De Giorgi e, in buona sostanza, si chiede la revoca della delibera della Giunta Regionale dello scorso 11 febbraio nell’ambito del Piano Rifiuti.
Popolazioni, amministratori, imprenditori, Chiesa e territori dunque strenuamente determinati a difesa della propria salute e della propria economia. Di oggi e soprattutto del futuro.
“Senza alcun coinvolgimento, nessun confronto con le comunità locali, né pensare a soluzioni alternative”, dissero i sindaci di Ugento, Salve e Presicce-Acquarica all’affollata fiaccolata per le strade della città con arrivo a Piazza San Vincenzo del 27 marzo scorso (a cui si riferiscono le immagini) e dove, oltre ai sindaci (Salvatore Chiga, Francesco Villanova e Paolo Rizzo), gli amministratori e numerose associazioni, c’era anche il Vescovo della Diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca, S. E. Monsignor Vito Angiuli.
Ci si chiede, dicono in tanti, dove sono e cosa pensano i politici eletti in questi territori: del tutto silenti. Eppure sono anni ormai che le popolazioni e gli operatori turistici sono preoccupati: si sospetta infatti l’inquinamento della falda causata dal percolato e famosi oncologi provano dati alla mano l’aumento dei decessi a causa delle malattie neoplastiche.
“In ogni famiglia c’è un malato di tumore – afferma Villanova – siamo gli agnelli sacrificali del 2025. Noi diciamo no a Burgesi e si alla vita!”. “Ci era stata promessa la chiusura nel 2022 - ricorda Chiga – Ugento continua a subire un peso ormai insostenibile per l’ambiente e la salute collettiva”.
E adesso la “svolta” legale: un ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale), sezione di Lecce.
Ecco la premessa del primo cittadino di Ugento, Chiga: “L’amministrazione comunale ha tenuto fede agli impegni assunti nei confronti dei Cittadini e del territorio, anche compresi i paesi vicini, per contrastare la volontà della Giunta Regionale di riaprire e ampliare la discarica in località Burgesi per smaltire altri 190mila metri cubi di rifiuti urbani”.
Il ricorso è firmato dall’avvocato Sergio De Giorgi e, in buona sostanza, si chiede la revoca della delibera della Giunta Regionale dello scorso 11 febbraio nell’ambito del Piano Rifiuti.
Popolazioni, amministratori, imprenditori, Chiesa e territori dunque strenuamente determinati a difesa della propria salute e della propria economia. Di oggi e soprattutto del futuro.