Deci: ''La musica è la mia rivincita''



S'intitola ''Metropoli'' il disco di debutto di Deci, uscito per Beatfactory in distribuzione Believe Music Italia. Viaggi urbani senza fermate intermedie. Anagrafica e musica sono due concetti distanti. La musica può essere una macchina del tempo, ma di fatto non ha età di per sé. DECI lo sa e non ha paura di confrontarsi con un mercato che esige ormai una giovanissima età per approcciarsi al mondo delle 7 note.  

Siamo tutti dentro una città, o perché ci viviamo o perché vorremmo viverci. Dentro le metropoli, qui è nato il nuovo disco di DECI. Proprio quegli argomenti che solitamente non tratta nessuno, gli aspetti più cupi della quotidianità, qui sono tra i principali temi affrontati.  

Deci è un cantautore italiano, classe 1991. Comincia il suo percorso musicale a quasi trent'anni iniziando a studiare canto presso l'accademia musicale MMI di Mantova. Inizia il suo progetto musicale verso una direzione "pop", ma con una variante particolarmente cupa ed una tendenza alla musica elettronica. "Grinta" e "La Guerra dei Sogni" sono i primi singoli usciti. Il 25 Luglio 2024 esce "Lamette", il primo singolo del nuovo progetto che sposta il focus ad una dimensione più di cantautorato, mantenendo però la componente elettronica; il brano è scritto con Alessio Bernabei e Stefano Paviani, e prodotto da Mario Meli e Laguna, sotto l'etichetta Beat Factory di Filadelfo Castro e distribuito da Believe Music Italia. Seguono poi i singoli “Astrale”, “1000 MODI”, “DARK ROOM”, “a cosa servono i grattacieli” e “Cascate”. Il 4 Aprile 2025 esce l’album di debutto “METROPOLI” con il singolo di apertura “Americana”.

Sei mai stato in Puglia?

Sono stato in Puglia quando ero molto piccolo, in campeggio nel Gargano vicino a Vieste. I ricordi sono abbastanza rarefatti, ma ricordo bene una masseria immersa nella campagna dove andavamo a cena, aveva un’atmosfera magica. I miei genitori con i nonni e molti amici di famiglia hanno fatto molti anni a venire in campeggio nel Gargano, hanno vissuto estati meravigliose, quindi di fatto per me la Puglia è associata proprio a questi ricordi bellissimi dei miei genitori. Per quanto riguarda suonare in Puglia sicuramente mi piacerebbe molto arrivare un giorno sul Palco di Radio Norba, che seguo da molti anni.

Quale città descrivi nella tua “Metropoli”? 

Metropoli è la mia città interiore, un micro cosmo capace di stupire e spaventare allo stesso tempo. Se dovessimo dargli una forma fisica probabilmente sarebbe New York, dove ci sono le attrazioni principali, il lustro patinato della fifth avenue, la bellezza della statua della libertà, le luci delle insegne di Times Square che riflettono sul bagnato, i locali etnici di China Town, la sconfinata meraviglia di Central Park; ma anche la metropolitana degradata, lo smog, i vicoli oscuri in periferia, il degrado di Coney Island, i grattacieli imponenti e soffocanti della financial street.

Quali sono le tue influenze musicali che derivano dagli anni Ottanta?

Sicuramente la New Wave ha giocato un ruolo importante per l’approccio alla Sinthwave che ho cercato di riportare in chiave moderna. In realtà i suoni anni 80 che prendo in considerazione sono i suoni rinnovati anni 80, quelli di The Weekend per intenderci. Credo che alla base ci sia una chiave di lettura molto interessante da riproporre oggi con i nuovi strumenti di cui disponiamo a livello proprio di plug-in in studio. 

E come hai conosciuto Gianluca Florulli, in arte Vincenzo Fasano?

Gianluca è un caro amico. Ci ha presentati la mia insegnante di canto, Luisa Malaspina, durante una visita alle corde vocali a Ravenna del dott. Fussi. C’è stata una immediata sintonia a livello personale, e non conoscevo ancora il suo background musicale. Poi abbiamo provato a mettere su un team di scrittura con Gianluca, Stefano Paviani e Nicola Messedaglia, e da li è nata la magia. 8/14 pezzi dell’album hanno anche la penna di Gianluca, e la sua penna significa portare sempre un po di magia e di poesia all’interno di testi molto cupi e crudi.

Come hai capito che era arrivato il momento del tuo debutto? 

Non so dire se effettivamente io abbia capito che fosse il momento adatto o giusto, però so che io ne avevo un bisogno viscerale di far uscire questo primo progetto, più per me stesso credo. E’ una specie di rivincita personale sulla mia vita e su quello che sono riuscito a combinare, quindi questo debutto è particolarmente importante.