Gaza, 45 morti e oltre 100 feriti negli ultimi attacchi israeliani. Netanyahu: “La nostra lotta è per il futuro dell’umanità”
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24 aprile 2025 – La tensione in Medio Oriente continua a salire. Almeno 45 persone sono state uccise e oltre 100 ferite nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza, a seguito di attacchi aerei condotti da Israele, secondo quanto riportato da fonti mediche palestinesi citate dall’emittente qatarina Al Jazeera. Nella sola giornata di ieri, il bilancio era di 39 morti, ma è salito durante la notte.
La situazione umanitaria nella Striscia si fa sempre più grave, con il sistema sanitario al collasso e migliaia di civili costretti a lasciare le proprie case. Gli attacchi israeliani sono parte della continuazione dell’operazione militare avviata dopo il riaccendersi delle ostilità con Hamas, movimento palestinese che Israele, Stati Uniti e Unione Europea designano come organizzazione terroristica.
Netanyahu: “Il regime di Teheran minaccia l’umanità intera”
In un discorso carico di tensione pronunciato durante la cerimonia del Giorno della Memoria della Shoah allo Yad Vashem di Gerusalemme, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha lanciato un nuovo allarme internazionale:
“Il regime del terrore a Teheran rappresenta una minaccia non solo per il nostro futuro, ma per il destino dell’intera umanità. La lotta tra noi e l’impero del terrore determinerà il destino di tutte le società umane. Se Israele perderà questa battaglia, le nazioni occidentali saranno le prossime a essere colpite”.
Le parole del premier arrivano in un momento in cui si temono escalation su più fronti, inclusa la possibilità di un diretto coinvolgimento dell’Iran nel conflitto, soprattutto dopo lo scambio di attacchi avvenuto nelle scorse settimane tra i due Paesi.
Abu Mazen ad Hamas: “Consegnate tutti gli ostaggi”
Dall’altra parte, un messaggio chiaro arriva anche dal presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), Mahmoud Abbas (Abu Mazen), che ha lanciato un appello diretto a Hamas:
“Consegnate tutti gli ostaggi a Israele. Siamo di fronte a gravi pericoli che potrebbero portare a una nuova Nakba (catastrofe)”.
Il discorso è stato pronunciato durante una riunione del Consiglio centrale dell’ANP, in un contesto in cui aumentano le pressioni internazionali per una mediazione e per l’avvio di corridoi umanitari che consentano soccorsi e protezione ai civili.
Il quadro resta estremamente fluido e pericoloso, con il rischio di un allargamento del conflitto a livello regionale sempre più concreto.