Il popolo di Francesco affettuoso fino all’ultimo

FRANCESCO GRECO. ROMA – “Penso che in un’ora ce la faremo…”, rassicura sul cellulare una giovane mamma con un bel bambino al marito che è rimasto a casa. Un ragazzo dall’accento napoletano esulta: “Sono finito su una tv dell’Argentina!”. Magari era la BBC o la filippina 24Oras. “Ho sentito dire che la bara la chiuderanno alle 7”, sostiene un’anziana signora molto distinta come se avesse ricevuto una confidenza.

Da Piazza San Pietro sono le voci del popolo di Francesco. La Protezione Civile ci ha informati sui cellulari che si può dare l’ultimo saluto al Papa figlio di emigranti italiani che cercarono fortuna in Argentina sino alle 17 e in tanti si sono precipitati.

I mezzi ATAC oggi sono free, mentre il Comune sui pannelli elettronici sparsi dal Nuovo Salario al Casaletto, Torpignattara e Pineta Sacchetti, ringrazia Francesco per il suo amore verso la Città.

Una ragazza della GAM (Gioventù Ardente Mariana), ci porge un volantino intitolato “Arrivederci in Paradiso Papa Francesco”. Nella controra caldissima siamo in fila anche noi. La folla che ondeggia dietro le transenne è un oceano tranquillo, disciplinato, gioioso.

Avevamo letto che ci vogliono quattro ore per arrivare davanti a Franciscus, ma camminiamo abbastanza spediti. “Che noia!”, sbuffa una bambina bellissima in braccio al suo papà. L’ondeggiare ci porta in un gruppo di ragazzi arrivati dalla Diocesi di Jesi (Chiesa di San Francesco d’Assisi), dove nacque Federico II. “Si, ha una bella piazza intitolata”, conferma un ragazzo alto. Caso vuole che sia sepolto in Puglia, Torremaggiore. Anita distribuisce l’acqua ai compagni assetati, mentre i gabbiani volano sulle nostre teste e si dissetano alle due fontane della Piazza.
Ogni tanto parte un applauso, forse di gioia per l’avanzamento rapido della fila. Ma anche dei fischi per qualche furbo che la sta bypassando. Il clima è festoso e ci viene in mente un antico proverbio pugliese: “Non c’è morto senza risate né matrimonio senza pianto”.

Si sente dire che ci sono cecchini appostati sui tetti, ma non ne vediamo. Forse domani, ai funerali. Ma i controlli sono severissimi, come all’aeroporto, occorre superare un check-in posando borse e zainetti in una vaschetta. Una signora asiatica sbadatamente rovescia biscotti, latte, bibite: ha appena fatto la spesa. La ragazza carabiniere e tutti noi sorridiamo. L’allarme tuttavia suona: un ragazzo ha le tasche piene di monete.

I disabili in carrozzella e le coppie con passeggini e bambini hanno una corsia preferenziale. Ci siamo messi in coda alle 2 e mezza, alle quattro entriamo nella Basilica. Stanno celebrando messa, si sentono canti. Un ragazzo nero si inginocchia e prega davanti alla Porta Santa. Altri si limitano ad accarezzarla. Basterà, nell’Anno Santo, a mondarsi dei peccati? Speriamo…

Foto e video a gogò. Dopo i selfie davanti alla bara finiti sui social media, hanno deciso la linea del rigore: “No foto, no video”, ammoniscono le donne e gli uomini della sicurezza. “No mobile, closed”, aggiungono perentori in un altro angolo della Basilica. Raccomandazioni inutili, tutti vogliono immortalare l’evento, per condividerlo, per passare alla Storia.
Arriviamo davanti al Papa mentre dall’altro lato giungono due preti ortodossi molto alti, dal caratteristico berretto. C’è chi si commuove, chi si fa il segno della croce, chi si rattrista e chi non trattiene le lacrime.

A poca distanza dalla bara un gruppo di Cardinali conversa fra di loro: dal 5 maggio si riuniranno in Conclave nella Cappella Sistina per discutere sul nuovo Pontefice.

Chi sta celebrando proprio a questo fa riferimento: “Preghiamo per Papa Francesco e per il successore che Dio vorrà donarci…”.

Usciamo e Elena con un sorriso ci chiede quanto ci abbiamo messo per arrivare davanti al Papa: un’ora mezzo. E’ venuta da Trento come volontaria. Due ragazze con la pettorina verde accoccolate all’ombra mangiano riso da una vaschetta. I fiorai lavorano per addobbare la piazza per domani.

Alle 5 della sera, il sole è sempre forte (qualcuno ci si ripara con ombrellini colorati), la folla irrompe ancora a ondate su via della Conciliazione. Probabilmente si andrà avanti fino a notte. D’altronde, come fai a deludere il popolo di Francesco, arrivato da tutto il mondo per un ultimo, caldo abbraccio al “suo” Papa?

Ph Francesco Greco